martedì 19 maggio 2020

DON P. A. RUGGIERO....... QUANTI RICORDI


Don Pietro Antonio Ruggiero è stato per il movimento dei “Cursillos di Cristianità in Italia” un sacerdote dalle rare qualità dottrinali, teologiche spirituali e giuridiche. Ha  studiato e preparato la stesura definitiva dello statuto nazionale dell’associazione approvato poi dalla CEI il 18 ott. 1999. Ha anche assunto, giovanissimo, nel movimento l’incarico di componente del coordinamento nazionale e quello di animatore spirituale regionale siciliano per più quadrienni in diversi periodi.
Omettiamo di pubblicare il lunghissimo curriculum stracolmo di incarichi di rilievo, di pubblicazioni importanti, e di direzione di convegni nazionali ed internazionali.
Click to play this Smilebox slideshowSpesso, un allontanamento importante ci spinge, passato un significativo periodo, a cercare di dare un straordinario valore  alle esperienze passate. E’ per questo che abbiamo aperto questo spazio di riflessione e suggerimento: pensiamo infatti che molti si possono ritrovare e rispecchiare in queste foto che parlano del desiderio di dare valore all’esperienza della realtà smarrita  e continuità ai dolci ricordi che abbiamo condiviso.
La  mancanza di alcuni amici  che non sono più con noi mi fa star male. Mi è salito un groppo in gola che mi ha colto impreparato e mi ha spiazzato, ma leggere la bella vivenza di  don Pietro Antonio  mi ha fatto  riemergere vecchi ricordi del passato, ricordi nascosti e dettagli ritenuti insignificanti, sopiti nella memoria. Così  assorto nei miei pensieri  ho lasciato che riaffiorasse il ricordo della catechesi di don Pietro Antonio tenuta il   29 novembre del 2012  che vi ripropongo, sicuro che vi farà piacere rielaborare: 

Prendendo in prestito uno tra i simboli più antichi della tradizione ebraica la “Menorah”, un candelabro a sette braccia, Don Pietro Antonio Ruggiero ha inteso indicare: “le sette fiamme della fede:



 -l’amicizia personale con Cristo: perché questa amicizia accada sono necessari tre passi: 1) coscienza di non possedere tutta la verità 2)disposizione a cambiare posizione 3)coltivare il bene comune;
-dalla rottura alla continuità:per il credente la storia non ricomincia da zero, non ci sono pezzi di vita da buttare, l’esistenza non è fatta di rotture ma da una continuità misteriosa e salvifica;
-l’incontro tra le due totalità:si tratta dell’incontro tra tutto l’uomo con Cristo che è tutto;
-una testimonianza capace di generare: dall’amore di Cristo l’uomo
attinge forza e vigore per un impegno missionario;
-una confessione consapevole - cuore e vita: la confessione della fede, perché sia tale , oltre alla consapevolezza possiede una sorta di due registri: 1)formazione ed approfondimento, 2) pubblica manifestazione del credo;
-un atto personale e comunitario: la dimensione personale e la dimensione comunitaria si incontrano in modo speciale nella liturgia dove “l’io credo” è l’io della Chiesa ed il “noi crediamo” è il noi dell’assemblea;
-peccato e santità: il misterioso intreccio tra debolezza e grazia è ciò che fa dire a San Gerolamo “Fides nostra infima est”.
                                                                       Luigi Majorca