martedì 15 gennaio 2019

DALLO STUPORE AD UN CAMMINO D’INTERIORIZZAZIONE


              
Trascorso il tempo liturgico d’Avvento e di Natale iniziamo il tempo ordinario.
 Dopo aver infatti vissuto la gioiosa attesa della venuta di Dio in cui abbiamo suscitato in noi e nella comunità il desiderio di in metterci ricerca che è tipico di ogni persona, stimolati dall’incontro con la Parola ci siamo scoperti cercati da Dio e da Lui amati.
 Abbiamo accolto nella nostra vita Dio realizzando così il suo sogno e nello stesso tempo ci siamo impegnati a far si che ogni giorno cresca in ciascuno di noi.
Occorre vivere nell’intimità con Dio.
Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi ma non si è costruito una casa in muratura: ha preferito piantare una tenda nel mondo e farsi pellegrino. Occorre uno sguardo da contemplativi per accorgersi che Dio è con noi. Il volto di Dio e volto nuovo dell’uomo sono svelati dal suo vivere concreto, dalle sue scelte, dai suoi silenzi, dal modo con cui ci si accosta alla gente.
 La gioia del cristiano non risiede nella soddisfazione puramente umana di aver ottenuto un successo di qualsiasi tipo. La gioia del cristiano è il frutto di un abbandono confidente nelle mani di Dio, che si realizza in maniera concreta nell’osservanza della sua Parola. Qui sta il salto di qualità, che fa cambiare tono a tutta la vita.
  Non è una realtà facile da comprendere. L’esperienza misteriosa dell’intimità con Gesù necessita di tempo per essere meditata e compresa: è l’itinerario che anche i discepoli saranno costretti a compiere sino a quando il Risorto non si manifesterà vivo e donerà loro lo Spirito Santo perché possano capire il senso più profondo e autentico del suo Vangelo e divenire testimoni. Mentre lo stupore è il primo effetto dell’incontro con Dio la fede richiede un cammino di interiorizzazione che trova nel cuore lo spazio per l’accoglienza del mistero che si fa vita: così Dio prende dimora in mezzo a noi e può rigenerare l’umanità.
 Si comprende il senso degli eventi solo se si è capaci di scendere in profondità, accettando la fatica del confronto e del discernimento. È questo il cammino che ci attende in questo tempo liturgico ordinario in attesa della quaresima.
Don A. Saraceno