martedì 29 novembre 2022

VEGLIATE ................

 

Dio è più vicino di quanto pensiamo…..

Questo il tema del “rotolo” laico e sacerdotale dell’ultreya del 21. Novembre del 2022.






Bisogna svegliarsi e riconoscerlo






Don Angelo Saraceno al lavoro







Noi ci angosciamo per capire come avvicinarci a lui, con quali preghiere, digiuni e penitenze,  ma non ci rendiamo conto che invece è proprio Lui che è vicino, e a noi non resta che accorgerci di questa vicinanza e..."approfittarne" proprio in questo periodo di “avvento”.

Se stiamo cercando il senso della nostra vita nella nostra fatica quotidiana, “Svegliamoci” …. Lui è proprio lì, dove siamo noi.

lunedì 28 novembre 2022

"L'ULTREYA" NEI CURSILLOS


 L'ULTREYA

Quando ti rivolgi a Ultreya, inizia dicendo che Ultreya è una parola utilizzato dai pellegrini di Santiago de Compostela quando si sono incontrati per salutarsi e incoraggiarsi a vicenda lungo la strada. Al di là! rallegrarsi! Di fronte!

Ultreya! Avanti, quando condividiamo le nostre vite nell’AMICIZIA.

L'ascesa dei Cursillos e l'entusiasmo e l'amicizia vissuti non potevano rimanere solo nella dimensione intima e personale. i tirocinanti, spontaneamente, si sono incontrati per condividere "tutti con tutti" le meraviglie che il Signore ha operato in loro».

 Eduardo è sempre stato molto sensibile a queste manifestazioni di amicizia e naturalmente ha immaginato di dare forma a questi incontri, a mantenere il “fuoco sacro”. Per Eduardo la vita non ha bisogno di metodi per essere canalizzata, lei stessa è già canalizzata, basta solo non mettere ostacoli e sfruttare tutta la forza della normalità che spontaneamente è rivelato; da lì nasce il disegno dell'Ultreya, inizia con un contatto di "tutti con tutti", si formano spontaneamente gruppi di sei numero massimo di persone che effettuano una Riunione di Gruppo con lo stesso schema della riunione personale del gruppo. L'atto successivo è un "rotolo esperienziale", a cui seguono le "risonanze", chiudendo con i ringraziamenti al Signore.  

E così Eduardo ha plasmato la dimensione sociale del Cursillo perenne.

L'Ultreya è la: "circostanza che consente il meglio di ciascuno raggiungerne il maggior numero possibile”.

“L'Ultreya è il pezzo chiave del Movimento dei Cursillos quindi tutti Eduardo Bonnin Aguillo essere vero, perché il Movimento Cursillo è un processo di fede per lottare contro un processo di incredulità”.

 L’Ultreya è il Raduno dei Raduni di Gruppo.

L'incontro di gruppo a “La Ultreya non può avere la stessa intensità rispetto al Group Meeting (Riunione di Gruppo) ma questo bagno collettivo serve perché se le persone vivono solo il Group Meeting, si crea un cerchio con un narcisismo di squadra”.

L'obiettivo “è fare in modo che il meglio di ognuno raggiunga il maggior numero possibile, per dare una forma sempre più cristiana alla nostra vita”.

“L'Ultreya è la festa della comunità che celebra il realtà di persone diverse in comune unione, che vivono la loro Esperienza cristiana, tutti con tutti.

Questo è dove, attraverso di incontri di gruppo in Ultreya, avviene il contatto tra i fratelli che vivono e si sforzano di vivere il Fondamentale Cristiano nella sua vita. È il luogo dove si vive quanto si dice nel Cursillo”. È un luogo in cui viene visualizzato 'in pratica', le verità dette nel corso.

(Tratto dal testo 100 AÑOS 4 de mayo de 1917 - 2017 Bíografia Pensamiento Eduardo Bonnín Aguiló pag 69 e 70).

sabato 26 novembre 2022

NOE' SI PREPARA ALLA "TEMPESTA PERFETTA"

 

OMELIA I domenica di Avvento. Anno A di Paolo Scquizzato


Noè si prepara alla ‘tempesta perfetta’, destinata ad abbattersi sulla propria vita, perché alla fine rimanga l’unum necessarium, l’unica cosa di cui c’è veramente bisogno. Il diluvio è sempre in agguato: un dispiacere, un fallimento, la crisi interiore, il buio della mente, una malattia, un incidente, la morte fisica…. I contemporanei di Noé, da parte loro, ‘non si accorsero di nulla’… Mangiavano, bevevano, mettevano al mondo figli… Tutte cose belle e buone, certamente. Ma alla fine furono travolti.

Gesù ancora una volta mette in guardia i suoi, e cioè noi: cosa è necessario per salvarsi dal diluvio?
L’attenzione. La salvezza è un atto di consapevolezza.
In un libro famoso del ‘600, appartenente all’antica arte alchemica, si trova questa parola: vitriol, un acrostico che nel suo sviluppo recita così: “Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem», ovvero: «Visita l’interno della terra, operando con rettitudine e troverai la pietra nascosta». A livello simbolico il messaggio è potentissimo: Scendere nell’interiora Terrae, significa entrare nella parte più profonda del proprio essere, e lì scoprire ‘l’unum necessarium’, l’unica cosa necessaria, ciò che ci costituisce, ciò che rimarrà quando la tempesta abbatterà tutto ciò che c’è d’abbatere.
Tutte le tradizioni, anche le più antiche invitano al ‘ritorno al Centro’.
È il buio, il nascondimento, le profondità, il silenzio ad essere grembo fecondo perché qualcosa possa venire alla luce. È solo il viaggio dall’interno verso l’esterno ad essere foriero di vita. Il feto ha bisogno, come il seme, di stare nella profondità e oscurità per venire alla luce.
Nell’antico Egitto le iniziazioni si svolgevano nelle piramidi o nelle cripte interrate dei templi. In Persia si scendeva nelle grotte, mentre gli indiani d’America costruivano apposite capanne.

I misteri di Mitra venivano eseguiti in templi costruiti sottoterra, e l’iniziazione era simboleggiata appunto dalla penetrazione della pancia della Grande Madre. Nella mitologia greca, Orfeo discese nell’Ade per cercare Euridice (simbolo della sua anima perduta). Il Dio hindù Krishna discese negli inferi per cercare i suoi sei fratelli (ossia i sei chakra, essendo Krishna il chakra della corona).
Non c’è niente da fare: il primo passo per giungere in quel territorio dove finalmente si gode della vita in pienezza, che nel vangelo viene chiamato regno di Dio o regno dei cieli, è il viaggio verso sé stesso: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo» (Mt 13, 44).
«Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas», Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità (Agostino, La vera religione).
«Chi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciò che ha di più intimo, deve prima penetrare nel suo fondo proprio, in ciò che esso ha di più intimo. In effetti nessuno può conoscere Dio, se prima non conosce sé stesso» (Meister Eckhart, Sermoni).
Che l’Avvento sia il tempo del silenzio e del nascondimento. Dell’esperienza del vuoto e del distacco. Del morire a sé stessi perché possa nascere la Vita.

LA CAPACITA' DI AFFRONTARE UN PROBLEMA

 

La capacità di affrontare un problema mettendo in pratica una buona idea e una soluzione.  Casualmente, su proposta della carissima amica Cristina, ho partecipato il 22 novembre, in piattaforma, all’ultreya del martedì organizzata dalla diocesi dei cursillisti di Ravenna .

La prima cosa che ho fatto è stato quella di cercare di sapere se altre diocesi l’hanno già realizzata, se così fosse ammetterei immediatamente che l’idea geniale forse non é così originale.

Tuttavia perché interrompere e mandare in frantumi un’iniziativa, nata nel periodo del Covid-19, che trova anche oggi  una rete costituita da cursillisti, sia quelli potenziali che quelli attuali, che utilizzano i social media per ricaricarsi settimanalmente e  per mettersi in contatto diretto con le sorelle e fratelli in Cristo condividendo, la verità viva, pratica, trionfale e formidabile del nostro cristianesimo cattolico e apostolico” 


Perché continuare?  William Zappaterra, coordinatore  del territorio 6, (Toscana-Emilia-Umbria) è chiaro nel ricordare:

“Posto che ciascuno di noi dovrebbe partecipare all’ultreya tenuta settimanalmente, l’appuntamento che sviluppiamo con zoom, il martedì, deve riguardare solo coloro che, per distanza, salute, lavoro o altri impedimenti, non sia consentita la presenza fisica all’ultreya diocesana. quindi invito a fare discernimento e considerare prioritaria la presenza fisica e solo eventuale quella virtuale. Il nostro servizio continuerà, lasciando a ciascuno la propria saggezza che è bene cercarla invocando lo Spirito Santo. Ringraziamo dio di questa possibilità”.

                                                          Luigi Majorca

venerdì 25 novembre 2022

Mimmo Patania "Un cursillista che si racconta"

 Mimmo Patania 

Un bel momento di festa

 

E’ stato presentato ad Augusta, presso il salone comunale, alle 18 del 24 novembre, il libro autobiografico scritto da Mimmo Patania, decano dei pescatori di Augusta, e cursillista dell’ultreya di Augusta.


“Di acqua di mare e conzo” è il titolo di un libro di memorie vive, il racconto appassionato di una vita trascorsa a contatto con il mare, con le sfide, le difficoltà e le gioie di un mestiere antico, proprio della tradizione augustana e oggi quasi scomparso.



Domenico Patania, ovvero Mimmo, cursillista, fa anche parte della confraternita di Sant’Andrea, che riunisce da decenni i pescatori augustani.  


Ne parla Valeria Paci che ha collaborato con Patania nella stesura dei contenuti del libro. “Da quando non pesca più ha iniziato a scrivere le sue memorie di pescatore “. “Il linguaggio che usa nei suoi racconti, oggi non è più parlato. Una lingua, se non viene parlata, muore o si dimentica, in questo lavoro c’è anche il desiderio di salvaguardare un linguaggio antico, un vero tesoretto da tramandare. Non usa il siciliano che parliamo abitualmente, ma usa parole antiche che non si conoscono e non sono accessibili a tutti”.


Presente il Prof. Augusto Aliffi, Presidente del Consorzio Syrakosia, fondatore del Museo del mare frutto di un’attività costante di studio, ricerca e raccolta di un patrimonio davvero notevole messo a disposizione dei siracusani e di chiunque abbia voglia di immergersi nella tradizione vivente del mare siracusano”. 

Nel libro, oltre al racconto autobiografico “ ci sono dei riferimenti alla vita quotidiana, considerazioni sul valore del lavoro e del sacrificio,  .”.

Tra tutti i momenti che descrive c’è una bellissima “Vivenza”.

“C’è il momento in cui il padre decide che deve abbandonare gli studi per iniziare a lavorare come pescatore, oppure l’impossibilità di giocare con i ragazzini della sua età, perché con la barca tornava a casa sempre troppo tardi. In una occasione, gli dissero che se avesse voluto giocare con i suoi coetanei si sarebbe dovuto buttare in mare e raggiungere la riva a nuoto, lui lo fece davvero. L’infanzia un po’ gli è stata rubata, ha cominciato a lavorare a otto anni-

 

Scrive la prof.essa Valeria Paci, nel ruolo di correttrice di bozza " Se rovisti dentro una storia antica, li ritroverai di sicuro lì dove li avevi lasciati, i tuoi cari. Un po' per nostalgia, un po' per un senso forte di famiglia e di attaccamento, io e Mimmo abbiamo 'scaminato' tra i conzi, le nasse e i gamberetti. Con pazienza, lungimiranza e tenacia abbiamo cominciato a scavare tra le onde, con larghe bracciate e a volte pure bevendo un bicchiere di vino e acqua di mare. Ci siamo fatti sferrare, accarezzare, navigare dai ricordi, fieri di essere coscientemente parte di un flusso di vite nel cui sangue scorre, come un amico pazzo, il mare."  Un mare sapientemente illustrato nella serata, attraverso le storie vissute e raccontate nel libro, affinché vengano ricordate e raccontate le avventure dei pescatori di un tempo, quelli che partivano da Augusta per arrivare in Calabria, trasportati dalle imbarcazioni a vela, con l'aiuto del vento e dei remi.

                                             Luigi Majorca

giovedì 24 novembre 2022

IL VALORE DI UN REGALO

 di Luigi Majorca



Parlando con l’amico Orazio Vittorino, qui ritratto con il vescovo S.E. Calogero Peri, di Caltagirone mi è tornato alla memoria un libro di poesie scritto dal sacerdote Giacomo Scarlatella, edito nel 1995, 

“L’Amore poesia della vita” regalatomi a “Santo Pietro”, un paesino della provincia di Caltagirone dove si realizzavano e si realizzano i tre giorni del Cursillo della diocesi di Siracusa.







Era l’anno 2011, quando questo gentile, simpatico, amabile e preparato sacerdote cursillista mi fece gli auguri per il  nuovo anno.

Ho ripreso il testo che avevo già letto e che oggi rileggendolo mi appare quasi prezioso in questa epoca post-moderna dove raramente ci si sofferma a leggere e meditare poesie che sono state oggetto di intuizioni , magari maturate nella solitudine di notti insonni. Quanta bellezza nelle sue meditazioni, quanto carattere, quanto disagio emotivo da cancellare, quanto amore e gratitudine per la vita gratuitamente concessa, quanta saggezza e sincerità di cuore.

Nell'intimo delle sue incertezze, l’amico Giacomo ha scoperto una legge che non si è dato ma alla quale ha obbedito, la legge dell’Amore, una legge che, quando occorre, parla alle orecchie del suo cuore.  

Mi sento obbliato a riproporre ai miei lettori alcune sue poesie   che riporto nella sua interezza, nella pagina a lui dedicata, tanto sono impregnate di sentimenti semplici ma toccanti.

Mi hanno detto che l’età lo ha fiaccato, ma proprio per questo il mio affetto è oggi maggiore, in fondo   con l'età diventano preziosi  i vecchi libri da leggere e i vecchi amici da apprezzare specialmente dopo averli frequentati e  stimati.

                                                                Luigi Majorca

mercoledì 23 novembre 2022

RAGIONIAMO SU UN MESSAGGIO DI METODO.

Il convegno di studio dei Cursillisti tenutosi a   Frascati dal 21 al 24 luglio 2022 ci suggerisce delle singolari riflessioni che sarebbe interessante approfondire.


Il nostro fratello Peppe Tringali ci riporta una sintesi dell’intervento dell’Animatore Spirituale Nazionale, don Alessandro Fadda il quale, tra l’altro, dice: ” Il Carisma che lo Spirito Santo ha dato a Bonnin deve essere visto come inserito nella Chiesa, di cui tutti facciamo parte. Tornare alle fonti, alle origini del MCC significa studiare e capire il contesto in cui si inserisce il Movimento nella Chiesa.

Il messaggio che si vorrà lanciare durante questa convivenza è un messaggio di metodo”.

Riflettiamo su quanto ci suggerisce sul punto Eduardo Bonnin.

Domanda: ”Che riflesso ha il suo carisma all’interno del mondo moderno? 

Risposta: ”Sebbene non sia evidente, non voglio dubitare delle buone intenzioni di coloro che hanno sempre cercato di sfruttare la generosità personale dei nuovi convertiti, orientandola, non verso il mondo dove vivono e dove si trovano, ma verso gli impegni intraecclesiali; dall’insegnare il catechismo al far visita alla terza età, c’è tutto un ventaglio di attività che necessitano di persone generose; cosa c’è di meglio, allora che ricorrere ai cursillisti? Questo fa sì che trovino soddisfazione in quello che fanno, si sentano appagati, arrivati e così la dinamica della loro conversione, che dovrebbe essere continua, si ripiega su se stessa, soddisfatta del bene realizzato.

Sarebbe invece molto diverso e più efficace, ne siamo convinti, se il cursillista fosse orientato verso il mondo, verso il suo mondo, verso l’ambiente dove vive, per viverlo da cristiano con naturalezza, spontaneità e gioia.

Invece è stato fatto quasi sempre il contrario”

(30/05/2013 -Intervista a Eduardo Bonnin – 6° ed ultima parte)

martedì 22 novembre 2022

A CHI INTERESSA ?

 


A CHI INTERESSA ?

Monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio della Comunicazioni Sociali, ritiene che l'incontro con la "cultura digitale" sia una grande sfida e, al contempo, un'affascinante missione per la Chiesa Cattolica nel terzo millennio. Una nuova forma di evangelizzazione che avanza nelle reti sociali, dove si incontrano, sempre più spesso, persone che sono lontane e diffidenti nei confronti della Chiesa.  La missione della Chiesa è fare in modo che il messaggio del Vangelo e la figura di Gesù siano annunciati anche nel contesto delle reti sociali. Coloro che abitano le reti devono poter avere l'opportunità di conoscere Gesù. Anzi, potremmo dire, che molti uomini e donne di questo nostro tempo, probabilmente, possono incontrare Gesù solo in una rete sociale, perché, magari, non entrerebbero mai in una chiesa. 

San Giovanni Paolo II, verso la fine del suo pontificato ha guidato la Chiesa a entrare nel mondo digitale. Emozionante l’immagine che lo ritrae davanti ad uno dei primissimi personal computer. Nel 1998 scriveva«Il mondo dei media, in seguito all’accelerato sviluppo innovativo e all’influsso insieme planetario e capillare sulla formazione della mentalità del costume, rappresenta una nuova frontiera della missione della Chiesa». Questa missione negli anni successivi è stata effettivamente portata a termine grazie ai suoi successori e grazie all’avvento del web 2.0.

 

Nel 2014 papa Francesco In merito alla  trasformazione digitale, ha avuto modo di dichiarare«in questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. […] In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio.

IL 18 luglio 2022  ancora Papa Francesco

Non è un impegno da sottovalutare, “La rivoluzione dei media digitali degli ultimi decenni si è dimostrata un potente mezzo per promuovere la comunione e il dialogo all'interno della nostra famiglia umana. Infatti, durante i mesi di blocco dovuti alla pandemia, abbiamo visto chiaramente come i media digitali possano unirci, non solo diffondendo informazioni essenziali, ma anche colmando la solitudine dell'isolamento e, in molti casi, unendo intere famiglie e comunità ecclesiali nella preghiera e nel culto”.

                                                                            Luigi Majorca


domenica 20 novembre 2022

EVVIVA


Ormai ogni scusa è buona per festeggiare. Così dopo la giornata mondiale della pasta e quella del gatto,  ecco che oggi  spunta anche la mia "Giornata", niente affatto mondiale, quella di aver  raggiunto sabato 19 novembre alle 9,59 le 50.000 visite  dei post pubblicati nell’ultimo blog che curo. 

 E’ stato veramente un momento d’oro quello del mio primo blog, “cursillos di Siracusa 2014”, che riceveva 5.000 visite al mese e che era diventato una fonte autorevole di informazioni e un punto di riferimento per i lettori interessati ai specifici temi trattati.

Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. Con l’avvento dei social network, si è passati da una  lettura di contenitori più curati e affidabili ad una informazione veloce e al ritmo delle nostre vite.  

Questo è il motivo per cui  festeggio le cinquantamila visite con i miei lettori, ovvero con  coloro che   non si accontentano dei veloci input che arrivano dai Social e che invece si affidano ancora al mio ultimo  Blog, (il blog di Luigi Majorca) luogo dell’approfondimento di informazioni controllate  e, spero, non superficiali. Le immagini, poi, che sono riportate a corredo di ogni articolo non sono di archivio e non  prelevate da piattaforme a cui possono attingere tutti.

La cura della personalizzazione é massima, le esperienze personali sono racconti reali e vicini a chi li legge. L'obiettivo sarà sempre  quello di rivolgermi ad un pubblico non vastissimo e indifferenziato, ma molto selezionato e realmente interessato così da dare, in questo mondo che corre troppo in fretta ,  importanza al valore della fonte di informazione ed alla cura delle notizie.

                                                                     Luigi Majorca

sabato 19 novembre 2022

TU SEI RE

 

OMELIA Cristo Re

di don Paolo Squizzato

 Lc 23, 35-43

È re non chi ha autorità sulle persone in virtù del suo potere, bensì colui che con la sua vicinanza è fonte di felicità; egli dispone come fosse naturale di tutto il ‘potere’ che una persona possa mai avere su un’altra, ma possiede tale potere proprio perché non intende rivendicarne per sé alcuno. Ciò che egli vuole, se è veramente re, è soltanto promuovere la vita dell’altro» (E. Drewermann).

«Tu sei re?» domanda Pilato a Gesù. Sì, Gesù è re, ma di una regalità ‘altra’ e ‘oltre’ ogni regalità di questo mondo.

È re nel ridonare dignità a chi l’ha perduta, sollevando dalla polvere i deboli e i fragili, chi non si è mai sentito ‘idoneo’, pulito o a posto. Rialzando i “paralitici”, ovvero i bloccati a terra da tristi sensi di colpa o da leggi e norme promulgate da sacerdoti avidi d’ordine e pulizia, e gettate sulle spalle di creature incapaci di portarne il peso. Aprendo percorsi di libertà e distribuendo quel ‘pane’ capace di sfamare la “fame” di senso che abita il profondo, a differenza dei i re della terra intenti ad elargire il pane a gente già sazia togliendo così il primo ed ultimo desiderio di vivere.

Gesù invita i suoi a vivere con una postura regale, lavorando nel qui ed ora per edificare un regno diverso: condividendo piuttosto che prendere, dando la vita invece di toglierla, liberando da sterili norme invece che imporle, ponendosi al servizio degli altri anziché servirsene.

È dunque vero re colui che fa la verità, piuttosto che dirla o recriminarla.

Il re, in ultima analisi, non è uno che dall’alto del suo scranno può fare a meno dell’umanità, ma è un cuore che sa che il motivo fondante dell’amore risiede nell’aver bisogno dell’altro per trovare la strada che conduce a sé stessi, e quindi alla felicità.

È infatti solo amando l’altro che scopriremo chi siamo veramente.

venerdì 18 novembre 2022

OSSERVAZIONI SULLA MISSIONARIETA’


Manca nel cristiano l’ansia missionaria nell’essere fedele al mandato di Gesù. Si fa fatica a restare cristiani di fronte ai tanti eventi che quotidianamente si propongono

- La pandemia ha spinto all’individualismo ed alla privatizzazione della fede - La partecipazione liturgica è diventata un optional - Si vive in società come se Dio non esistesse - Gli scandali quotidiani che avvengono all’interno della Chiesa e della nostra Chiesa locale I richiami del Papa ai vescovi, Sacerdoti, seminaristi spesso sortiscono un effetto contrario facendo luce solo sullo scandalo.

La società non concorre più alla formazione cristiana, le famiglie hanno rinunciato ad educare in genere e nello specifico educare cristianamente. Il linguaggio della Chiesa non è spesso comprensibile alla gente comune sia nella liturgia che nella catechesi. Le comunità cristiane spesso sono insignificanti. Riemerge una forte domanda di confronto tra Fede – Scienza. La fede è confusa con manifestazioni devozionistiche che non rafforzano il cammino. Il messaggio centrale della Risurrezione non è assolutamente recepito. In molte comunità non esiste più la Catechesi per Adulti forse per l’assenteismo o per altri motivi.

Nella nostra comunità (forse) rimane sempre forte l’assillo missionario.

(estratto dalla catechesi n. 5-2022 della parrocchia S. Lucia di Augusta)

giovedì 17 novembre 2022

LA SANTA INQUIETUDINE

 Lunedì 14 novembre ad Augusta nel salone della parrocchia S. Lucia ho partecipato alla consueta ultreya del lunedì.




Dopo la preghiera ed i rituali avvisi si è  arrivati al momento più atteso: “La vivenza”, regalataci da un vecchio cursillista, Peppe Caramagno.

Il suo racconto è iniziato dalla premessa del suo vecchio vissuto, attraversando brevemente le tappe del suo percorso spirituale, del suo turbamento sino alla nuova conversione avvenuta il 31.3.1990, data della partecipazione al 10° cursillo uomini.  

Da questa premessa ha analizzato la sua “inquietudine” degli ultimi giorni e alle domande sul suo vivere quotidiano alla luce del vangelo. Si è interrogato  sul senso di ciò che accade attorno a lui e su qual’è il cambiamento che è invitato a realizzare a partire dall’esperienza vissuta come cursillista.




Dopo gli “echi” don Angelo, il nostro direttore spirituale, ha sintetizzato il tutto sollecitando i presenti a  “vedere il Signore” nel volto di ogni fratello e sorella e soprattutto nei poveri .Ha concluso su come abbiamo bisogno del discernimento quando le condizioni intorno a noi turbano la nostra pace e serenità e davanti ad esse non abbiamo ricette già pronte. La “santa inquietudine” stravolge tutti i nostri programmi,   i ritmi ordinari della nostra vita e lavoro. Ma, in tutto questo, possiamo sentire la voce del Signore che ci dice: “Coraggio! e  ricordando il significato del “ cammino sinodale, ha terminato assicurando che Gesù, oggi come allora, ci viene incontro e cammina accanto a noi, anche quando non riusciamo a riconoscerlo.

 Ultreya

                                                                      Luigi Majorca