Trascorso il tempo liturgico d’Avvento e di
Natale iniziamo il tempo ordinario.
Dopo aver infatti vissuto la gioiosa attesa
della venuta di Dio in cui abbiamo suscitato in noi e nella comunità il
desiderio di in metterci ricerca che è tipico di ogni persona, stimolati
dall’incontro con la Parola ci siamo scoperti cercati da Dio e da Lui amati.
Abbiamo accolto nella nostra vita Dio
realizzando così il suo sogno e nello stesso tempo ci siamo impegnati a far si
che ogni giorno cresca in ciascuno di noi.
Occorre
vivere nell’intimità con Dio.
Dio
è venuto ad abitare in mezzo a noi ma non si è costruito una casa in muratura:
ha preferito piantare una tenda nel mondo e farsi pellegrino. Occorre uno
sguardo da contemplativi per accorgersi che Dio è con noi. Il volto di Dio e
volto nuovo dell’uomo sono svelati dal suo vivere concreto, dalle sue scelte,
dai suoi silenzi, dal modo con cui ci si accosta alla gente.
La gioia del cristiano non risiede nella
soddisfazione puramente umana di aver ottenuto un successo di qualsiasi tipo.
La gioia del cristiano è il frutto di un abbandono confidente nelle mani di
Dio, che si realizza in maniera concreta nell’osservanza della sua Parola. Qui
sta il salto di qualità, che fa cambiare tono a tutta la vita.
Non è
una realtà facile da comprendere. L’esperienza misteriosa dell’intimità con
Gesù necessita di tempo per essere meditata e compresa: è l’itinerario che
anche i discepoli saranno costretti a compiere sino a quando il Risorto non si
manifesterà vivo e donerà loro lo Spirito Santo perché possano capire il senso
più profondo e autentico del suo Vangelo e divenire testimoni. Mentre lo stupore
è il primo effetto dell’incontro con Dio la fede richiede un cammino di
interiorizzazione che trova nel cuore lo spazio per l’accoglienza del mistero
che si fa vita: così Dio prende dimora in mezzo a noi e può rigenerare
l’umanità.
Si comprende il senso degli eventi solo se si
è capaci di scendere in profondità, accettando la fatica del confronto e del
discernimento. È questo il cammino che ci attende in questo tempo liturgico
ordinario in attesa della quaresima.
Don A. Saraceno