Sabato 20 settembre 2025
seconda giornata
"sulla roccia della preghiera"
nei territori
Quale lo scopo? Il Coordinamento Nazionale e la Scuola di Formazione Nazionale hanno deciso di dare inizio a una «formazione specializzata» per chi nel Movimento ricopre ruoli specifici con compiti specifici; si è deciso di organizzare, nell’ambito dell’Assemblea Nazionale 2024, nel pomeriggio di venerdì 4 ottobre, questo mini-corso per coordinatori e animatori spiri tuali diocesani, dividendo i presenti in due gruppi (quello laico e quello presbiterale) pro ponendo in entrambi i gruppi un rollo laico e uno sacerdotale che focalizzassero il ruolo del coordinatore e dell’animatore. Tutta l’assemblea, prima di dividersi nei due gruppi, ha ascoltato il contributo di Efisio Pilloni che ha richiamato temi di ispirazione ge nerale. Entrambi i gruppi, dopo l’ascolto dei rollo a loro riservati, hanno dato vita a un intenso e vivace dibattito ricco di domande, risposte e testimonianze di vita che è impossibile rias sumere e riprendere proprio per la quantità e l’intimità degli interventi. Chi non era presente in Assemblea può farsi un’idea dei temi discussi leggendo i contri buti qui riportati: a questo primo momento di formazione ne seguiranno altri via zoom e tutti i coodinatori e gli animatori spirituali diocesani sono caldamente invitati a non per dare queste occasioni di crescita personale e come appartenenti al Movimento dei Cursillos di Cristianità in Italia. segnate la data in agenda Coordinatore e animatore: il ruolo è scritto nel nome EFISIO PILLONI Carissime amiche e carissimi amici, mi è stato chiesto di fare un piccolo prologo all’incontro di formazione sul ruolo dei Co ordinatori e degli Animatori Spirituali diocesani. Voglio iniziare dicendo che quanto mi è stato chiesto mi viene abbastanza facile perché, grazie a Dio, in Italia per questi ruoli abbiamo adottato questi termini “Coordinatore ed Animatore” che hanno in sé già la chiara indicazione dei ruoli stessi. Non vi parlerò di come svolgere il vostro servizio, né dell’orizzonte e dei limiti in cui vi dovete muovere, questo lo trovate espresso in maniera chiara nello Statuto e nel Regolamento. Se poi volete confrontarlo col pensiero di Eduardo, trovate tutto su Vertebrazione delle Idee. Io vorrei solo accennare a una visione, ad un atteggiamento, Eduardo direbbe ad una «attitudine». Il ruolo del coordinatore Coordinatore significa prima di tutto che il vostro non è un servizio solitario anche se svolto in maniera eccellente, ma presup pone la presenza attiva, e in un certo senso creativa, di altre entità che vanno coordinate perché siano orientate verso lo stesso scopo e la stessa meta. Da soli non si va da nessuna parte. Su que sto abbiamo l’esempio luminoso di Bonnin, che ha sempre usato il “NOI” e mai “IO”. Anche quando il tutto nasceva dal suo cuore e dalla sua mente, lo condivideva immediatamente con i suoi amici accettandone il giu dizio ed eventuali aggiustamenti in modo da poter dire “noi”. Questo significa, usando un linguaggio sportivo, che il Coordinatore non si deve sentire né presidente, né capitano, ma allenatore e precisamente un allenatore-giocatore, in campo insieme agli altri, perché il suo esempio sia diretto e possa fungere da stimolo e traino quando è necessario. Coordinare significa cercare sempre l’unità e nel nostro caso “unità in Cri sto”, non significa prevaricazione, non significa ansia di comando, ma piuttosto servizio sereno di mediazione animato da tanta pazienza e con la capacità di guardare ai fratelli con gli occhi di Cristo. È chiaro che per poter avere questa visione di se stesso il Coordinatore deve incarnare quelle virtù che sono chiaramente espresse nel rollo Responsabili che sicuramente avete sentito e proclamato varie volte nei tre giorni. Prima di saper cosa fare e come fare il Co ordinatore deve sapere e vivere cosa deve essere: sarebbe bene quindi rileggere e meditare il rollo Responsabili e con esso confrontare il nostro essere. Per capirlo bene vi ricordo che a Eduardo >>> non piaceva il termine “responsabile “per ché ha in sé anche un’accezione negativa “rispondere a cose non fatte o fatte male”, a lui piaceva di più “dirigente”, ma non nell’accezione che normalmente in Italia diamo a questo termine, piuttosto come “colui che sa dirigere la propria vita, colui che sa prendere in mano il volante della propria vita e dirigerla verso Cristo”, ossia il pilota cosciente della propria vita. Noi prima di fare dobbiamo essere. Essere cosa? NOI STESSI, e noi cosa siamo? Siamo semplici tralci, tralci dell’unica vite: Cristo. Se siamo innestati in Lui i nostri frutti, ossia il nostro fare, avrà il sapore di Cristo. Se ci crediamo vite autonoma, in grado di produrre frutti grazie alle nostre qualità sa rebbe bene riflettere prima di accettare que sto servizio. Se siamo a colori anche il nostro servizio sarà a colori. E per saper se siamo a colori esiste una cartina tornasole molto semplice. Ogni nostra azione deve essere guidata dal nostro treppiede fondamentale: Cri sto, Persona Amicizia. Se la nostra azione ha come fondamento Cristo, orientata da Cristo e a Cristo, se è diretta al bene delle persone in quanto tali, senza distinzione di posizioni sociali, culturali o economiche, se lo strumento di realizzazione del nostro fare è l’amicizia allora la nostra azione è sicuramente a colori. Se manca anche un solo elemento dobbiamo porci qualche interrogativo sul nostro agire. Se questo treppiede è l’area in cui è immerso il nostro essere, quel “Cristo conta su di te” sarà la fiamma e l’energia che farà brillare il vostro servizio, un ser vizio breve, a tempo, di cui non dovete sprecare un solo minuto. Per il programma del vostro impegno vi rimando all’inno sulla carità di san Paolo (1 Corinzi 12, 31-13,13). Se poi tutto questo non ci convince ascoltiamo Cristo che ci dice di essere “Luce, Sale e Lievito”. Ricordando però che la luce quando è accesa si vede anche da lontano, quando è spenta non servono i cartelli pubblicitari in cui c’è scritto “luce accesa” per farla splendere. Il sale, se è insipido ce lo dice il Vangelo a che serve, ma neppure si può esagerare, il troppo rende immangiabile il cibo. Il lievito serve a fermentare la massa, e renderla appetibile e digeribile, non per essere mangiato, così com’è è terribilmente indigesto. Il buon senso e il Vangelo ci daranno la giusta misura. Il ruolo dell’animatore Cosa posso dire sul ruolo dell’Animatore spirituale nel Cursillo se non ripetere quello che ho detto per il Coordinatore? Posso aggiungere solo alcune riflessioni: animatore è uno che mette l’anima per dare anima. E l’anima è spirito. Il Sacerdote nel Cursillo è “sacerdote”, non è altro. Non si deve preoccupare di altro che essere sacerdote con l’atteggiamento che aveva Sant’Agostino quando diceva: “Per voi ve scovo con voi Cristiano” che parafrasandola con il nostro linguaggio si può tradurre in “Per voi sacerdote, con voi amico”. Ecco Sacerdote amico. Non abbiate paura di mostrare la vostra amicizia e soprattutto di accettare l’amicizia dei laici. Fate vostro il carisma del Movimento che lo Spirito Santo ha voluto fondato sull’amicizia di Cri sto, con Cristo e con i fratelli. Accettate di mischiarvi con il gregge, prendetene l’odore come dice Papa Francesco. Non abbiate paura di viaggiare all’interno di un movimento laicale, benedetto da Dio e dalla Chiesa. In questi ultimi tempi ho sentito sacerdoti e persino vescovi affermare che il Cursillo non è un movimento laicale ma un movimento ecclesiale come se ci fosse una contraddizione tra i termini. È il Concilio Vaticano II che ha riconosciuto ai laici il diritto di organizzarsi in movimenti ed associazioni laicali. Se per voi il dono dei Cursillos ha un significato nel cammino verso la santità, non abbiate paura di abbracciarne i mezzi specifici per il cammino verso Cristo, e soprattutto non abbiate paura di essere presenti in Ul treya come semplici cursillisti; non abbiate paura di fare la Riunione di Gruppo con dei laici, come cristiani, perché prima di essere sacerdoti siete dei laici cristiani. Nella mia esperienza di Cursillos ho incontrato dei sacerdoti che in un impeto d’amore verso la comunità dei Cursillos non hanno avuto difficoltà ad ammettere “nel Cursillo io mi sento veramente sacerdote”, “vivo il mio sacerdozio come ho sempre sognato quando ero giovane ed entusiasta seminarista”, qualcun altro ha osato persino afferrare “nel Cursillo ho ritrovato la mia vocazione” e persino “Il Cursillo ha salvato la mia vocazione” e vi assicuro che non erano parole di circostanza. Infine una cosa che, da laico ex seminarista, mi ha felicemente sorpreso nel Movimento era vedere nei tre giorni, un laico guidare le preghiere, la via Crucis, l’esame di co scienza, così come nell’Ultreya e nella Scuola Responsabili e questo nonostante la presenza di uno o più sacerdoti. Mi avevano spiegato che questo aveva anche un valore didattico per i nuovi soprattutto lontani per far capire concretamente cosa significasse “La Chiesa sono io”. Ultimamente ho visto che questo sta venendo meno e che i laici, quasi per omaggiare il sacerdote rinunciano a guidare le preghiere e le invocazioni allo Spirito Santo per passarla al sacerdote o diacono presente. Forse si ci sta dimenticando che anche il laico è Sacerdote, Profeta e Re. Per cui, cari sacerdoti, non abbiate remore nelle assemblee e negli incontri a ricordare ai laici il loro stato e “costringete” benevolmente a guidare la preghiera iniziale il rettore di turno. Il vostro sacerdozio risplenderà perché ricordate ai noi laici proprio quel “la chiesa sono io”. Finisco dicendo a tutti noi, ma soprattutto in questa occasione ai Coordinatori: amiamo i nostri sacerdoti, facciamo sentire loro la nostra amicizia nella normalità della vita, apriamo loro le nostre case, soprattutto a quelli che non vivono in comunità. E voi, cari sacerdoti, lasciatevi amare, come noi poveri laici sappiamo amare! De Colores e buon lavoro a tutti.
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