L’ARRIVO DI William Zappaterra
Quando siamo arrivati a San
Marino, eravamo quasi “lontani”; sì c’era la gentilezza ed anche l’educazione
per ricambiare cortesie ricevute ma sembravamo estranei …alla cena del giovedì
un leggero brusio, quasi che interiormente stesse scendendo il “silenzio del
primo giorno”…in assemblea poca apertura ma tanta aspettativa d’incamerare
gioia, tuttavia l’esternazione delle difficoltà prendeva il sopravvento:
lamentele; “il Cursillo è troppo vecchio”, “ci vogliono i giovani”, “non
troviamo i ricambi” …meglio dormirci sopra.
Momento conviviale
Purtroppo, credo che in alcune
diocesi, spero di sbagliarmi, il Cursillo sia diventato un modo residuale per convivere.
Si sta insieme quando non si hanno altri impegni, specialmente quelli
parrocchiali. Vertebrare gli ambienti
troppo difficile, la formazione dei cursillisti troppo faticoso e, poi,
dove sono i formatori ?. Bisognerebbe ripartire con idee nuove e tanto
entusiasmo, abbandonando la brutta massima:”si è sempre fatto così”, ovvero si
facciano sempre le stesse cose, magari quelle che ci impegnano di meno. A
Napoli direbbero: ”Tengo Famiglia”. Il Gruppo Giovani è un lusso, nuovi giovani
sacerdoti non vengono coinvolti perché andrebbero affiancati e stimolati a
leggere e a studiare e a frequentare il movimento perché possano innamorarsene.
Non posso dimenticare quello che mi disse un saggio sacerdote, p. Sortino,
innamorato del movimento, a cui manifestavo le mie lamentele :”Ricordati che
ogni movimento è come l’uomo, Nasce, Cresce, poi Muore”. Allora,
affidiamoci allo Spirto che soffia dove vuole, e non sappiamo né da dove
viene né dove va.
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