NOTE DELL'AUTORE don Giacomo Scarlatella
"L'amore poesia per la vita". E' questo il pensiero ricorrente nella mia mente, che mi ha spinto a scrivere questo terzo lavoro e presentarlo, senza grande pretesa letteraria, ai cari lettori.
"Inesorabilmente"
Stazione dopo stazione,
arrivi sempre ad una
stazione,
giorno dopo giorno
arrivi
inesorabilmente all’ultimo giorno
“Risorgi”
Oggi è
morto un vecchio mondo,
oggi è
risorto un nuovo mondo:
è il
tuo mondo che muore, che risorge, se
tu
risorgi.
“Ogni
uomo”
Ho
visto due colombe andare a volare verso la stessa direzione.
Ho
visto due passeri andare a volare verso la stessa direzione.
Non ho
visto mai due persone umane andare ad orientarsi verso la stessa direzione!
Sì , ogni uomo è un’isola.
Don Scarlatella ci offre un intreccio di “pensieri che diventano poesia”. Nelle sue poesie troviamo i temi fondamentali della nostra esistenza: Amore, Morte e Vita. In “gufo” sono in contrasto la Morte e la Vita simbolo della vita è la bellezza rappresentata dalla “notte ricca di stelle e dal pallido chiarore della luna illuminata”. In Isola Bella, simbolo della Morte è il canto “sempre monotono” del “gufo invisibile”. (Annamaria Garro)
"GUFO"
*Ho sentito il tuo canto nella
notte... gufo invisibile
sempre monotono
!!!
*Mestizia e
paura hanno perverso lo spirito e le cose intorno.
*E’ triste il
tuo canto, gufo della notte..!!
*Anche se la
notte é ricca di stelle e dal pallido chiarore della luna
illuminata.
*E’ triste il
tuo canto, gufo della notte
*Se senti il
tuo canto dal vento gagliardo della notte spezzato o l’abbaiare di cani arrabiati
!
*E’ triste il
tuo canto, gufo della notte !
*E’ triste il
tuo canto, gufo della notte, perche presagio di vita che si spegne non di
piante o d’animali,
*ma…..
*di madre,di
padre, di fratello, di figlio, dell’amico più caro.
*E’ triste il
tuo canto, gufo della notte.
*Ho sentito
tutto questo in giorni di tristezza e di paura nella terra, l’ISOLA BELLA,
insanginata e terrorizzata da morte nemica e ingiusta.
Ma “il triste presagio di vita che si spegne” si risolve nella sua indiscussa, incommensurata fede e contempla la vita dell’uomo come preludio della vita eterna alla Celeste Gerusalemme. Il tema della Morte riaffiora, ancora una volta ”agghiacciante” nella poesia “ho visto” in cui affronta un importante ed attuale tema sociale. (Annamaria Garro)
Sogno con il sapore della realtà.
*Camminavo per sentieri impervi: non strade segnate, non vie tracciate, non pietre dove i piedi appoggiarvi.
*Con un gruppo di amici e parenti amati si andava
incerti, di una meta e di altri amici.
*Fosse giorno o notte, non si capiva, ma si intuiva che
al giorno, seguiva la notte.
*La pioggia sbatteva violenta, scorrevano come fiumi
in piena rigagnoli di acqua piena che, precipitosa batteva violenta.
*Dove eravamo? Ci eravamo? Cosa cercavamo? Perché andavamo?
*Era sogno, era sogno, che sembrava realtà, ma, aveva
la piena certezza del sogno.
*Nonostante tutto, la serenità, la pace e una gioia
capace di affascinarmi tutto.
*Si camminava e nessuna stanchezza si batteva su
ciascuno di noi, ma ognuno di noi, riusciva a dominare ogni stanchezza.
*Strana e bellissima visione … eravamo dentro nicchie
etrusche, mentre, da finestre bianche venivano a noi incontro anime in visione.
*Pregavamo e supplicavamo “Ave nostra Madre Maria”.
Insieme rispondavamo alla prece pia e tutti
festa gioiosa facevamo.
*Chi eravamo? Uno disse: ”anime noi siamo”, disse “e
come voi eravamo”.
*Dove andiamo insieme festa facendo e gioia provando? Alla
Celeste Gerusalemme andiamo insieme!!!
*Dal fondo di un bianco caseggiato, bella si avvicina
un’ombra e mi abbraccia:, mi stringe alle sue braccia: è mia madre, sempre più
bella.
*Due e più personaggi con particolare affetto a me si
affrettano; sono proprio loro che aspettano: Giuseppe, mio padre ed altri,
parte del mio affetto.
*Guarda ancora chi si vede, Santa, Elvira, Giovanna,
Salvatrice, Maria, Paola, Grazia, Rosetta, Giuseppe, Sonia, Franco, Filippo,
Peppe, Rosaria, Annetta, Davide.
*E poi un’altra ombra… “Chi Sei?” Gli chiedo
felice. “Sono Giacomo, il tuo io, con in mano il calice: pastore e giudice
in ombra”.
*Ma il vento gagliardo della notte, ruppe in un baleno
l’incanto di un sogno, che la realtà ti dava quella notte.
*Tutti noi siamo in cammino verso la Celeste
Gerusalemme.
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