martedì 28 aprile 2020

Dalla Risurrezione di Gesù al Discepolato ...... di don Angelo



Abbiamo celebrato la Risurrezione di Gesù, non un semplice ricordo storico, ma un Rivivere un fatto storico partecipando attivamente alla liturgia sperimentiamo oggi l’evento,
Cristo oggi è risorto è Veramente Risorto
Segno di questa presenza viva di Cristo è il  “Cero Pasquale”  da oggi per 50 giorni sempre acceso fino a Pentecoste. Domenica di Pasqua – un giorno di otto giorni – una settimana di sette settimane, a Pentecoste questo segno sarà spento. Ma poiché la Risurrezione di Gesù è un evento fondante della nostra fede perché come dice Paolo “ Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede” e poiché la Risurrezione di Cristo è      la base anche per la nostra risurrezione  vale la pena dedicare ancora del tempo e della nostra attenzione  nel rifletterci sopra.
E’ trascorsa la S. Pasqua
E quest’anno siamo stati costretti a celebrarla a porte chiuse nella nostra chiesa e nelle nostre case. Abbiamo sofferto  insieme questa lontananza fisica ma abbiamo percepito più forte la presenza del Signore.  Forse abbiamo rimpianto per non aver apprezzato il dono che ognuno di noi siamo per gli altri. Abbiamo temuto di non poterci più vedere,  di non poterci più abbracciare ma la fede ci ha dato la forza di Sperare. Il Signore ci ha mandato il suo Spirito per cercare di essere più vicini con la sua Parola , la preghiera e l’essersi preso cura dei più bisognosi, soli e sofferenti. Andando indietro è vivo il ricordo del Triduo Pasquale, un’unica Celebrazione a tre Tappe.         

Giovedì Santo   Abbiamo vissuto l’istituzione del Sacramento dell’Eucarestia, il pane ed il          vino segno – sacramento del dono della vita stessa di Gesù unitamente al momento del          Servizio e l’istituzione del sacramento dell’Ordine Sacro.

Venerdì Santo   Abbiamo commemorato la morte di Gesù. Il segno più grande dell’amore          di Dio per noi. Rimane vivo il nostro sguardo rivolto a Gesù crocifisso.

Sabato Notte   La Veglia di Pasqua            La luce di Cristo entra nella nostra vita per illuminarla e con la sua parola ancora una volta     ci fa comprendere il mistero della Risurrezione.  Il Canto del Gloria fa vibrare il nostro    cuore di Gioia.   Il Rinnovo delle promesse Battesimali ci fa fare memoria della nostra resurrezione in Cristo  e del suo dono di Vita Nuova 

Concludiamo: “Un Cristiano è tale solo se la sua vita è segno della Pasqua. Non basta  credere in Gesù, bisogna imparare a credere in Gesù Risorto.  E questo nonostante le sofferenze, l’inquietudine  e le proprie miserie sperimentate in questi giorni.”

(sintesi della catechesi di don A. Saraceno)

sabato 25 aprile 2020

BUONA DOMENICA CON IL COMMENTO DEL VANGELO DI DON RAFFAELE

DIO SI AVVICINA SEMPRE E CAMMINA CON NOI.

Mi rivedo anch'io nei due discepoli di Emmaus che tristi per come si era conclusa la vicenda umana di Gesù avevano deciso di allontanarsi da Gerusalemme. 
Anche nella nostra vita non mancano le sorprese amare, gli ostacoli che intralciano il nostro cammino. 
La nostra fede viene messa a dura prova,  sono tanti i perché che tormentano la nostra mente, ma una cosa è certa che Gesù non ci abbandona, è sempre con noi anche se noi non ce ne accorgiamo. 
Se non ci lasciamo travolgere dal chiasso e dal rumore del mondo e abbiamo la grazia di entrare in noi stessi e di fare il dovuto discernimento, allora siamo certi che l'orizzonte si rischiarerà e giungerà l'alba di un nuovo giorno solare. 
Nel cammino interiore che siamo chiamati a fare Gesù è il nostro interlocutore, , il nostro maestro, la nostra guida, colui che ci sa dare le giuste motivazioni  su quanto ci accade,  sul mistero del dolore,  delle croci che ci affliggono e ci procurano smarrimento, amarezza, delusione, sconforto. 
Nello stare alla presenza di Gesù, nel desiderio ardente di averlo come nostro compagno, amico, maestro inseparabile della nostra vita sta la nostra salvezza. 
Facciamo nostra l'invocazione dei due discepoli e con fede ripetiamo oggi e ogni giorno della nostra vita: "rimani con noi, o Gesù, perché si fa sera e il giorno già si volge al termine, il  tempo vola veloce e si avvicina il tempo della nostro approdo nell'eternità"
Nello spezzare il pane della parola e il pane eucaristico i nostri  occhi, la nostra mente, il nostro cuore avranno la luce necessaria per vedere, capire, assaporare la gioia che procura il vivere con Cristo e per Cristo ogni attimo della nostra vita.
È questo il segreto di una vita ricca della gioia vera che solo Cristo sa dare e non il mondo.

Don Raffaele Aprile

sabato 18 aprile 2020

BUONA DOMENICA CON IL COMMENTO DEL VANGELO DI DON RAFFAELE

DAL DUBBIO ALLA CERTEZZA

"Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò ".
"Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno".

Questa beatitudine della fede è la madre di tutte le altre beatitudini riportate dal Vangelo. 
La fede mette la creatura umana con la sua fragilità e le sue potenzialità davanti al mistero non con la supponenza di chi sa tutto e pretende di avere contezza personalmente di tutto, ma con l'umiltà di chi ha coscienza del proprio limite e sa fidarsi di Dio e affidarsi a Dio come un bimbo in braccio a sua madre.
Gesù ha una missione da affidare agli apostoli e con larghezza di doni effonde su di loro lo Spirito Santo perché li guidi e li sostenga nel portare avanti con gioia e coraggio la missione di  andare in tutto il mondo e di fare discepoli del Signore tutti popoli della terra.
Gesù dà il mandato agli apostoli, ma in quel mandato c'è la Chiesa tutta, sacerdoti e semplici battezzati, chiamati a dare testimonianza al mondo che Cristo è il salvatore e non ci può essere salvezza se non in Cristo, con Cristo e per Cristo. 

Pretendiamo forse come Tommaso di vedere con gli occhi carnali e toccare con mano la presenza di Gesù nella nostra vita?
Lo crediamo forse assente dalla storia contemporanea, considerato il caos che c'è nel mondo, le sofferenze che lo attraversano, e il coronavirus in atto è esperienza tragica a livello mondiale?
La fede ci fa vedere Gesù presente e vivo in mezzo a noi,  
Gesù che soffre con noi e per noi a causa dell'indifferenza, del rifiuto di Dio e della sua legge da parte dell'uomo.
Gesù ci chiama oggi a toccare con le nostre mani, a vedere con i nostri occhi dove ci conduce l'insipienza umana e come è urgente e necessario credere, coltivare una fede consapevole che dia senso al nostro vivere, al nostro operare.

"MIO SIGNORE E MIO DIO" 
anche il coronavirus potrà servire a farci rinsavire, a farci riflettere su quanto siamo sciocchi quando ci allontaniamo da Dio e quanto siamo invece fortunati quando ci affidiamo anima e corpo a Dio.
Gesù è risorto ed è sempre con noi.
Questa verità fa solida la nostra fede e ci rende capaci di affrontare anche il martirio.

Don Raffaele Aprile


martedì 14 aprile 2020

Le prose e le poesie di don Raffaele


È vinta la morte


È vinta la morte

trionfa la vita
alleluia 
Cessato il dolore
esplode la gioia 
alleluia 
Gridiamolo al mondo
il Cristo è risorto 
alleluia 
Risorge speranza
col Cristo risorto
alleluia 
Abbracci di pace 
auguri sinceri
alleluia 
La vita redenta
è dono d'amore
alleluia.



Con Dio la notte può diventare aurora

Dio c'è, non ignorarlo, lodalo, adoralo, ringrazialo.  
Dio è amore, sii grato, non abusare della sua misericordia.
Dio è padre, rispettalo, obbedisci e acquisti meriti. 
Dio è paziente, non deluderlo, comportati bene.  
Dio è sapiente, segui i suoi insegnamenti, non andare fuori strada.
Dio è la tua salvezza, non dimenticarlo mai,
non lasciarti ammaliare dagli idoli falsi e bugiardi. 
Dio è la fonte della vita, amalo con tutto il tuo cuore, con tutte le tue forze,
con tutto te stesso, sii fiero di servirlo.
Dio è pronto a perdonarti, sii vigilante,
fuggi dalle occasioni prossime del peccato. 
Dio è l'unica ancora di salvezza nel naufragio della vita,
tieniti saldamente ancorato a Dio.
Dio è sempre con te, gioisci,
tra le sue braccia sperimenti fin d'ora cos'è il paradiso.

domenica 12 aprile 2020

UN GRAZIE, UN AMMONIMENTO,UN SUGGERIMENTO di don Angelo

Carissimi,

ringrazio la comunità per la generosità dimostrata nella rete di solidarietà verso i più bisognosi. Vi ringrazio anche per lo stile di Riservatezza - anonimato senza aspettarsi alcuni ringraziamenti dagli uomini, come anche ringrazio i volontari che spontaneamente stanno collaborando. Il Signore vi ricompensi con il suo amore.  Sento anche il dovere di ammonire quanti in questi momenti di sofferenza e difficoltà sono tentati di approfittare della debolezza altrui. È importante non creare poveri e restituire a quelli veri la dignità di persone. Il Papa ci ha invitati a cercare le persone sole ma anche quelle bisognose ed aiutarci reciprocamente prendendoci cura l’uno dell’altro. La solitudine si vince  “rifugiandoci in Dio”  e impegnandoci ad aiutare gli altri con la preghiera e altri piccoli gesti senza attendere o pretendere che siano gli altri a pensare a noi. Abbiate il coraggio di prendere per primi l’iniziativa. Vorrei suggerirvi facendo mia la proposta che ci viene suggerita che le nostre  case diventino “ Chiesa domestica” Occorre allora  individuare nella propria  abitazione  un luogo destinato alla   preghiera nel raccoglimento, porre in risalto    Crocifisso- Bibbia- un cero Sarebbe opportuno seguire le celebrazioni da questa vostra chiesa domestica .   Ognuno da casa le viva nella maggiore intimità con Dio e con la propria famiglia. – NON Siamo Soli.
 
Sintesi della lettera inviata ai fedeli da don A. Saraceno

sabato 11 aprile 2020

BUONA PASQUA CON IL COMMENTO DI DON RAFFAELE

Siamo nella domenica di Pasqua anno A, "Gioisce il cuore di chi cerca il Signore".
La gioia ha il candore dell'innocenza, la purezza dei sentimenti, la bontà dell'amore.
La vita riserva gioie e dolori.
Il mondo promette gioia facile e spinge a correre per avere successo, per fare carriera, per conseguire benessere economico.
Cercare la gioia nelle cose del mondo è un fallimento totale.

Tutto passa, tutto si sbriciola nel tempo e lascia l'amaro in bocca.
La gioia vera ha nome Gesù, via verità è vita, tesoro prezioso che non si svaluta e conserva la sua bellezza, la sua preziosità per sempre.
Beato colui che cerca Gesù, Signore e Salvatore dell'uomo, che si innamora pazzamente di lui. 
Chi ha la grazia di incontrare Gesù reputa ogni altra cosa come spazzatura. Il Signore é  la sola ricchezza per cui vale la pena di lottare, di rischiare anche il martirio.

"Non avevano ancora compreso che egli doveva risorgere dai morti ".
Il credo dei due apostoli alla resurrezione di Cristo si fa strada in loro dopo la visita al sepolcro. 
La grande pietra che chiudeva il sepolcro è spostata, all'interno del sepolcro c'è solo il sudario che avvolgeva il corpo di Gesù. 
Da quel momento questa verità li modella e li fa essere testimoni del risorto, capaci di dare la vita per affermarla. 
Se il Cristo non fosse risorto, superflua e vana sarebbe la nostra fede."
Siamo cristiani pasquali?
Testimoni nel mondo del risorto? 
La nostra vita, le nostre azioni sono portatrici di vita o di morte?
Attraverso i sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia in maniera particolare facciamo esperienza della resurrezione.
Fortunati noi se li viviamo con fede!

Don Raffaele Aprile

DON LUIGI AI CORSISTI PER LA VEGLIA PASQUALE

“CRISTO NON È MORTO SULLA CROCE”

Gli Auguri di don Luigi Magnano
ai cursillisti di Siracusa
per la Santa Pasqua del 2020

Gesù è risorto, la morte è sconfitta: accogli, apprezza, vivi e annuncia il Vangelo della Vita e della Gioia.
Il Signore è risorto e vive in eterno, al fianco nostro, Avvocato presso il Padre in nostro favore.Cristo è risorto. È la garanzia, per noi, che la Vita è più forte della Morte: tutto dipende dalla nostra docilità al Maestro.

Don Luigi Magnano

venerdì 10 aprile 2020

Il BLOG CAMBIA IL TITOLO


Carissimi lettori,
L’infezione del “Coronavirus” ci impedisce di pubblicare la consueta rubrica degli appuntamenti settimanali della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù curata da Federico Cilio sicché, non potendo usufruire di altre collaborazioni, l’attuale contenuto dei post, come avrete potuto constatare, non ha  per nulla attinenza alle attività o agli eventi della Parrocchia.
Appare allora ragionevole innovare il titolo del blog per chiamarlo con il nome del  suo amministratore, ossia: 
“Il Blog di Luigi Majorca”.

Naturalmente nel breve i contenuti  degli articoli rimarrà invariato, anche se nel tempo i post saranno  i più vari perché rivolti ad un pubblico più ampio, potendo far riferimento a collaborazioni  eterogenee.
Non appena sarà possibile la rubrica dell’amico Cilio sarà ripristinata.
Grazie per la vostra attenzione.
Luigi Majorca

RIFLESSIONE DI DON RAFFAELE PER IL VENERDI' SANTO


*Quel sitio del Cristo in croce arriva a noi con la forza del grido dei poveri, di chi non ha come sfamare la famiglia, dei senza tetto, dei colpiti dal coronavirus e si trovano in cura negli ospedali, di chi è in quarantena. 
È il sitio da ascoltare e non far finta di non sentire.
È il sitio di chi manca di affetto, di tenerezza, di amore. 

È il sitio che non può essere placato dal fiele amaro di chi concede le briciole dell'attenzione, gli avanzi dell'ascolto e dell'accoglienza.
Il crocifisso ci interroga, smuove le nostre coscienze, ci parla il linguaggio dell'amore senza sconti.
Vogliamo ignorare  Gesù crocifisso ? 
Vogliamo trattare il crocifisso come un amuleto da esibire?
O piuttosto Gesù  crocifisso è il maestro testimone da ascoltare e seguire con attenzione gli insegnamenti che ci dà che hanno la sublimita' dell'amore come caratteristica fondante?
Gesù crocifisso è l'icona per eccellenza dell'amore.
Scegli Gesù crocifisso per amore, fai tuo il suo sitio, ama e l'unico modo che ti è dato di vivere il venerdì santo, nel chiuso della tua casa. Ama.

Don Raffaele Aprile

*(QuellAvere sete )-Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. (Gv 19,28)

giovedì 9 aprile 2020

RIFLESSIONE DI DON RAFFAELE PER IL GIOVEDI' SANTO




"Non sono venuto per essere servito, ma per servire ..."

La lavanda dei piedi è il gesto che rivela senza ombra di dubbio la volontà di Cristo il quale, avendo preso tutto della nostra umanità, escluso il peccato, si dona pienamente, totalmente per la nostra salvezza.
Si fa servo per amore.



La lavanda dei piedi è il gesto più significativo che il Cristo compie e quel gesto Egli c'è lo consegna come insegnamento da vivere, se vogliamo essere suoi discepoli.
Gesù non è venuto nel mondo per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti.
Oggi in un momento così carico di dolore per le tragedie che sta procurando il coronavirus, questa parola servizio appare preziosa e trova medici, infermieri, personale sanitario, volontari, sacerdoti impegnati in prima linea nel servire, rimettendoci non pochi anche la vita.

 Il servire fa bella la nostra umanità.
Servire per amore, Servire con amore,
Servire con gioia, 
Servire senza chiedere nulla in cambio,
Servire per dare senso alla vita.
La vita cristiana ha la sua autenticazione nel servizio.
Signore, ti chiediamo la grazia di metterci al servizio tuo e dei nostri  fratelli.

Don R. Aprile

mercoledì 8 aprile 2020

PASQUA 2020 - Esercizi Spirituali di Don A. Saraceno


Terzo giorno

Che cosa significa Risorgere? (Mt 28, 1-8)


Risorgere significa che qualcuno, effettivamente morto, riceve da Dio una nuova vita. Così è accaduto a Gesù. Dopo la sua morte si è mostrato ai suoi amici e a molti altri vivo. Si è lasciato persino toccare da loro e insieme a loro ha mangiato e bevuto.   Gesù risorto vive per sempre.
Qual è il vero motivo per cui celebriamo la Pasqua
  Quando alcune amiche di Gesù sono andate al sepolcro, lo hanno trovato aperto e vuoto! Subito le donne hanno pensato che qualcuno avesse trafugato il corpo di Gesù. La salma invece non era stata Rubata, Gesù era risuscitato dalla morte, come aveva predetto. La risurrezione di Gesù non è una favola:   si tratta  di un evento reale, che è stato testimoniato da discepole e discepoli.  A testimoniarlo per prime sono state tre donne, che la mattina di Pasqua  hanno scoperto la tomba vuota. Se la risurrezione fosse stata un’invenzione, non sarebbero state scelte delle donne come testimoni oculari. Nell’ebraismo solo gli uomini venivano accettati in tribunale come testimoni credibili.
La risurrezione un’invenzione degli Apostoli?
La condanna a morte e la sepoltura di Gesù hanno avuto luogo a Gerusalemme. Sono state messe in pratica da chi davvero non poteva avere alcun interesse alla diffusione di dicerie. Ecco ora il sepolcro vuoto, un fatto che non è stato messo in discussione nemmeno da parte giudaica. Potevano essere stati gli apostoli a rubare il cadavere di Gesù? Ad un certo punto avrebbero dovuto ammetterlo “ Siamo dei truffatori”. Inoltre quasi tutti gli apostoli hanno sperimentato la persecuzione, la tortura e la morte a causa della loro fede. Non lo avrebbero fatto se la resurrezione fosse stata una loro invenzione. Erano certissimi di aver visto il Risorto ( Cf.  anche Saulo)

  La gioia della Veglia Pasquale
In tutto l’anno nessuna liturgia è più toccante della Veglia Pasquale. Nel pieno della notte, fuori dalle chiese brucia il fuoco di Pasqua, al quale il sacerdote accende il cero pasquale. Ecco il segno di Cristo vive e ha vinto per tutti noi l’oscurità  del peccato.  Il cero pasquale viene portato in processione nelle Chiese buie. Per tre volte risuona l’invocazione “ Cristo luce del mondo”. L’interno lentamente si illumina a partire  dal cero pasquale. Così tra i fedeli si diffonde una gioia profonda  per il miracolo della redenzione. A partire  dalla Pasqua in ogni vita si diffonde  il chiarore. Nel canto del Preconio Pasquale (solenne canto di annuncio della Pasqua) si proclama tutto questo. Seguono una lunga serie di letture bibliche che narrano e ci conducono all’Evento Centrale. Cristo è risorto Questo è il centro  della nostra vita e fede.  Il rinnovo delle nostre promesse battesimali è il suggello di questa vita nuova  che Cristo risorto ci dona attraverso la liturgia.  In Cristo anche noi risorgiamo sempre dal peccato- dal male- dal buio. -Alleluia- In che modo sempre più gente è venuta a sapere della risurrezione? 
Nel testo  biblico più antico sulla risurrezione si dice:  “ Egli apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito a più di cinquecento     fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora,  mentre altri sono morti. Inoltre apparve a Giacomo e quindi      a tutti gli apostoli”   (1 Cor 15,5-7)
Anche gli evangelisti riferiscono di alcuni incontri con il Gesù risorto:  nel  giardino, al lago, sulla strada per Emmaus, al piano superiore di una casa. Gli incontri con il Risorto devono essere stati sconvolgenti. A quel punto era facile per gli amici di Gesù credere  che egli era, ed è, il figlio di Dio.
C’è anche per noi una vita dopo la morte?     Si
Quando muore una persona cara, siamo tristi. Alcuni pensano: è semplicemente andato via. Noi cristiani pensiamo: è VIVO. Dio ci ha creato per una vita che non finisce neppure  con la morte.                       Anche noi risorgeremo  (Cf. 1 Cor 15,12-14)

Sintesi della catechesi di don A. Saraceno

martedì 7 aprile 2020

PASQUA 2020 - Esercizi Spirituali di Don A. Saraceno


Secondo Giorno

La passione di Gesù  Mt. 27,1-51

Quando è iniziata la passione di Gesù molti dei suoi amici lo hanno abbandonato. Quando Gesù è stato crocifisso  soltanto pochi erano presenti: alcune donne, Maria, sua madre e il suo miglior amico, Giovanni. I discepoli dormivano, mentre prima  della cattura Gesù tremava per la paura di morire. Giuda lo ha tradito per 30 denari. Pietro, il capo degli apostoli, si è comportato come se non avesse mai conosciuto Gesù.
 - Gesù istituisce l’Eucarestia e lava i piedi agli apostoli - Gesù ha paura della morte sul Monte degli ulivi - Gesù viene tradito con un bacio. - Gesù viene trascinato di fronte al tribunale - Gesù viene rinnegato da Pietro - Gesù viene flagellato - Gesù viene coronato di Spine - Gesù mostrato al popolo e condannato alla Crocifissione - Gesù porta la croce, cade spesso, viene aiutato da Simone di Cirene, il suo volto asciugato dalla Veronica inchiodato ala croce- Muore in Croce.

Gesù è davvero morto ?

Gesù è morto la sera prima della festa della Pasqua ebraica, intorno alle 15.00. Oggi chiamiamo questo giorno  “ Venerdì  Santo” La causa della morte sono state le profonde ferite della fustigazione e il soffocamento in croce. Quando un soldato ha colpito con una lancia il costato di Gesù  sono usciti sangue e acqua.    Un chiaro segno di morte.  Il corpo è stato tolto dalla croce, imbalsamato, unito con olio e un misto di cucina, avvolto in panni e disposto in una tomba vuota, scavata nella roccia. Davanti al sepolcro è stato fatto rotolare un pesante masso. Il terzo giorno  dopo la sua morte sono andate al sepolcro.
 
Sintesi della catechesi di Don A. Saraceno

lunedì 6 aprile 2020

PASQUA 2020 - Esercizi Spirituali di Don A. Saraceno


1°GIORNO  - 
   
Occorre che ciascuno abbia il suo Vangelo

Siamo in casa attorno al tavolo dove normalmente  la famiglia consuma il cibo che ci aiuta nella nostra  crescita. Questa sera la nostra famiglia sceglie di stare insieme per nutrirsi della Parola di Dio
-Inizia il Padre di famiglia col segno della Croce .   Uno  della famiglia legge lentamente il brano proposto  Mt. 16,21-26
-Adesso ciascun membro rilegga a voce alta la frase  che più gli è piaciuta, l’ha colpito e se vuole dica perché! -Silenzio-
-Ognuno fa il giro della parola e confida le proprie sensazioni. 

RIFLESSIONI FINALI:
1) Siamo in una società che non è più cristiana ed il modo di pensar non sempre coincide con la nostra fede in Gesù. Chi sceglie di seguire Gesù deve avere anche il coraggio di andare contro corrente se necessario.  Credere è una decisione e ci impegna  a seguire Gesù.  
2) Un Cristiano non mette se stesso al centro della sua vita ma sceglie Dio = cioè decide di AMARE perché Dio è amore 
 3) Quanto Gesù ci ha insegnato Lui  lo ha vissuto – sperimentato.  Il Giovedì Santo Egli istituisce l’Eucarestia   Si trova  a tavola con i suoi per celebrare la Pasqua ebraica.

Sintesi della catechesi di don A. Saraceno

sabato 4 aprile 2020

BUONA DOMENICA CON IL COMMENTO DEL VANGELO DI DON RAFFAELE




“Quando Pilato vide che non c'era più niente da fare e che stava per scoppiare un tumulto, si fece portare una bacinella d'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: - Io non c'entro con la morte di quest'uomo giusto. Pensateci voi” (Mt 27, 24)
Quel gesto del lavarsi le mani arriva fino a noi con la sua carica distruttrice di negatività, di paura, di vigliaccheria, di codardia.

Pilato è in ciascuno di noi quando davanti alla verità
decidiamo di non lottare affinché questa venga riconosciuta,
facciamo un passo indietro davanti alle nostre responsabilità per paura di perdere dei privileggi,
ci rifiutiamo di dare la nostra testimonianza per compiacere chi ci comanda,
neghiamo alla verità il diritto di potersi affermare per convenienza,
siamo restii a prendere una decisione per non avere grattacapi,
lasciamo correre e non interveniamo per non avere fastidi.

Quel gesto pilatesco ha il sapore amaro della sconfitta della verità che si vede scavalcata dalla falsità, è il risvolto amaro dell'io che si trincera dietro i propri interessi e non si fa scrupolo alcuno di calpestare gli altri,
è una pugnalata inferta alla verità, unico valore che ci fa liberi,
dà il via a quel grido di dolore che attraversa la storia dell'umanità da Adamo fino ai nostri giorni.

Pilato non ascolta la propria coscienza, non ascolta il consiglio della moglie che lo mette in guardia dal prendere una decisione contraria a quel giusto che gli sta davanti, ha una sola risposta quando interroga Gesù se è veramente lui il re dei Giudei e Gesù gli risponde affermativamente, poi solo il silenzio.
“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. (Is 53, 7)

Viene spontaneo pensare al suo insegnamento e alla sua coerenza nel viverlo: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”. (Mt 5, 11-12)

Quanta verità non edulcorata non c'è in questo insegnamento di Gesù, e quanto realismo intriso di profonda amarezza non trapela da queste parole di Gesù!
Che dire della passione alla quale Gesù si è sottoposto fino al sacrificio cruento della croce?
Il divino maestro Gesù di Nazareth si è caricato della croce e per tutti noi si è immolato sulla croce.
La nostra salvezza, il nostro riscatto dal peccato e dalla morte è stato pagato da Cristo a un prezzo altissimo con la sua vita donata e sacrificata per amore, messa al completo servizio dell'uomo.
Meditando la passione del Cristo ci è più facile comprendere le parole che Egli ha usato per dire come deve essere il comportamento di chi decide di mettersi alla sua sequela, di essere suo discepolo.
“Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni”. (Mt 16, 24-27)
Intorno a Gesà si era fatto il vuoto, anche gli apostoli si erano dileguati, lo stesso Pietro lo segue da lontano e quando viene interrogato dfa una serva se anche lui per caso è un discepolo di Gesù, per ben tre volte lo rinnega.
Il Cireneo è il personaggio tra tutti quelli che stanno a guardare questo triste corteo che si dirigge al calvario che fu costretto ad aiutare Gesù nel portare la croce, un personaggio che dovremmo cercare di capire meglio per non fuggire davanti alle occasioni che la vita ci presenta in cui ci è data l'opportunità di alleviare le sofferenze di chi ci sta accanto.
Il Vangelo non dice se fece questo gesto a lui comandato con amore o lo subì semplicemente, il dato positivo è che non fuggì, si prestò ad aiutare il condannato Gesù.
Viene spontaneo pensare alla parabola del buon samaritano, ci fu chi guardò quell'uomo che giaceva a terra mezzo vivo e mezzo morto e passò oltre, un samaritano si fermò e si prese cura di lui.
Far finta di non vedere, passare oltre non può, non deve essere lo stile, il comportamento del cristiano.
L'altro è mio fratello, l'altro è parte di me stesso, l'altro è il Cristo che devo riconoscere presente in chi è nudo, affamato, carcerato, l'altro è Dio che devo contemplare, servire, amare.
“Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: “Io amao Dio”, e odiasse il proprio fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”(1Gv 4, 9-11)

Lavarsi le mani e lasciar correre, vedere chi soffre e passare oltre sono modi di essere che fanno a pugni con il Vangelo, sconfessano Cristo, quello che ha fatto e continua a fare per tutti noi.
Il momento tragico che stiamo vivendo a motivo del coronavirus, la passione a cui è sottoposta parte dell'umanità, che oltre la sofferenza del corpo subisce anche la sofferenza dello spirito che viene privato dell'affetto dei propri cari, del conforto dei sacramenti, deve interrogarci e farci prendere quelle decisioni eroiche che hanno caratterizzato la vita di tanti santi.
Francesco D'Assisi non ha fatto finta di non vedere, non è passato oltre, ha abbracciato il lebbroso.
Cristo ci ricorda che non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati e lui è venuto nel mondo non per i giusti, ma per i peccatori ed ha aperto uno squarcio nel cielo dicendo che ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per 99 giusti.
O Gesù,
ottienici la grazia di non fuggire davanti alla croce, aiutaci a portarla, a farci carico della croce di chi ci sta accanto, di chi è solo, afflitto e abbandonato.


Tu, o Gesù,
sei nel povero che sta sulla strada ad elemosinare,
sei nella prostituta che vende il suo corpo per sostenersi,
sei nell'operai che ha perso il lavoro e non sa come mandare avanti la famiglia,
sei nel giovane sbandato che si dà alla droga,
sei nei membri di famiglie smembrate dagli odi, dai rancori, dai vili interessi economici.
In te crocifisso dobbiamo specchiarci,
in te amore senza limiti dobbiamo trovare coraggio e forza per non arrenderci davanti al male che incalza nel mondo,
con te compagno di cordata dobbiamo impegnarci a fare della nostra vita un dono di amore, ad essere respiro d'amore per i nostri fratelli.

Don Raffaele Aprile