lunedì 28 gennaio 2019

INIZIA CON UNA BELLA STORIA IL CINEFORUM AD AUGUSTA




Come è ormai tradizione sabato 26 gennaio 2019 è cominciata” La rassegna cinematografica” dei cursillisti dell’Ultreya di Augusta presso il “Centro Utopia”.


Il”Cineforum” organizzato sapientemente da Peppe Tringali ha presentato un film che, uscendo dai soliti rituali schemi,  ha allietato gli spettatori. La bellissima commedia italiana  ha scosso anche gli animi più insensibili e scettici. Lo abbiamo seguito col fiato sospeso, pronti a sorridere o a struggerci il cuore, per le sorti dei suoi buffi, dolenti, patetici, umanissimi adorabili personaggi. Lo abbiamo visto con il fiato sospeso e senza interruzioni e alla fine, appagati, abbiamo applaudito.



È seguito un interessante dibattito e la serata si è conclusa con una ricca cena condivisa.

Luigi Majorca

lunedì 21 gennaio 2019

LE FAVE LIEZZI - UNA RICETTA ANTICA

Le fave liezzi ( al dente) sono un piatto tipico della tradizione culinaria di Buccheri.
Le persone anziane raccontano che la sera prima devono essere messe a mollo con acqua fredda e in seguito cucinate per un' ora con della cipolla e del sedano aggiungendo del sale a fine cottura.
A cottura ultimata si saltavano in padella con soffritto di olio extra vergine di oliva, aglio e salsa di pomodoro, aggiungendo a fine cottura dell'origano selvatico e un filo di olio extravergine di oliva.
Le fave liezzi erano un piatto che sostituivano quelli a base di carne allora troppo costosi e i contadini potevano permettersi  soltanto piatti che non costassero troppo ma che avessero  un valore nutrizionale pari alla carne. Ragione per cui nel territorio buccherese molti campi sono, o meglio erano, seminati a legumi e quindi presenti in tutte le tavole. 
(Articolo tratto dalle ricette dell'Osteria U locale di Buccheri)

Luigi Majorca

venerdì 18 gennaio 2019

UN GIORNO DA NON DIMENTICARE

Tutto è cominciato nel 1990 quando il mio amico Rodolfo  mi invitò a partecipare all'11° cursillo uomini. Iniziò così un viaggio ricco di momenti belli e sufficienti per farmi capire che vivere nella comunità dei cursillisti doveva dipendere da un percorso diverso rispetto a quello fatto sino ad allora. Certo non sono mancate delusioni, disorientamenti ed insuccessi, ma non ho mai avuto la pretesa di valutare, giudicare e sentenziare.  La vita sarebbe impossibile se ricordassimo ogni cosa. Tutto sta a scegliere quello che non si deve dimenticare.
Non era ben chiaro come poteva andare e quale sarebbe stato l’impatto del muovo cammino.
La voglia e la sensibilità  mi hanno portato ad “ascoltare e vedere”, era, dunque,  l’inizio di una storia che oggi a distanza di 29 anni non è ancora finita.


Guardando il filmato di quella convivenza (del  2015) mi ritrovo con  amici che più non sono tra noi e, da semplice spettatore, davanti a uno schermo  rivivo un meraviglioso giorno di festa,  che  non  ho dimenticato né mai dimenticherò perché é difficile dimenticare qualcuno che ti ha dato molto da ricordare.


Luigi Majorca

giovedì 17 gennaio 2019

ENTRARE NELLA CELEBRAZIONE LITURGICA di P. Saraceno


La liturgia è il luogo dove la fede si rivela in una esperienza. L’esperienza di un’azione fatta insieme che dona senso alla nostra esistenza. L’esperienza, nata da ciò che si è vissuto, diviene una memoria. La liturgia è un luogo di incontro, un incontro dei membri dell’assemblea e un incontro con Gesù. La celebrazione liturgica, in particolare quella dell’Eucarestia, è incontro di fratelli e sorelle in Cristo, di persone diverse, differenti. Centinaia, migliaia di persone così differenti si radunano per una medesima ragione: celebrare Gesù Cristo morto e risorto. Questo è strabiliante dopo duemila anni.
Ancora, la celebrazione eucaristica è incontro con Gesù Cristo stesso, questa volta l’incontro non è solo sorprendente, ma “incredibile”.
Incontrare Dio: chi lo può osare o pretendere?
Nessuno, se non è innamorato di Dio stesso. Ed è giustamente Lui che ci invita e ci convoca per la frazione del pane. Lui che, viene a noi, ancora una volta.
L’anno liturgico infatti insegna anche il senso del tempo, cioè insegna a dare un senso al tempo che scorre apparentemente tutto uguale (Kronos).
L’anno liturgico con il suo andamento che non è ciclico, ma piuttosto a spirale e che dunque nel suo svolgersi ci avvicina al momento della Parusia, seconda e definitiva venuta di Cristo, ci ricorda che viviamo nel tempo, ma incamminati verso l’eternità.
La liturgia che è essenzialmente preghiera nella sua forma più sublime, ci mette in relazione con Dio.
Ci ricorda che l’uomo è creatura, che la nostra vita è un dono ricevuto gratuitamente da un creatore il quale nella sua essenza è esso stesso relazione d’amore e ci ha svelato in Cristo il suo volto di Padre. Ecco perché la liturgia trova la sua espressione più autentica nella dimensione comunitaria. La relazione con Dio creatore e padre non può prescindere dalla relazione con le altre creature figlie, che si riuniscono proprio come i membri di una famiglia, intorno all’unica tavola. In tutti scorre lo stesso sangue e vive la stessa carne, cioè il sangue e il corpo di Cristo che costruisce la Chiesa ed è centro della liturgia sotto la forma delle specie eucaristiche.
La presenza e l’azione di Cristo glorificato si realizza principalmente attraverso le azioni liturgiche. 

P. Angelo Saraceno


martedì 15 gennaio 2019

UOVO FRITTO CON ASPARAGI SELVATICI


INGREDIENTI PER 4 PERSONE.

*  4 uova
*  1 kg di asparagi selvatici
*  2 spicchi di aglio Siciliano
*  Pepe rosso
*  Olia extravergine di oliva


 PROCEDIMENTO

Pulire gli asparagi e lavarli.
Spezzettare la parte più tenere realizzando pezzetti di circa 2 cm.
Realizzare un soffritto d’aglio e aggiungere gli asparagi.
A cottura ultimata deporre le uova
avendo cura di non rompere iI tuorlo,
Aggiungere Salle, pepe rosso e origano selvatico.


CONSIGLIO: abbinare a questo piatto la ricotta fritta preparata separatamente.

DALLO STUPORE AD UN CAMMINO D’INTERIORIZZAZIONE


              
Trascorso il tempo liturgico d’Avvento e di Natale iniziamo il tempo ordinario.
 Dopo aver infatti vissuto la gioiosa attesa della venuta di Dio in cui abbiamo suscitato in noi e nella comunità il desiderio di in metterci ricerca che è tipico di ogni persona, stimolati dall’incontro con la Parola ci siamo scoperti cercati da Dio e da Lui amati.
 Abbiamo accolto nella nostra vita Dio realizzando così il suo sogno e nello stesso tempo ci siamo impegnati a far si che ogni giorno cresca in ciascuno di noi.
Occorre vivere nell’intimità con Dio.
Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi ma non si è costruito una casa in muratura: ha preferito piantare una tenda nel mondo e farsi pellegrino. Occorre uno sguardo da contemplativi per accorgersi che Dio è con noi. Il volto di Dio e volto nuovo dell’uomo sono svelati dal suo vivere concreto, dalle sue scelte, dai suoi silenzi, dal modo con cui ci si accosta alla gente.
 La gioia del cristiano non risiede nella soddisfazione puramente umana di aver ottenuto un successo di qualsiasi tipo. La gioia del cristiano è il frutto di un abbandono confidente nelle mani di Dio, che si realizza in maniera concreta nell’osservanza della sua Parola. Qui sta il salto di qualità, che fa cambiare tono a tutta la vita.
  Non è una realtà facile da comprendere. L’esperienza misteriosa dell’intimità con Gesù necessita di tempo per essere meditata e compresa: è l’itinerario che anche i discepoli saranno costretti a compiere sino a quando il Risorto non si manifesterà vivo e donerà loro lo Spirito Santo perché possano capire il senso più profondo e autentico del suo Vangelo e divenire testimoni. Mentre lo stupore è il primo effetto dell’incontro con Dio la fede richiede un cammino di interiorizzazione che trova nel cuore lo spazio per l’accoglienza del mistero che si fa vita: così Dio prende dimora in mezzo a noi e può rigenerare l’umanità.
 Si comprende il senso degli eventi solo se si è capaci di scendere in profondità, accettando la fatica del confronto e del discernimento. È questo il cammino che ci attende in questo tempo liturgico ordinario in attesa della quaresima.
Don A. Saraceno

domenica 13 gennaio 2019

ISSR (ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE)

"IL NOTIZIARIO"  a cura di  MARIANGELA MARESCA


Vi aspettiamo a



La gioia della santità
   volti e luoghi santi a Siracusa

La testimonianza di S. Sebastiano
e il doppio martirio

sabato 19 gennaio 2019 – ore 20.00
chiesa di Santa Lucia alla Badia
piazza Duomo, Siracusa
          
introduzione storica
Salvatore Marino

riflessione teologica
Salvatore Spataro

riflessione storico-artistica
Loredana Pitruzzello

sabato 5 gennaio 2019

“IL TEMPO ORDINARIO” di don Angelo Saraceno


Oltre ai tempi che hanno un carattere specifico (Avvento-Natale-Quaresima-Pasqua) nel corso dell’anno ci sono altre 33/34 settimane, in cui non si celebra un aspetto particolare del mistero di Cristo: ma piuttosto si ricorda il mistero di Cristo nella sua pienezza, soprattutto nelle domeniche: in queste la Chiesa settimanalmente fa memoria del Signore, celebrandone la Pasqua. Questo periodo è chiamato Tempo Ordinario.

Partecipare con fede agli appuntamenti dell’anno liturgico ci rende contemporanei di Gesù: e non solo nel senso che possiamo immedesimarci con il pensiero o con la vita nel suo tempo e nella sua vita, ma perché quando gli faccio posto a questo modo, egli penetra nel mio tempo e nella mia vita con la sua presenza che è salvezza e perdono, con la forza dirompente della sua risurrezione.
Attraverso la liturgia Cristo, nostro Redentore e sommo sacerdote, continua nella sua Chiesa e con essa e per mezzo di essa, l’opera della nostra redenzione (CCC 1069).
Infatti la liturgia significa “opera pubblica” servizio da parte del popolo in favore del popolo cioè il popolo di Dio partecipa all’opera di Dio. Ma occorre far seguire ai riti la vita.

Dio cerca una vita di comunione con noi.

Itinerario liturgico dal battesimo all’8° domenica ordinaria.
Viene proposta l’esperienza della vita cristiana come cammino personale e comunitario di dialogo collaborativo tra Dio e l’uomo credente. Il Padre si manifesta in Gesù e l’esperienza di fede si fa concreta nel riconoscere le opere di Dio, nel rendere grazie e nell’impegno di testimonianza nella vita quotidiana.
Gesù Cristo è il dono grande e definitivo che Dio ha fatto all’umanità. In Gesù il Padre raccoglie una Comunità nella quale realizzare il suo progetto di unità e salvezza. Per questo siamo invitati a camminare alla sua sequela. Accogliere il Vangelo della liberazione, (lectio divina personale e comunitaria) vivere secondo lo Spirito delle beatitudini (Silenzio e interiorizzazione, preghiera) impegnarci nella missione di praticare la misericordia: (tradurre il Vangelo in vita). Questa è la strada per dare speranza e pienezza alla nostra esistenza.

Don A. Saraceno