lunedì 31 agosto 2020

L'ULTREYA DEI CURSILLISTI DI AUGUSTA SI INTERROGA

 Appartenenza al Gruppo Personale

Di questo si è discusso giorno 21 agosto dai fratelli e sorelle dell’Ultreya di Augusta presso l’anfiteatro del “Centro Utopia”, in attesa della ripresa delle consuete riunioni settimanali.

Dice Bonnin “Seguire Cristo e seguirlo in compagnia! Per fare questo cammino in compagnia, lo Spirito Santo ha ispirato un mezzo formidabile: La Riunione di Gruppo.

“Il Cursillo è costituito da due parti: la prima parte è costituita dai tre giorni, la seconda dalla Riunione di Gruppo e dall’Ultreya.”  

Per fare una Riunione di Gruppo è necessario formare un gruppo che Bonnin chiamava semplicemente “Il Gruppo” e che oggi noi chiamiamo “Gruppo personale”.

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Scegliere è qualcosa di molto importante nella vita di ogni uomo.

Scegliere di appartenere ad un gruppo, “al Gruppo Personale”, ad una Piccola Chiesa, è trasformare la nostra vita ed il nostro modo di agire e di pensare.

             Il Gruppo Personale dà ai fratelli e alle sorelle che ne fanno parte un senso di “appartenenza” e li unisce per uno scopo comune, per un impegno unitario: “L’Evangelizzazione degli Ambienti.

            “I Cursillos senza la Riunione di Gruppo non sono Cursillos.”

       Entrare a far parte nel Gruppo Personale ci fa vivere con i fratelli un rapporto che si fonda su una amicizia del tutto particolare. Si tratta di  portare l’amicizia a livello soprannaturale, “trasformarla da esigenza umana a strumento di santificazione della nostra vita e di evangelizzazione attraverso la nostra vita.”

             E’ una relazione desiderata, voluta e coltivata tra persone che si stimano, si rispettano e si amano: è proprio questo rapporto che a noi interessa.

            Qui cogliamo il significato più autentico della scelta del Cursillo come campo specifico del nostro apostolato: una scelta di “APPARTENENZA” che è per sua natura ecclesiale e si fonda sulla volontà di servire il Signore; una scelta di appartenenza, che ci pone nel cuore del Movimento dei Cursillos di cristianità, e in particolare nella Riunione di Gruppo.

          La Riunione di gruppo non è altro che questo, “ rendere reale ciò che Cristo ha detto: ... dove stanno due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18,20)

“Il cammino dietro Cristo si fa meglio se si è in compagnia… in cordata si scalano meglio anche le montagne”.

Luigi Majorca

 

domenica 30 agosto 2020

LA VIA DELLA CROCE NON E' UNA SCONFITTA , di don Raffaele

Ecco il vero guadagno: perdere la nostra vita per Cristo

 


"Va' dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

L'annuncio della sua passione mette paura, procura  sconcerto e Pietro nella sua spontaneità in un certo senso vuol correggere quel che Gesù ha detto e quasi quasi lo rimbrotta: "Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà!"


La reazione di Gesù non lascia spazio ad equivoco alcuno: "va' via da me, satana..." 
Pietro come gli altri apostoli pensavano che seguendo Gesù avrebbero avuto un posto privilegiato nella società.
Erano lontani mille miglia dal pensare che la sequela di Gesù comportasse  rinnegare se stessi, prendere la croce e seguirlo.
La condizione prima e indispensabile che Gesù chiede a chi si pone alla sua sequela è rinnegare se stessi, cioè mettere il proprio io al posto giusto, non dargli il primato, perché il primato spetta a Dio: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso".

L'iper io porta all'egolatria con le conseguenze amare che questo comporta: l'io stabilisce ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che è giusto e ciò che non è giusto, con la conseguenza che tutto è relativo, non esistono regole morali oggettive, la verità è "così è se ti pare".
L'umanità, colpita dal virus dell'iper io, brancola nel buio,  sbanda miseramente, vive le tragedie di guerre, di sorprusi, di ingiustizie, di indifferenza dilagante.

Il Signore ci conceda la grazia di seguire Gesù, di fare tesoro del suo insegnamento, di abbracciare con fede le croci della vita, di fare sempre e solo la sua volontà.
Don R. Aprile

domenica 23 agosto 2020

"GESU' E LA CHIESA PER ME" ...... DI DON RAFFAELE

IL MISTERO DELLE CHIAVI

"Voi chi dite che io sia?...Tu sei il Cristo il Figlio di Dio vivente te...Beato sei tu..
ti chiamerai Pietro...su questa pietra edificherò la mia Chiesa"

Gesù rivolge a me la stessa domanda: Raffaele, chi sono io per te?
Quale posto dai a me nella tua vita?
Chi rappresento io per te?
Mi conosci?
Ami la mia compagnia?
Credi in me?
Ti affidi a me?
O mi vedi come un fantasma, un intruso di cui faresti facilmente a meno?
Il tuo credo si riduce ad essere solo l'adesione ad una dottrina, ad una morale?

Sono domande che non possono, non debbono rimanere senza risposta, pena la insignicanza del nostro credo, della nostra fede.

Essere cristiani è prendere coscienza del dono che ci viene fatto: Gesù si dona a noi, ci mette a parte della sua divinità, diventiamo uno in lui, membra del suo corpo.
In lui, con lui e per lui la nostra vita ha un fine ultimo da raggiungere: conoscere, amare, servire  Dio, che Gesù, figlio del Dio vivente venuto nel mondo per salvarci ci ha rivelato, in questa vita per poi goderlo nell'altra in paradiso.

Pietro è colui che mosso dallo Spirito, pur nella sua fragilità, dà la sola  risposta valida alla domanda che pone Gesù. " Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
E Gesù a lui: tu sarai la pietra su cui edificherò la mia Chiesa, la tua fede darà forza e autorità al tuo servizio alla verità, all'unità, alla comunione di quanti saranno chiamati ad essere pietre vive del grande edificio spirituale che è la Chiesa.
Tu, Pietro, devi confermare nella fede coloro che si mettono alla mia sequela, 
tu devi essere il primo mio testimone,
fedele a me fino al martirio.

A te darò le chiavi del regno dei cieli, 
tu devi essere il punto di riferimento per la mia Chiesa, 
a te do' la responsabilità di guidare, orientare, 
servire la Chiesa con amore.

Il papa nella Chiesa ha il primato del servizio,
è servo dei servi del Signore.

Dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa.
La mia, la nostra fede in Cristo 
non può fare a meno del mio, del nostro credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
E in questo credo la Chiesa c'è il mio, il nostro vivere in comunione con Pietro, il papa.
Preghiamo perché la nostra fede non si riduca ad essere l'adesione ad una dottrina, ad una morale, 
perché Gesù sia per noi la ragione del nostro vivere, del nostro operare.
Preghiamo perché il credo in Gesù si accompagni al credo la Chiesa.
Preghiamo perché il papa che è stato chiamato a servire e confermare nella fede possa essere esempio e guida sicura della Chiesa tutta sparsa per il mondo.
Don R. Aprile

sabato 22 agosto 2020

L’ATTIVISMO DELL’ULTREYA DEI CURSILLISTI DI AUGUSTA

"La fede in dialogo con il cineforum":

 

Il cineforum, si sa, é uno strumento didattico e una occasione di dialogo.

Il cinema, grazie al proprio linguaggio espressivo e narrativo, è capace di suscitare riflessioni critiche e confronti costruttivi. Essendo tra i mezzi di comunicazione più efficaci, è l'ideale per coinvolgere “i lontani” nella fase di “pre-cursillo”.

Da qualche anno ho ripreso ad analizzare i film proiettati a cura dell’Ultreya di Augusta presso il centro “Utopia”. L’iniziativa  è nota da tempo e il suo uso offre alcuni vantaggi didattici: emozioni, sensazioni,  personaggi, racconti, protagonisti, oltre un notevole lavoro redazionale del buon Peppe Tringali per assemblare un percorso didattico, diverso ogni anno, che possa costituire un utile parallelo con l’attività religiosa del movimento dei Cursillos .



Una delle cose che ho amato di più dell’estate è il cinema all’aperto. Quand’ero piccolo adoravo vedere vecchi film sulle poltroncine di legno verde scolorito del cinema in piazza S. Lucia a Siracusa.

Così oggi, anche se l’estate la passo fuori città, ho cercato sempre di rintracciare rare proiezioni all’aperto  di  film che mi permettessero di ricordare  nel caso della Sacra Scrittura,  il metapersonaggio “Dio” contornato da una notevole assemblea di personaggi più o meno minori tra cui certamente spiccano alcuni più di altri come Abramo o Mosè nell’antico testo, Gesù e i suoi apostoli nel nuovo.

Sono stato accontentato, così nel  cineforum di questa estate presso il centro Utopia ho assistito ad alcune delle proiezioni di : Abramo, Mosè, Davide, S. Pietro; si è trattato, di analizzare i dei film che mi permettessero di   rileggere   la sacra Bibbia in vista di una sua possibile interpretazione, personale, critica o pastorale.

 

Luigi Majorca

venerdì 14 agosto 2020

FERRAGOSTO,” LA CELEBRAZIONE DELL’ASSUNZIONE DI MARIA” DI DON RAFFAELE

  MARIA SEGNO DI SPERANZA E DI CONSOLAZIONE

Nel canto del Magnificat della Vergine Maria al saluto della cugina Elisabetta sta la grandezza di questa donna, già vaticinata agli albori dell'umanità.

" Io porro' inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".

Maria è la donna che ha schiacciato il capo del serpente infernale, è colei che con il suo eccomi " fiat" ha dato il via alla nostra salvezza.

Maria è la madre tenera del Verbo, Dio con il Padre e lo Spirito Santo.

Come Cristo nostro Signore e Salvatore è morto, è risorto e asceso al cielo, così era altrettanto giusto che colei che è la madre del Salvatore partecipasse da subito, dopo la sua morte, alla gloria del Risorto in anima e corpo.

 L'assunzione della beata Vergine Maria è la conferma di quanto avverrà, alla fine del mondo, a tutti coloro che hanno seguito fedelmente Cristo nel loro pellegrinaggio terreno

Siamo fatti di terra ,ma non siamo fatti per la terra.

La nostra vera patria è il cielo.Saremo cittadini del cielo se come Maria sapremo dire il nostro eccomi senza riserve a Dio,se cercheremo di non venire meno a questo nostro impegno,se daremo a Dio il primo posto nella nostra vita,se ci lasceremo guidare dall'amore in ogni nostra azione,se non fuggiremo davanti alle difficoltà, ma le affronteremo con la forza che Dio non manca mai di fornirci.

Don R. Aprile

 

domenica 9 agosto 2020

COMMENTO ALLE LETTURE DI DON RAFFAELE

 CORAGGIO, NON AVERE PAURA, UOMO DI POCA FEDE

La barca con Pietro alla guida e gli altri apostoli, sballottata dalle onde del mare, è metafora del cammino della Chiesa nella storia. 

La Chiesa è  chiamata a svolgere la sua missione in questo mare del mondo, a volte calmo, altre volte agitato.

Se chi guida questa barca, dovesse disgraziatamente non  riconoscere più Gesù, dimenticarsi che Gesù è presente e vivo e

non è un fantasma di cui aver paura, la Chiesa correrebbe il rischio reale di affondare.

La fede consapevole e adulta, temprata dalla studio  della parola di Dio, non edulcorata e interpretata a proprio piacimento, dà sicurezza alla barca e la rende capace di reggere all'urto delle onde del mare in tempesta.

La tempesta che rischia di fare affondare la barca di Pietro sono le persecuzioni, gli scandali, l'incoerenza di quanti sono alla guida di questa barca.

Ogni cristiano è chiamato a fare la sua parte affinché la Chiesa compia con fedeltà la missione assegnatale da Gesù:  diffondere la verità, spendere la vita per amore.

don R. Aprile

domenica 2 agosto 2020

LA RIFLESSIONE DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE

IL MIRACOLO E' UN DONO
Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna, profeta amato e seguito dal popolo, è stato decapitato per ordine di Erode.
Gesù prova grande sofferenza e decide di ritirarsi tutto solo, ma la folla lo segue e Gesù non si tira indietro , compie tanti miracoli, guarisce tanti infermi, non cessa di annunciare la buona novella.
Sente compassione di quella folla e si rivolge agli apostoli perché diano da mangiare.
Quella folla non è più una folla anonima, intorno a Gesù tutti sono una cosa sola ed ecco la condivisione di quanto ognuno aveva portato per se che viene consegnato agli apostoli e messo a disposizione di tutti.
Sarà questo lo stile della chiesa dei primi tempi, così come ci viene descritto negli atti degli apostoli.
La carità non è astratta, ma concreta e gli apostoli sono chiamati a svolgere il loro servizio avendo presente e i bisogni materiali e i bisogni spirituali del popolo affidato alle loro cure.
Loro compito primario è fornire il cibo per l'anima attraverso  l'evangelizzazione e l'Eucaristia, vero cibo e vera bevanda che dona la vita.

Ecco il miracolo grande di quei cinque pani e due pesci con cui viene sfamata la folla.
Condividere è il verbo dell'amore.
Don R. Aprile