sabato 30 ottobre 2021

NON C'E' COMANDAMENTO PIU' GRANDE DI QUESTI

OMELIA XXXI domenica del Tempo Ordinario. Anno B

 DON PAOLO SCQUIZZATO

Si avvicina a Gesù uno scriba, un’autorità nel gotha religioso di quei tempi. Il suo insegnamento era ritenuto talmente importante da essere considerato infallibile, voce terrena della volontà celeste.

Questi pone una domanda tendenziosa all’uomo di Nazareth: “qual è il primo di tutti i comandamenti lasciatici da Dio?”. 

Tendenziosa perché finanche un bimbo sapeva che il primo comandamento – a cui Dio stesso obbedisce essendosi riposato in quel giorno – è l’osservanza del sabato. In un passo dell’Esodo si ha Dio che ordina addirittura di mettere a morte chi avesse trasgredito il precetto.
Gesù glissa, non risponde come il mondo religioso si sarebbe aspettato, e cita il grande Credo d’Israele, lo Shemà Israel, tratto dal Libro del Deuteronomio (6, 4-5). Spiazzando così lo scriba.

“Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Interessante che venga anzitutto ‘comandato’ il silenzio: ‘ascolta’! Non ‘fare, o non fare’ per la divinità, ma ‘ascoltare’, dargli spazio, lasciarsi raggiungere da Lui, per essere da Lui trasformati per poi agire come Lui.
C’è ancora un aspetto interessante: Gesù cita testualmente Deuteronomio ma aggiunge: ‘con tutta la mente’, a dirci di essere ragionevoli nell’atto di fede, coltivare lo studio, l’approfondimento delle cose di Dio. Una fede senza ragione è irragionevole, fideismo, superstizione, becero devozionismo.
Gesù però non si limita a citare lo Shemà, s’appresta a dire che vi è un secondo comandamento fondamentale. 

E questa volta lo recupera dal libro del Levitico: ‘amare il prossimo come se stessi’, tradotto potremmo dire: prendersi cura perché gli altri possano giungere a vivere in pienezza, alla luce di sé.

Con questa aggiunta, Gesù vuole evitare che si caschi in una tentazione molto diffusa allora come oggi, ossia che vi possa essere un amore totalizzante per la divinità, fatto di culti, riti, sacrifici, preghiere fine a sé stesso. Dio va amato certo con tutto l’essere, ma la modalità è l’amore verso gli altri! Questo è il comandamento: l’amore di Dio inverato nell’amore al prossimo.
Quelli che pensano che l’amore verso la divinità si esaurisca in un commercio devozionale con essa, Gesù li ha appena scacciati dal tempio, definendoli ‘ladri’ (cfr. Mc 11, 17).
Ebbene, il Nuovo Testamento su questo è chiarissimo: la strada più breve per giungere a Dio è passare dai fratelli.
Marco riguardo i due comandamenti afferma un primo e un secondo, ma alla fine dice: «non c’è comandamento (uno solo) più grande di questi», a dire che il comandamento è unico.
Matteo (22, 39) dirà ‘il secondo è simile a quello (lo Shemà); Luca addirittura fonda insieme i due precetti (10, 27).
In Giovanni Gesù va ancora oltre: «Vi do un (uno solo) – comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (13, 34). E Paolo: «Pieno compimento della Legge è l’amore» (Rm 13, 8-10).

Alla fine lo scriba cede, e si complimenta con Gesù, compiendo un passaggio formidabile rispetto la religione comune: “L’amore verso i fratelli vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (v. 33), considerati allora fondamento della religione, quella esteriore e commerciale, intenta solo ad estorcere alla divinità un ritorno personale con pratiche devozionali.
La religione non si risolve in un rapporto verso l’Alto, occorre l’uscita verso l’altro, la cura dei fratelli. In fondo lo Scriba conosce molto bene la Scrittura, infatti ne cita due passaggi:
“Praticare la giustizia e l’equità per il Signore vale più di un sacrificio” (Pro 21, 3)
“Voglio l’amore – dice Dio – e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6, 6; cfr. Mt 9, 13; 12, 7).
DON P, SCQUIZZATO

domenica 24 ottobre 2021

LA SETTIMANA DELLA PARROCCHIA S. CUORE DI GESU'

 A CURA DI  FEDERICO CILIO

  In ottemperanza alle nuove disposizioni dettate dal Covid 19, i fedeli oltre a mantenere il distanziamento sociale dovranno entrare in chiesa muniti di mascherine e guanti. All'ingresso troveranno: due tavolini con l'igienizzante per disinfettare le mani e possono sedersi nei banchi occupando i posti segnati con una x per un totale di 103 unità. 

 Settimana dal 25/10 al 31/10/2021

(LE TEMPERATURE PREVISTE SONO STATE RILEVATE DOMENICA 24 ottobre 

 



Lunedì 25 Ottobre 2021

S. Crisanto

Temperature: 18 - 20      temporali

 

 Martedì 26

Temperature: 18 – 21     temporali


Mercoledì 27

 Temperature: 16 - 25     nubi e sole

 

Giovedì  28

Santi Simone e Giuda Taddeo

Temperature: 16 – 24    sole e pioggia

 

Venerdì  29

Temperature: 16 - 21      sole e nubi

 

Sabato 30

Temperature: 17 – 21        sole e piovaschi

 

Domenica 31

Temperature: 16 – 23        nubi e sole

 

AVVISI

Fino a Domenica, 31 ottobre, sono aperte le iscrizioni al catechismo. Segreteria aperta dalle 8,30 fino alle 11,30 e dalle 17,30 alle 18,30 – rivolgersi alla signora Maria

 

sabato 23 ottobre 2021

IL CIECO VEGGENTE

 

OMELIA XXX domenica del Tempo Ordinario. Anno B

DON PAOLO SCQUIZZATO

Mc 10, 46-52

Siamo ciechi, perché pensiamo di vederci benissimo.

Infatti crediamo che quello che vediamo sia tutto ciò che c’è da vedere, mentre è solo la realtà, apparenza. Ciò che conta veramente, l’essenza delle cose, la verità, si nasconde sotto la buccia e dietro le apparenze.
La verità di una persona non si risolve in ciò che dice e fa, ma in ciò che nasconde nel cuore: «Io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore» (2Sam 16, 7).

Occorre avere occhi per scorgere ciò che in realtà è invisibile agli occhi, che fluisce al di sotto della mera ‘realtà’. Ma per far questo occorre possedere una vista ‘altra’, una sorta di terzo occhio così caro ad alcune tradizioni orientali. Per il Taoismo, esistono addirittura ottantuno livelli di vista diversi sulla realtà. E paradossalmente, i veri saggi, gli illuminati e i lungimiranti nell’antichità erano spesso ciechi.
Pensare che la realtà si limiti ad essere un banale coacervo di potere, avere, successo, è essere completamente ciechi. E pensare di poter fare qualcosa per cambiare questa realtà è follia. La realtà è quella che è, e c’è poco o nulla da cambiare, perché modificare la realtà significa il più delle volte fare rivoluzioni e quindi perpetrare violenza.

La questione non è cambiare la realtà, ma guardarla con occhi diversi per poterla poi vivere con un atteggiamento altro. Questa si chiama fede.
Vivere la vita con fede vorrà dire dunque sapere che il male di cui si è spettatori non è l’ultima parola ma solo la penultima; che non occorre opporsi al malvagio, ma piuttosto rispondergli facendo il bene (cfr. Mt 5, 39); che alla tenebra – il male – non va fatta violenza per disintegrarla, ma è sufficiente avvolgerla col bene, con la luce e quella si dissolverà. Vivere con fede significa guardare il mondo come sotto il segno della croce, ossia amato da Dio e quindi già salvato, destinato a un porto di bene.
Cominceremo un cammino di illuminazione quando riconosceremo di essere ciechi, quando prenderemo coscienza di essere ammorbati da una mentalità omicida e suicida, incentrata cioè sul potere, sull’avere e sul successo.

Saremo illuminati quando anche noi come Bartimeo cominceremo a gridare la nostra malattia esistenziale, quella che ci ha relegati paralizzati ai bordi della strada dell’esistenza. Quando scopriamo che solo nella nostra povertà e nel nostro peccato possiamo fare esperienza della salvezza, e che solo perché tenebra possiamo essere raggiunti dalla sua luce scoprendoci finalmente figli amati e donne e uomini illuminati.
DON P. SCQUIZZATO

domenica 17 ottobre 2021

LA SETTIMANA DELLA PARROCCHIA S. CUORE DI GESU'

 A CURA DI  FEDERICO CILIO

 

 In ottemperanza alle nuove disposizioni dettate dal Covid 19, i fedeli oltre a mantenere il distanziamento sociale dovranno entrare in chiesa muniti di mascherine e guanti. All'ingresso troveranno: due tavolini con l'igienizzante per disinfettare le mani e possono sedersi nei banchi occupando i posti segnati con una x per un totale di 103 unità. 

 Settimana dal 18/10 al 24/10/2021

(LE TEMPERATURE PREVISTE SONO STATE RILEVATE DOMENICA 17 ottobre 

 

Lunedì 18 Ottobre 2021

S. Luca

Temperature: 13 - 23  poche nubi

 

 Martedì 19

 Temperature: 15 – 20 sole e nubi


Mercoledì 20

 Temperature: 16 - 24 nubi e sole

 

Giovedì  21

Temperature: 14 – 25  sole

 

Venerdì  22

 San Giovanni Paolo II°

Temperature: 16 - 26 sole e nubi

 

Sabato 23

Temperature: 18 – 25 piovaschi

 

Domenica 24

Temperature: 15 – 22 nubi e sole e qualche piovasco

 

AVVISI

Fino a Domenica, 31 ottobre, sono aperte le iscrizioni al catechismo. Segreteria aperta dalle 8,30 fino alle 11,30 e dalle 17,30 alle 18,30 – rivolgersi alla signora Maria

 

sabato 16 ottobre 2021

«COSA VOLETE CHE IO FACCIA PER VOI»

XXIX domenica del Tempo Ordinario. Anno B - Mc 10, 35-45

DON PAOLO SCQUIZZATO

«Cosa volete che io faccia per voi?» (v. 36), chiede Gesù ai suoi discepoli.
Vogliamo la gloria, rispondono loro. (v. 37).
Alla nostra ‘vana-gloria’ Gesù contrappone la gloria autentica dell’uomo e di Dio: uscire da sé per il bene dell’altro. Gesù infatti rivelerà la sua gloria sulla croce, conseguenza ultima dell’amore. Un patibolo infame diventa il suo trono regale e i due scanni così agognati dai due discepoli, sono occupati da due delinquenti crocifissi con lui.


«Cosa volete che io faccia per voi?». Il desiderio di Gesù e il sogno di Dio, è poter fare qualcosa per noi. Peccato che noi non sappiamo cosa chiediamo: «Voi non sapete quello che chiedete» (v. 38).
L’Amore desidera solo dispensare vita, ma noi domandiamo la possibilità di distruggercela, rovinando la nostra e quella degli altri.

«Tra voi però non è così» (v. 43), dice Gesù; tra voi deve vigere un altro stile di vita. Appartenete ad un altro regno, dove sta un Amore che dispensa sé stesso su tutto e su tutti. Un mondo dove chi è più grande si fa servo.
Capovolgimento da vertigine: più si esce dal proprio ego più si è grandi. Più si è grandi più ci si mette a servizio.



“Chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti” (v. 44). Viene usato qui il termine ‘schiavo’: il servo è colui che “lavora” per l’altro; lo schiavo “appartiene” all’altro. L’amore è appartenenza al cuore dell’altro, non vita da mestierante. ‘Dare la vita’ significherà dunque sia morire che dare alla luce, far nascere. Perché l’amore alla fine consiste in questo: essere disposti a morire perché l’altro possa cominciare a vivere veramente.

DON P. SCQUIZZATO

domenica 10 ottobre 2021

LA SETTIMANA DELLA PARROCCHIA S. CUORE DI GESU'

 

A CURA DI  FEDERICO CILIO

 

 In ottemperanza alle nuove disposizioni dettate dal Covid 19, i fedeli oltre a mantenere il distanziamento sociale dovranno entrare in chiesa muniti di mascherine e guanti. All'ingresso troveranno: due tavolini con l'igienizzante per disinfettare le mani e possono sedersi nei banchi occupando i posti segnati con una x per un totale di 103 unità. 

 Settimana dal 11/10 al 17/10/2021

(LE TEMPERATURE PREVISTE SONO STATE RILEVATE DOMENICA 10 ottobre 

 


Lunedì 11 Ottobre 2021

S. Giovanni XIII

Temperature: 11 - 24 sole e nubi

 

 Martedì 12

Temperature: 12 – 24 sole e nubi


Mercoledì 13

Temperature: 13 - 24 nubi e sole

 

Giovedì 14 

San Callisto

Temperature: 14 - 21  pioggia dalle 14 in poi

 

Venerdì  15

 Santa Teresa D’Avila

Temperature: 14 - 21 sole e nubi

 

Sabato 16

Santa Margherita

Temperature: 10 - 22 sole

 

Domenica 17  

XXVIII domenica del Tempo Ordinario. Anno B   (Mc 10, 17-30)

Sant’Ignazio d’Antiochia

Temperature: 13 – 23 nubi e sole

sabato 9 ottobre 2021

GESU' DIVENTA IL MAESTRO

  XXVIII domenica del Tempo Ordinario. Anno B   (Mc 10, 17-30)DON PAOLO SCQUIZZATO

Il personaggio del nostro brano pare avere tutto: è ricco (v. 22b), è giovane (secondo il parallelo di Matteo), è nobile (secondo quello di Luca), è un pio osservante… ma vive nell’angoscia.
Si può essere anche molto religiosi ma vivere da tristi. Perché una religiosità che non intacca la vita perché solo precettistica, osservanze, preghiere, da una parte non ha nulla a che fare con Dio, dall’altra produce frustrazione.



Questo tale – potremmo dire – è tutto ‘casa e chiesa’, ma la sua vita sta da un’altra parte. Ecco, Gesù è l’uomo che fa incontrare strade parallele. Gli dice: ‘guarda che se non metti in relazione la tua vita concreta con le esigenze del Vangelo, ossia la vita dell’altro, non potrai mai giungere alla pienezza di te, non saprai mai chi sei veramente’.
Il possesso dei beni e il dirsi cristiani, o peggio ancora ‘religiosi’, non è polizza per la felicità.
«Vendi quello che hai e dallo ai poveri…» (v. 21). Gesù qui non invita alla povertà – che rimarrà sempre una scelta personale – ma alla condivisione: quello che possiedi trasformalo in relazione per il bene dell’altro e comincerai a vivere anche tu. La figura tipologica del ‘giovane ricco evangelico può dirsi tutt’al più un uomo felice ma ancora lontano dalla salvezza, ossia dall’esperire il cuore compiuto, realizzato.


Credo che questo brano ci domandi in modo radicale: cosa stai cercando? La felicità che in ultima analisi coincide con tutto ciò che non porta in sé l’ombra della paura, della sofferenza, del conflitto, o piuttosto l’esperienza della salvezza, ovvero trovare la risposta definitiva al senso della vita?
A ciascuno l’ardua risposta.

COMMENTO DI DON P. SCQUIZZATO

 

 

martedì 5 ottobre 2021

UN TEMA A NOI CARO


UN'ESPERIENZA DA NON DIMENTICARE

Peppe Tringali insieme ai fratelli  Salvo De Luca e Domenico Russo oltre ad altri amici non cursillisti Nicola Molino e Claudio Tardonato., si sono portati a Roma nei giorni del 1 e 2 ottobre, per partecipare al convegno nazionale dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie), dal titolo “Curare è Prendersi Cura”, associazione dove si sono stabilmente inseriti. 


MI HANNO RACCONTATO:  

Noi cursillisti ci siamo  andati anche   per studiare l’ambiente e per approfondire le diverse tematiche proposte, perché la vita cristiana non si gioca sulla rinuncia ma sulla scoperta di qualcosa di più grande senza perdere di vista il tema a noi caro  l’evangelizzazione degli ambienti. “Educare alla vita Buona del Vangelo”, con la nostra testimonianza, significa   trasmettere alle persone, di questo  nostro ambiente, che non hanno ancora incontrato Cristo i sentimenti di amicizia, fedeltà, amore, bontà e solidarietà.

Siamo sicuri  di non incontrare difficoltà nell’individuare vertebre a cui proporre l’esperienza del Cursillo.   Sappiamo che l’uomo in genere ha tendenza a chiudersi in un recinto per difendersi dagli attacchi del mondo che lo circonda ma in questa associazione i lontani che non conoscono Cristo saranno ben disposti ad accettare le nostre proposte perché hanno ben chiari i propositi e i concetti di comunità, condivisione attenzione al bisogno dell’altro, donazione, accoglienza, ascolto, dialogo e relazione.  

Siamo sicuri che ci riusciremo facendo appello al “cuore” delle persone, servendoci dell’amicizia affinché chi ci ascolta sia ben disposto nei nostri confronti e rassicurato a ricevere i contenuti del nostro messaggio evangelico e la qualità della nostra relazione.


Abbiamo incontrato persone a cui non abbiamo mancato, un sorriso, un aiuto piccolo o grande che sia al fine di convincerli che possono contare anche su di noi. Non ci è mancato l’ascolto dei tanti sbandamenti dell’anima, dei “momenti vitali” nelle persone affette da malattie incurabili e abbiamo  sentito storie strazianti che non rientrano nei nostri schemi culturali e mentali.

Allora, non possiamo non pensare a tutti questi nostri nuovi amici che prestano il loro aiuto agli ammalati ed ai bisognosi,  ma che non  sono ammalati di Cristo fino ad avere la febbre alta e soffrire angosciati di fronte ai mali del mondo! ” Ultreya” 

Luigi Majorca