sabato 30 gennaio 2016

FESTEGGIANDO DON BOSCO

Sabato 30 gennaio è stata festa grande all'Oratorio perché abbiamo ricordato SAN GIOVANNI BOSCO, il prete dei ragazzi! L'abbiamo fatto con la preghiera, i canti, la visione di uno spezzone tratto dal film "Don Bosco", con l'animazione della

Santa Messa delle ore 19, ma anche con tanti, tanti giochi!! 

Il cortile, vestito a festa, ha visto bimbi, ragazzi e genitori divertirsi tentando tiri a canestro, dimostrando agilità ed equilibrio sulla trave, leggiadria nel salto in lungo, mira nel lancio delle monetine, mano ferma nel gioco delle due bacinelle e sincronia nel trasporto abbinato. 
Alla fine, ha vinto solo la voglia di stare insieme!! Grazie sempre a tutti gli animatori per l'impegno, i sorrisi e la disponibilità, perché "l'educazione è cosa del cuore" e loro lo sanno bene!!

venerdì 29 gennaio 2016

Una grande festa all'Oratorio

Importante la partecipazione dei genitori, tutti invitati.

Sabato 30 gennaio festa grande all'Oratorio!! Perché??! Perché vogliamo ricordare e festeggiare Don Bosco, il prete dei ragazzi!! Appuntamento per tutti i bambini, i ragazzi e i genitori alle 16.15! Trascorreremo insieme un momento di riflessione, un pomeriggio di giochi e poi merenda e animazione della Santa Messa delle ore 19!! VI ASPETTIAMO!! "L'educazione è cosa del cuore", diceva Don Bosco. E noi, all'Oratorio, ce lo mettiamo tutto!!

domenica 24 gennaio 2016

DIARIO DELL'ORATORIO N. 6 DEL 23.01.2016

Sabato all'Oratorio abbiamo parlato di REGOLE e di quanto sia importante imparare a rispettarle, in ogni ambiente che frequentiamo! Curiosi di sapere come se l'è cavata Francesco con le regole di casa?! Allora BUONA LETTURA!! ..e complimenti sempre ai nostri piccoli artisti: bravi!! (i disegni sono opera dei bambini).

Quella sera la mamma si era davvero arrabbiata!!
Francesco, tornando dall'allenamento, aveva messo piede in casa senza nemmeno salutare, lanciando il borsone sul divano, il giubbotto contro la poltrona, sporcando tutto il pavimento di terra e polvere, perché non si era minimamente preoccupato di pulirsi le scarpe prima di entrare. Poi, passando dalla cucina, si era pure preso al volo, senza lavarsi le mani, un pezzo di pizza, che la mamma aveva preparato per cena, facendo molliche per tutto il corridoio. Insomma, nel giro di pochi minuti, aveva messo in disordine e sporcato ogni stanza in cui era entrato.
La mamma allora aveva cominciato a chiamarlo, a rimproverarlo, ma Francesco aveva pure gli auricolari con la musica a tutto volume e non sentiva nulla. «Oggi, ha proprio esagerato!», pensò ad alta voce la mamma, mentre, arrabbiata, gli sfilava gli auricolari. Poi, disse a Francesco di andare subito a farsi la doccia e di rimettere al suo posto quanto aveva sparso per casa. «E stasera niente televisione!!», aveva sentenziato alla fine.
Vedendo come fosse sparito dal volto della mamma il sorriso rassicurante che sempre aveva per lui, Francesco capì di averla combinata davvero grossa. Quel rimprovero era stato come ricevere un cartellino rosso!! Così, fece tutto quello che la mamma le aveva detto e, dopo cena, andò da lei con un grande cartoncino e una scatola di pennarelli colorati. Aveva capito di aver sbagliato perché aveva trasgredito tutte le regole di casa. Le chiese scusa e chiese poi alla sua mamma e al suo papà di provare a scrivere insieme sul quel cartoncino tutte le regole che andavano rispettate: vederle scritte e scriverle tutti insieme lo avrebbe certamente aiutato a ricordarsene più facilmente.
Ma chissà se anche Mosè aveva mai avuto a che fare con così tante regole da rispettare??!

Il popolo d'Israele era da tempo in cammino nel deserto, verso la terra promessa, quando piantò le tende ai piedi di un'alta montagna, il Monte Sinai. Là, Dio chiamò Mosè sul monte per quaranta giorni, poi gli diede due tavole di pietra su cui erano scritte dieci leggi, i dieci comandamenti. Il Signore disse a Mosè: «Io faccio un'alleanza con il mio popolo. Se esso osserverà queste dieci leggi, io sarò il suo Dio, lo guiderò e lo proteggerò. Questi sono i comandamenti:

Io sono il Signore Dio tuo!
                    Non avrai altro Dio all'infuori di me.
                    Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio.
                    Ricordati di santificare la festa:
            sei giorni lavorerai, il settimo è sacro al Signore.
                    Onora tuo padre e tua madre.
                    Non uccidere.
                    Non commettere atti impuri.
                    Non rubare.
                    Non dire il falso.
                    Non desiderare le cose del tuo prossimo.
                    Non desiderare la moglie o il marito del tuo prossimo».

Allora Mosè scese all'accampamento e, alla presenza di tutto il popolo, parlò del patto che il Signore proponeva, e lesse la legge che il popolo doveva impegnarsi a rispettare in cambio del potente aiuto di Dio.

Tutti ascoltarono e si impegnarono, anche per i propri discendenti.

venerdì 8 gennaio 2016

DIARIO DELL'ORATORIO 5

 DIARIO DELL'ORATORIO 5 !!
Ci si può "liberare" di una paura?! Si può avere il "coraggio" di accettare e superare positivamente qualcosa che è andato storto?! Sì!! Sabato ne abbiamo parlato all'Oratorio, prendendo spunto dalla storia di Francesco, il personaggio guida di quest'anno, e leggendo un altro episodio della vicenda di Mosè. BUONA LETTURA!!
..e complimenti sempre ai nostri piccoli artisti che trasformano in disegni e scritte coloratissime le nostre riflessioni! BRAVI!!

«Alzati, pigrone! Stamattina ci aspetta un bel giro in bici!!», gli aveva strillato entusiasta il suo papà. Ma Francesco non ne voleva proprio sapere di alzarsi dal letto e, soprattutto, di andare in bici. Era un sabato mattina e, come ogni sabato, Francesco non aveva scuola: non desiderava altro che dormire un po' di più!! E poi a Francesco non piaceva andare in bici. Anzi, a dirla tutta, Francesco aveva proprio paura di salire su una bici, da quando, un pomeriggio, era caduto e si era quasi rotto un braccio. Ma il suo papà insisteva perché Francesco riuscisse a LIBERARSI di quella paura. Doveva fidarsi del suo papà, è vero. Ma Francesco sapeva bene che serviva anche tirar fuori un po' di CORAGGIO per superare, una volta per tutte, quella difficoltà. Così, ancora un po' assonnato, si alzò dal letto, deciso a mettercela davvero tutta stavolta. Quando arrivarono alla pista ciclabile trovarono proprio tanta gente. C'era un sole bellissimo, non c'era per nulla freddo e sembrava quasi una mattina di primavera e non un sabato di gennaio. La paura di Francesco, però, aumentava sempre di più: adesso, non solo aveva paura di farsi male, ma pure di fare una figuraccia e magari di essere preso in giro, cadendo davanti a tutte quelle persone. Ma il suo papà era lì, accanto a lui, con un sorriso che valeva più di mille incoraggiamenti. La bici era pronta. Francesco fece un bel respiro e montò su. Alle prime pedalate traballò un po', sembrava quasi che stesse per perdere l'equilibrio, ma subito diede una sterzata che lo fece andare spedito. Ce l'aveva fatta!! Si era affidato al suo papà, aveva dato prova del suo coraggio e si era finalmente liberato di quella paura. Come si sentiva leggero adesso!! E dopo quella lunga pedalata, si sdraiò sotto un albero e riprese a leggere il suo libro. Chissà come andava avanti la storia di Mosè?!

... Diventato adulto, accadde a Mosè un fatto insolito. Mentre, nel deserto, stava pascolando il gregge di suo suocero, Mosè vide un cespuglio in fiamme: il cespuglio bruciava, ma non si consumava.
«Voglio avvicinarmi ad osservare come mai» disse con stupore Mosè. Quando si fu avvicinato, sentì una voce provenire dalle fiamme:
«Mosè, Mosè!»
«Eccomi!»
«Non avvicinarti oltre. Togliti i sandali, perché il luogo dove ti trovi è terra santa. Io sono il Signore, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Ho visto le sventure del mio popolo schiavo in Egitto e ho scelto te per liberarlo. Ti recherai dal Faraone a dirgli di liberare il mio popolo e lasciarlo partire».
«Chi sono mai io, Signore, perché il Faraone mi dia retta?»
«Io sarò con te» lo assicurò il Signore.
E Mosè si avviò verso l'Egitto, per compiere la difficile missione che Dio gli aveva affidato. Mosè annunciò al Faraone, che non voleva lasciar partire gli Ebrei, che gli servivano come schiavi per costruire le sue città, i molti castighi che Dio gli avrebbe mandato. I castighi, le famose "piaghe d'Egitto", puntualmente si verificarono: l'acqua di tutto l'Egitto fu cambiata in sangue, il paese fu invaso dalle rane, dalle zanzare, dai mosconi, molti animali morirono, gli Egiziani furono colpiti da ulcere, i campi furono devastati prima dalla grandine e poi dalle cavallette, e per tre giorni tutto il paese d'Egitto fu immerso nel buio. Ad ogni castigo, il Faraone mandava a chiamare Mosè e gli prometteva che avrebbe lasciato partire il popolo d'Israele, ma, appena il castigo terminava, cambiava idea. Allora il Signore annunciò la piaga più grave: la morte di ogni figlio primogenito degli Egiziani, dal figlio del Faraone al figlio dell'ultimo servo. Così accadde: nella notte annunciata, morirono tutti i primogeniti degli Egiziani, mentre nessuno fu colpito del popolo d'Israele. I primogeniti degli Ebrei si salvarono, perché il Signore aveva ordinato al suo popolo di segnare le porte delle proprie case con il sangue di un agnello. L'agnello poi doveva essere arrostito al fuoco e mangiato in fretta, insieme con erbe amare, in piedi, con il bastone in mano, pronti tutti a partire perché il Faraone stava per dare il permesso. Quella cena fu detta Pasqua, parola che vuol dire "passaggio": il "passaggio" del Signore che, vedendo il segno del sangue dell'agnello sulle porte delle case, aveva risparmiato dalla morte i suoi amici; ma anche il "passaggio" che il Signore aveva fatto compiere al popolo d'Israele dalla schiavitù dell'Egitto alla libertà nella terra promessa. E infatti, appena consumata la Pasqua, il popolo di Dio lasciò definitivamente l'Egitto e si avviò, con l'aiuto di Dio e sotto la guida di Mosè, verso la sua nuova patria. Il Faraone aveva dato agli Ebrei il permesso di partire, ma, ben presto, se ne pentì, e allora si lanciò al loro inseguimento, per riportarli indietro. Li raggiunse in prossimità del Mar Rosso. Mosè e i suoi si trovavano in una situazione drammatica: il mare davanti e l'esercito del Faraone alle spalle. Tutto sembrava perduto, quando Dio intervenne con uno dei suoi più strepitosi prodigi. Per tutta la notte il Signore Dio fece soffiare un forte vento che sospinse le onde, e il mare si aprì, creando un passaggio per il popolo d'Israele, che poté camminare sicuro e a piedi asciutti fino a raggiungere la sponda opposta. I carri del Faraone si lanciarono all'inseguimento lungo lo stesso passaggio, ma mentre lo stavano percorrendo le acque tornarono al loro posto, travolgendo gli inseguitori. Gli Ebrei furono salvi, e tutti insieme ringraziarono il Signore.

lunedì 4 gennaio 2016

23° Concerto per la Pace

Click to play this Smilebox slideshowPer la giornata mondiale della Pace, la Chiesa del  Sacro Cuore di Gesù di Siracusa  guidata dal parroco don Gaetano Silluzio ha aperto il nuovo anno con un“Concerto di Capodanno” per violino, viola e violoncello eseguito domenica 3 gennaio dalla "la Giga" ensemble diretta dal maestro Marco Terlizzi.   Ad entusiasmare il numeroso pubblico, accorso in  chiesa è stata una particolare selezione musicale. 
E' stato presentato un interessante programma iniziato con "Meditazione di Preghiera di G.B. Viotti, proseguito con il Concerto in La min. op III n.6, con il Concerto in Mi magg op III n.12 e con il Concerto in mi. min op III n.4, tutti  di  A. Vivaldi, per concludere con il canto Natalizio White Christmas.
Si sono esibiti al violino:Christian Bianca, Alexander Castagna, Sara Cilea, Lorenzo Conti, Cristina Fanara, Lucia Gionfriddo, Rossella Macca, Davide Saya e Alessandro Zaffiro; alla viola Matteo Blundo; al violincello Susanna Kimbell e Lorenzo Cilea.