lunedì 30 dicembre 2019

GLI AUGURI Di CAPODANNO


Anche quest'anno siamo ormai prossimi a  fare gli auguri di buon anno ed a festeggiare il 2020 . L'aria che respiriamo in questi giorni, sembra essere diversa . Il 2020 non si presenta facile e quindi,  per evitare il peggio, auspichiamo  quanto meno la capacità di sapere invertire la rotta per avviare una fase decisamente nuova di impegno concreto preliminarmente sul piano della giustizia sociale.
Auguriamo  il miracolo della solidarietà e della bontà che sono in noi e che speriamo vengano allo scoperto e ci portino ad essere più consapevoli del nostro essere cristiani.
Mi piace rievocare  il pensiero di Papa Giovanni Paolo II  “Il futuro inizia oggi, non domani”.
E' questo l'augurio che faccio a tutti voi e alle vostre famiglie.
De Colores.
 
Luigi Majorca

L'ANNO NUOVO NELLA LOGICA DEL VANGELO


"Veniva nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo...E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi..."
La luce è indispensabile perché ci sia la vita e della vita vera che non si lascia sopraffare dalle tenebre della morte Cristo è venuto a portare nel mondo.
Questa è la sola verità che conta, questo è il dono stupendo, necessario e salvifico che Gesù ha offerto all'umanità. 
Gesù è verità, 
Gesù è il sole che non tramonta mai,
Gesù è la luce vera che illumina le nostre menti, riscalda i nostri cuori, dona vita vera.
Il Verbo prende carne nel seno purissimo della Vergine Maria, Dio si fa uomo perché l'uomo diventi Dio.
In questo mistero di luce e di amore siamo stati inseriti con il santo battesimo.
Siamo figli della luce e da figli della luce siamo chiamati ad operare.
Chi accoglie Cristo nella propria vita accoglie la luce, la verità,  la vita è questa luce, verità, vita che deve farsi carne, deve farsi testimonianza in ogni ambito dell'umana esistenza.
L'incarnazione del Verbo ha dato alla storia umana un orientamento ben preciso: la vita, la verità.
La verità fa liberi e la vita non guidata dalla verità è una vita suggestionata da tutte quelle pseudo verità che il mondo propaganda come apportatrici di benessere e di felicità. 
Accogliere Gesù bambino è dare una sterzata al nostro vivere distratto, incipiente,  orientato verso ciò che il tarlo e la tignuola  distruggono.

Sia la nostra vita solare della solarità che solo la verità sa dare. 

Sia il nostro operare nel 2020 guidato dalla logica del Vangelo in modo che la nostra vita possa diventare dono di amore a Dio e ai fratelli.



Don Raffaele Aprile

mercoledì 25 dicembre 2019

Buon Natale




Auguro a tutti i miei amici un sereno e santo Natale 2019










«Quando ero piccolo e vivevo con la mia famiglia vicino a Rieti, ogni Natale mio padre riempiva un grande spazio per realizzare un presepe con le sue mani».


Oggi,  siete i benvenuti nel mio spazio dove potete vedere la creazione di mia moglie che ha vuole ogni anno dedicare il suo, molto modesto, presepe come un viaggio attraverso la storia millenaria di questa nostra grande tradizione, un patrimonio culturale che fa parte della nostra memoria e che - con la sua realizzazione – vuole  contribuire a mantenerla viva e a riscoprirla.

Personalmente ritengo che la ricorrenza natalizia e la conseguente tradizione come il Presepe   ispirato al tema della Natività,   trasmette il messaggio fondamentale della nascita di Gesù e ci ricorda che  Dio ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita. 

Mi piace riportare la bella poesia di Trilussa che esalta  il  significato del Presepe

“Er presepio”,
Ve ringrazio de core, brava gente,
pè ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore nun capite gnente…

Pé st’amore so nato e ce so morto,
da secoli lo spargo da la croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto senza ascolto.

La gente fa er presepe e nun me sente,
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente e
nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.

Luigi Majorca

venerdì 20 dicembre 2019

GLI EREDI DELLA CHIESA


È vero, ammette il liturgista, che le prime celebrazioni della cena del Signore avevano luogo in case private (cf At 2,46) e questo continuò almeno per altri due secoli, ma ciò avveniva perché queste case erano di fatto l’unico luogo possibile per convocare la comunità locale (= domus Ecclesiae/casa della Chiesa).
I Siciliani appartenenti alla scomparsa civiltà contadina erano molto religiosi; se ne trova conferma nella letteratura e nei proverbi dialettali, ma anche nella stessa vita reale dei campi.   i Siciliani di allora intervallavano il loro duro lavoro con le preghiere. Allora si mieteva sotto il sole infuocato e si lavorava anche sotto la pioggia dallo spuntare del sole fino al tramonto, con la schiena rotta dalla fatica, pur di potere portare a casa qualche "vastedda" di pane per i propri familiari.
“LA CHIESA VENIVA A TROVARLI”.
Nei paesini montani, nei primi decenni del 900, i contadini, distanti tra di loro e lontani dal centro cittadino, tenevano nelle loro case rurali un armadio a muro, molto ben protetto, dove conservavano i paramenti sacri e le particole per la santa comunione.
La difficoltà di potersi recare in chiesa la domenica li costringeva a riunirsi, alternativamente,   nelle case degli amici più vicini per poter tutti insieme  partecipare alla santa messa officiata dal sacerdote che veniva a trovarli.
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Il 16 dicembre del 2019 don Gaetano Silluzio, parroco della parrocchia del S.Cuore di Gesù di Siracusa, è venuto nel mio condominio di ronco a via Tisia per celebrare la santa messa di Natale partecipata dai condonini e dai loro familiari malati.
I NUOVI EREDI DELLA CHIESA
La vita in condominio, si sa, non è tutta rose e fiori. Le situazioni, a volte difficili  mettono a dura prova i nervi dei condomini e gli equilibri di convivenza all’interno degli stabili. Molti di queste hanno origine da una condizione di disagio, di solitudine, di malattia, di povertà e spesso chi le vive non chiede aiuto, perché non sa di averne diritto, per vergogna o per pudore.
Ecco che allora la “santa messa” intende ripropone un proposto, un gesto che mette in risalto l’invito ad essere portatori di luce, di una testimonianza bella, gratuita e generosa nel mondo.

Luigi Majorca