Parrocchia S. Cuore di Gesù


    
La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù  è stata ufficialmente istituita il 7 ottobre del 1963. Tuttavia la prima comunità e l'idea di erigere una chiesa parrocchiale nel nuovo quartiere cittadino dello "Zecchino" risalgono al 1956. Quell'anno, infatti,  l'Arcivescovo del tempo, Mons. Ettore Baranzini,  resosi conto che occorreva costruire una chiesa e dare la guida spirituale degli abitanti del quartiere ad un sacerdote, affidò al Sac. Matteo Pino ed al Movimento dei Focolari, di cui il sacerdote faceva parte, questa zona della città di nuova espansione. Pur se impegnato in seminario e già rettore di un'altra chiesa, per oltre sei anni, don Pino si impegnò con energia nel suo apostolato coadiuvato, oltre che dai Focolarini, anche da numerosi volontari del quartiere. 

In mancanza di una chiesa, le celebrazioni avvenivano in luoghi di fortuna: inizialmente in una stanza dell'asilo della POA, poi nella baracca in muratura di un cantiere edile; talora, quando il bel tempo lo consentiva, sotto un albero di ulivo, nel campo vicino all'asilo della POA, ora in un garage, infine nell'attuale salone della Chiesa parrocchiale, allora già in costruzione. Si giunse così ai primi mesi del 1963, quando l'Arcivescovo Baranzini incaricò il Sac. Giuseppe Tringali di prestare la sua opera sacerdotale nel quartiere dello Zecchino. In qualità di reggente dell'erigenda parrocchia, Don Tringali istituì i vari rami dell'Azione Cattolica e preparò il terreno per l'erezione ufficiale della parrocchia. Il 30 giugno di quello stesso anno fu festeggiato per la prima volta il Sacro Cuore di Gesù, titolare della Chiesa in costruzione, e fu solennemente portata in processione, per le vie del quartiere, una statua del Sacro Cuore chiesta in prestito alla Chiesa di San Giuseppe in Ortigia. Don Tringali lasciò il suo incarico quando fu nominato il primo parroco, il Sac. Paolo Gallo.
La Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù è stata istituita ufficialmente il 7 ottobre 1963, quando Mons.Ettore Baranzini consegna la nascente Chiesa
a Padre Paolo Gallo, il quale si mette subito all'opera con fervore trasformando in cappella permanente il salone attiguo alla Chiesa in costruzione, dando un nuovo impulso all'Azione Cattolica ed iniziando la sua opera di evangelizzazione della parrocchia.Il 19 marzo 1964, festa di San Giuseppe, l'Arcivescovo di Siracusa Mons.Giuseppe Bonfiglioli, benedice la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù ancora rustica ed incompleta, per poter accogliere i fedeli durante le celebrazioni liturgiche.Il primo gennaio 1993, dopo trent'anni di sacerdozio alla guida della parrocchia, il parroco Paolo Gallo lascia i suoi fedeli e i collaboratori per dedicarsi agli ulteriori incarichi ricevuti nella diocesi di Siracusa.

Il 2 gennaio fa il suo ingresso nella parrocchia il sacerdote Gaetano Silluzio, parroco della Parrocchia di Cristo Re di Lentini e fino a giugno del 1984 vicario parrocchiale della nostra Parrocchia. Per lui si è trattato dunque, di un gradito ritorno, in una comunità e in un quartiere nei quali aveva prestato già in passato il suo servizio sacerdotale.
La Parrocchia conta più di 13.000 anime ed é ubicata in Siracusa Piazza Papa Giovanni XXIII.

IL PRECEDENTE PARROCO
Nato a Sortino il 14 settembre 1946, Padre Gaetano Silluzio è stato ordinato sacerdote il 2 ottobre 1971 a Sortino. La sua formazione si è svolta presso il Seminario di Siracusa, lo Studio Teologico di Catania e la Pontificia Università Lateranense, presso la quale ha conseguito la licenza in Teologia e la licenza in Diritto Canonico. Già parroco della parrocchia di Cristo Re di Lentini, é stato parroco della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Siracusa dall' 1 gennaio 1993. Giorno 2 ottobre del 2022 ha compiuto 51 anni di Sacerdozio e il 23 ottobre del 2022 ha lasciato, 
per raggiunti limiti di età, la parrocchia al nuovo Parroco, don Salvatore Musso a cui si affianca come Vicario Parrocchiale Don Paolo Amara.
Don Paolo Amara, Vice-Parroco

E' nato ad Augusta il 22 luglio 1992, ordinato Diacono il 10 dic. 2017, ordinato sacerdote da S.E. Mons. Salvatore Pappalardo il 30 giugno 2018. E' Stato vice-parroco nella parrocchia Sant. Maria della Consolazione in Belvedere dal 2018 quando é stato assegnato come vice-parroco nella parrocchia del S. Cuore di Gesù in Siracusa il 23.ott.2022.

Da sempre  Parrocchia assiste le famiglie più disagiate con un dono-spesa mensile.
Ad oggi, le famiglie assistite sono circa un centinaio.
L'attuale crisi economica, però, ha ridotto gli aiuti della Comunità Europea.
Per questo motivo, per dare continuità al nostro servizio parrocchiale,
abbiamo pensato di ricorrere alla vostra generosità,
istituendo la "LAVAGNETTA DELLA CARITÀ", che trovate,
entrando in chiesa, accanto alla statua di Sant'Antonio.
Su di essa sono segnalati ogni mese gli alimenti necessari
a completare un pacco-tipo.
Per contribuire, basterà portare in chiesa uno tra gli alimenti segnalati
e lasciarlo presso gli uffici parrocchiali.

Nel Vangelo di Marco la carità e la compassione del Signore sono così espresse: «In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: Sento compassione per la folla;
ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare».

Come sarebbe diverso questo mondo
se noi credenti imparassimo ad avere lo sguardo di Gesù:
«Sento compassione per la folla»!
Sentire compassione significa accorgersi che c'è qualcuno (forse tanti)
che vive peggio di me; significa aver compreso
che c'è più gioia nel dare che nel ricevere.
Avere compassione significa avere un cuore umano:
è una grazia che dobbiamo implorare a Dio
per non morire di egoismo e di infelicità!


 LA CHIESA DEL S. CUORE DI GESU’

La chiesa del «Sacro Cuore» si allaccia sulla piazza Giovanni XXIII, tra il viale Zecchino e la confluenza delle vie Gagliardi e Laurana.

La sua architettura s’ispira a un rigoroso linea­rismo, come nello stile del nostro tempo. La facciata, costituita da un piano centrale leggermente avanza­to rispetto ai due piani laterali, non ha nulla che dia movimento alla sua geometricità se non le ondula­zioni, a spigolo vivo, della copertura a capanna del- l'esonartece. Nel loro ritmo rientrano le tre finestre a sguancio che, del prospetto, sembrano accentuare la direttrice verticale.

Incornicia tutt’intorno la costruzione una ci­masa a filetto, sulla quale poggia un timpano trian­golare, nel cui vertice è intagliata - ed ha come sfondo il cielo - una croce. A destra, da! corpo stesso della fabbrica, sporge, a pianta quadrata, la cella campa­naria; e dànno leggerezza alla sua struttura le fine­strelle rettangolari, tre per ogni lato, che in altra età si sarebbero riunite a formare trifore graziose ed eleganti.

* * *

La pianta della chiesa è a croce latina e ad uni­ca navata, con transetto a breve sviluppo ed àbside poligonale; due pilastri sormontati da un architrave - gli uni e l'altro elementi portanti della costruzione - separano, a guisa d’arco trionfale, il presbiterio dal­l’aula.

Una serie di lesene - tre per parete - a doppio listello e a tutt'altezza, scandisce le superfici mura­rie: gli scomparti che ne derivano s'incurvano in lievissime lùnule, nel cui fondo si slanciano verso l'alto agili finestre a strombo di forma rettangolare. Più ampie, ed anch'esse rettangolari, sono le due finestre che sfumano le penombre del transetto di un chiaro lume di cielo, creando, intorno al fonte bat­tesimale e alla raggiera che custodisce la pìsside, angoli suggestivi propizi al raccoglimento e alla preghiera.

La semplificazione delle strutture dilata la di­mensione dello spazio, e conferisce all'insieme un’ armonia che par sintonizzarsi con l'armonia spiri­tuale della Comunità che nella chiesa si raccoglie. La luce d'oro che filtra dalle vetrate, mentre si atte­nua in toni chiaroscurali nella conca dell'àbside, si diffonde nella navata come un fluido immateriale che, scivolando sulle pareti, sembra spetrarne la materia: lo spazio diventa luminosità, direi quasi una vibrazione naturale del soprannaturale.

Semplici gli elementi decorativi. Candelabri e supporti di leggìi, in ferro battuto, s'aprono in cespi stilizzati di aculei; alle pareti, sei trittici di basso- rilievi in terracotta narrano, con la continuità di una sequenza drammatica, le stazioni della «Via Dolo­rosa»; sui muri frontali del transetto le gigantografie di due disegni, dal ductus nero su ocra gialla, rap­presentano il Battesimo di Gesù e l’istituzione del­l’Eucaristia: se la prima, col suo linguaggio scarno ed essenziale, fa pensare a certa ingenua espressività dei Primitivi, l’altra richiama alla memoria, con la solennità ieratica del Cristo, le figurazioni musive splendenti nelle basiliche ravennati.

Ai lati del transetto sono esposte all'adorazione dei fedeli le immagini lignee, bellissime, del Reden­tore e della Vergine












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