sabato 9 settembre 2023

L’INTERVISTA IMMAGIMARIA


AL MIO AMICO PINO di Luigi Majorca

Tempo fa, guardando nel sito nazionale i nuovi componenti del coordinamento nazionale notavo la presenza di un mio vecchio amico Giuseppe (chiamato da me Pino) Grasso. Mi ha incuriosito la sua nomina e pensando a quel poco che so della sua biografia nel movimento  desideravo sapere di più.

Allora ho pensato: perché non intervistarlo?  Di persona era impossibile, per telefono avere potuto valutare le risposte, allora ho pensato si sfruttare la sua spontaneità traendo le risposte da un significativo suo messaggio inviatomi recentemente.

L'INTERVISTA

D: Qual è stato il tuo  impegno nel movimento ? La tua domanda, se da un lato mi è di stimolo per fare un po’ il bilancio dei miei 30 anni di attività all'interno del Movimento, dall'altro mi mette in difficoltà. Lo dico perché non ci ho mai riflettuto su, ho fatto via via quel che potevo e basta. Non saprei nemmeno da che parte cominciare, né il taglio da dare ad una descrizione riguardante un periodo tanto lungo della mia vita sempre in attività e senza interruzioni all'interno del Movimento.

D: Non puoi fornirmi qualche particolare? In pratica, nei 42 anni di presenza del Movimento nella nostra diocesi, gli ultimi 30 mi hanno visto impegnato in tutte le sue tipiche attività tranne quelle previste per il compito di Coordinatore Nazionale.


D: Ti sei impegnato come responsabile ?
Mi son fatto prendere dal Cursillo e credo di aver dato tutto quello che potevo dare dopo aver ricevuto molto di più e, precisamente, ciò che io amo definire "il tesoro nascosto nel campo". 

D: Eri un Lontano ? Pur avendo ricevuto una buona formazione cristiana nell'infanzia e nella prima adolescenza, di ciò che riguarda la fede in me era rimasto ben poco. Forse in me persisteva ancora solo un microscopico carboncino acceso coperto dalla cenere. Devo aggiungere però che era sempre stato a rischio spegnimento da un momento all'altro. I motivi, se scritti, farebbero un lunghissimo elenco. Questa situazione, fatta di abitudinarietà, di dubbi, di incertezze, di rifiuti, di contestazioni interiori, ma soprattutto di studio e di ricerca rimasta sterile e infruttuosa, è perdurata in me fino alla bella età di 45 anni, quando anche quel microscopico carboncino rimasto acceso si era spento quasi del tutto. 

Poi, a quel punto della mia vita, per quelle vie strane che solo il Signore sa tracciare, quasi a mo’ di carambola, sono approdato al Cursillo.

D: il Cursillo ti ha fatto cambiare stile di vita ? Nel Cursillo ho incontrato Cristo, l'ho conosciuto bene perché la mia ricerca è continuata ma, questa volta, con tracciato chiaro e netto, quello che ho trovato nei Vangeli per lo studio dei quali mi sentivo spinto da un novello entusiasmo.  Via via, sono diventato un altro uomo.

Questo incontro è stato fruttuoso ? La mia vita si è arricchita. In me la dimensione verticale andava raggiungendo vette mai immaginate e, di riflesso, anche sul piano orizzontale in me andavano a prendere vigore nuove attenzioni e nuove sensibilità. La mia passione per lo studio, già in me innata, mi ha spinto sempre di più a seguire "virtute e conoscenza" ma, questa volta, si trattava di  una conoscenza approfondita dei valori cristiani e di ogni aspetto connesso alla fede e alle motivazioni che in me la generavano. 

D: Cosa hai imparato dal movimento ? Lentamente ho imparato anche un qualcosa che, ora che l'ho acquisito, dico che è semplicissimo, ma in passato non sapevo nemmeno che fosse un qualcosa di importante. Mi riferisco alla distinzione tra religione e fede. Con la fede ho conosciuto un Dio che mi ama, che ci ama, con la religione ho imparato regole, alcune delle quali importantissime, e altre così tanto inutili da costituire solo incrostazioni, confusione e impedimenti. 

Fine dell’intervista. Grazie Pino.

L.M.

 

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