MI AMI TU PIU' DI CHIUNQUE ALTRO ?
Scegliere di seguire Cristo che chiama alla sua sequela non è uno scherzo, un gioco a perdere, ma una scelta radicale che vuole coerenza, rettitudine di coscienza, valori che devono ritmare le scelte quotidiane che andiamo facendo.
Gesù deve avere il primo posto nella nostra vita.
Il suo amore deve modellarci e farci essere dono di amore per i nostri fratelli.
Solo così saremo nel mondo lievito, sale di umanità vera, sanata dalla grazia, solidale e fraterna.
Don R. Aprile
domenica 28 giugno 2020
domenica 21 giugno 2020
LA RIFLESSIONE DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE
CONTRO LA PAURA
"Non abbiate paura" è il richiamo insistente di Gesù rivolto a
chi si pone alla sua sequela".
La paura uccide la speranza
mette a repentaglio la fede
avvelena i rapporti interpersonali
carcera la persona nel proprio io
porta all'inazione, toglie la libertà personale
fa succubi di chi detiene il potere.
L'esortazione di Gesù arriva a noi in un momento in cui un killer
invisibile, il coronavirus, si è intrufolato nella nostra vita e l'ha
letteralmente stravolta.
L'abbiamo affrontato con coraggio o ci siamo lasciati prendere dalla paura?
Paura che ci ha allontanato dagli altri, ha dato un colpo mortale
all'economia,
ha prodotto disoccupazione, angoscia, rabbia
ha fatto chiudere le nostre chiese,
vietato di partecipare alla santa messa
affidando tutto al mondo virtuale.
Siamo stati prudenti o ci siamo lasciati vincere dalla paura?
Una volta che si è dato il via libera ad uscire per riprendere una vita
normale, fa senso vedere spiagge affollate, la movida e continuare a sostenere
l'impossibilità di manifestare pubblicamente la fede attraverso le processioni.
Crediamo che Dio sia assente?
Al di là della prudenza, conviene fare un sincero esame di coscienza e chiederci:
abbiamo dato spazio alla paura?
E se dovessimo subire persecuzioni, la paura ci porterebbe a rinnegare la
nostra fede?
L'apostolo Paolo guiderà il suo credo con parole forti: "Niente potrà
mai separarci dall'amore di Dio "
Don Raffaele Aprile
lunedì 15 giugno 2020
LA SETTIMANA IN PARROCCHIA dal 15-6- al 21-6 giugno - A CURA DI FEDERICO CILIO
In ottemperanza alle nuove disposizioni dettate dal Covid 19, i fedeli oltre a mantenere il distanziamento sociale dovranno entrare in chiesa muniti di mascherine e guanti. Al'ingresso troveranno: due tavolini con l'igienizzante per disinfettare le mani e possono sedersi nei banchi occupando i posti segnati con una x per un totale di 78 unità.
Lunedì - San Fortunato
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Martedì Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Mercoledì -
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Giovedì -
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Venerdì 19-6
Solennità Sacro Cuore. giornata di santificazione sacerdotale.
Alle ore 17,30 esposizione del Santissimo fino alla benedizione, prima dell'inizio della Santa Messa
alle ore 18,30 santo Rosario,
Sante Messe 7:30 - 19
Sabato:Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
Sante Messe ore 7:30 - 19:00
sabato 13 giugno 2020
CORPUS DOMINI .- LA RIFLESSIONE DI DON RAFFAELE
UN INVITO CHE SCONCERTA AMICI ED AVVERSARI
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Il pane è alimento base del nostro sostentamento.
Lo chiediamo con fede a Dio Padre nostro che sta nei cieli, come Gesù ci ha insegnato a pregare.
Il pane è il prodotto del grano che, macinato diventa farina, viene lievitata, impastata e messa a cuocere nel forno.
La fragranza del pane appena uscito dal forno fa lieta la mensa, tiene unita la famiglia.
Gesù sceglie questa immagine familiare per esprimere la sua missione.
Come avviene con il pane cosi il suo corpo, sottoposto al martirio della croce, diventa pane vivo, nutrimento indispensabile per l'anima.
L'Eucaristia esprime magnificamente il mistero di amore di un Dio che si fa uomo, accetta di sacrificarsi per la nostra salvezza.
Il suo corpo si fa pane vivo, vero cibo dato agli uomini e il suo sangue vera bevanda.
L'Eucaristia è l'espressione più grande e sublime dell'amore di Dio.
Mangiare questo pane assicura la vita eterna.
Condizione indispensabile per noi è
riconoscere e accogliere con fede questo dono di immenso amore.
Partecipiamo alla messa,
ci cibiamo del corpo di Cristo, pane vivo disceso dal cielo,
e Cristo ci unisce intimamente a sé.
Vivendo in comunione con Cristo non possiamo non vivere in comunione con i nostri fratelli.
L'Eucaristia nutre il cristiano e fa la Chiesa.
Non c'è chiesa senza Eucaristia.
L'Eucaristia è l'alimento che fa il cristiano maturo e responsabile, testimone dell'amore di Dio nel mondo.
Un così grande mistero d'amore ci realizza pienamente.
Unica condizione richiestaci è che la nostra vita sia vissuta in comunione non sporadica, ma continua con Gesù presente e vivo nel santissimo sacramento dell'altare e in comunione con i nostri fratelli. .
L'anima eucaristica si fa pane spezzato per i fratelli, dono di amore.
Gesù pane vivo disceso dal cielo
ci abilita a guardare al cielo come la nostra vera patria,
ci insegna a distinguere ciò che è necessario da ciò che è marginale per la nostra salvezza,
ci riempie di gioia vera che niente e nessuno potrà toglierci.
Chiediamo al Signore la grazia di partecipare alla nessa con la fede dei santi.
Siamo veramente beati se mettiamo l'Eucaristia al centro della nostra vita.
Don Raffaele Aprile
E’ UNA TAPPA DELLA NOSTRA STORIA SPIRITUALE
Giorno 8 giugno 2020 nella sede del “Centro
Utopia, l’ultreya di Augusta ha accolto le nuove corsiste.
Le nuove sorelle hanno interiorizzato molto bene il progetto del “Cursillo”,
in quanto ne hanno percorso insieme alle responsabili tutte le tappe, eppure al termine di questa esperienza facciamo loro
questa domanda: “Ma in pratica, una viaggiatrice che arriva a destinazione
….. cosa può e deve fare?”.
Così, senza nemmeno scompormi troppo, dico
alla nostre viaggiatrici: mettete al centro del vostro cammino le persone che
incontrate con il desiderio di operare un
loro cambiamento, una loro evoluzione alla luce del Vangelo. La ripartenza del
vostro viaggio è l’accoglienza.
Accogliere significa
riconoscere l’altro, nel
senso di vederlo, di osservarlo e di osservarsi attraverso i suoi occhi.
Accogliere significa
avere il desiderio profondo di conoscere chi ci sta di fianco magari da anni,
con i suoi limiti e le sue fragilità, ma che non gli abbiamo mai stretto le
mano. L’accoglienza
del cursillista significa vicinanza, apertura al dialogo, pazienza e
cordialità.
Accogliere significa anche accorciare le distanze,
mettere a proprio agio, significa porsi in atteggiamento empatico,
entrare in una relazione di fraterna amicizia.
Le parole di
Gesù ci invitano a riflettere profondamente sul significato dell'accoglienza:
"Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha
mandato".
E’ così, con
questo spirito che l’Ultreya di Augusta ha accolto le nuove sorelle.
domenica 7 giugno 2020
"CHI NON VUOI CHE NON CREDA AD UN DIO COSI'", di P. Raffaele
“Misericordia io voglio e non sacrifici”.
"Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Il termine misericordia nella declinazione dell'amore è il primo ed è quello che specifica maggiormente la vera essenza dell'amore.
L'amore privo della misericordia è
un non senso,
una caricatura dell'amore.
La misericordia
non esclude, ma include,
non respinge, ma accoglie,
non punta il dito contro, ma comprende,
non fa finta di non vedere e di non sentire, ma ascolta e si accompagna.
Gesù è la misericordia di Dio che si è resa visibile e operante in lui.
La missione di Gesù sta appunto
nel recuperare chi si era smarrito,
nel guarire l'umanità che era stata attaccata dal virus nefasto del peccato.
Gesù è il medico,
lo specialista della misericordia,
la croce é l'emblema della misericordia.
Quelle braccia spalancate e inchiodato alla croce,
quel capo coronato di spine,
quel cuore trafitto dalla lancia del soldato,
danno senso alle parole dell'uomo Dio che pende dalla croce,
fa dono della sua mamma all'umanità,
perdona i suoi crocifissori e coloro che si prendono beffe di lui,
si affida al Padre nell'emettere l'ultimo respiro.
Il calvario sigilla la missione di Gesù,
è l'atto supremo del suo amore,
la prova sublime della sua infinita misericordia.
Senza la misericordia di Dio siamo perduti, non ci salviamo.
Gesù è il buon pastore che va in cerca della pecora smarrita e quando la ritrova se la carica sulle spalle, la riporta all'ovile e fa festa perché era perduta ed è stata ritrovata.
La logica di Dio suona sconcerto per il mondo giustizialista:
"C'è più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti"
La misericordia di Dio copre una moltitudine di peccati.
Abbandonarci tra le braccia di Gesù è il segreto di una vita
sanata dalla sua misericordia,
non tormentata dai rimorsi,
modellata dalla misericordia,
resa capace di usare misericordia verso gli altri.
Chi fruisce della misericordia di Dio non può fare a meno di usare misericordia verso il suo prossimo.
Non sia mai che ci scandalizziamo per i peccato dei nostri fratelli,
dimenticandoci di essere anche noi peccatori
bisognosi della misericordia e del perdono di Dio.
Don R.Aprile
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