mercoledì 31 ottobre 2018

SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI-OMELIA DI MONS. GRECO- Seconda Parte

La sorgente e la foce della santità

 La seconda Lettura biblica ci indica la  sorgente  e la  foce della santità. La sorgente da cui nasce e la foce che ne segna lo sbocco è il «grande amore» del Padre. In virtù  di questo amore noi siamo « figli di Dio », siamo « partecipi della natura divina » (2 Pt  1,4).
La santi, quindi, anzitutto è un dono,  un  dono dell'amore di Dio; è una partecipazione alla infinita santi d i Dio.  La sorgente è il  Padre:  « Padre,  veramente  santo,  fonte  di  ogni santità » (Pregh. cuc. Il).
Questo dono è un dono impegnativo. Esige il nostro impegno di vivere da « figli ». La santi consiste nel vivere quotidianamente il  nostro Battesimo. C'è una universal e vocazione alla santi nella Chiesa (cfr LG, cap. V).
Ma tutta questa ricchezza d i santità è soltanto il germe della gloria futura. E vero, « noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato ». La nostra somiglianza con Dio (siamo stati  creati a immagine e somiglianza d i Dio) avrà il suo pieno sviluppo e la sua piena manifestazione nel cielo:
« quando egli si  sa  manifestato, noi  saremo simili  a  lui, perché lo  vedremo  così  come  egl i  è».


La carta costituzionale della santità
 Il Vangelo ci consegna la carta costituzionale della santi tà: le Beatitudi ni.
Le  Beatitudini   non   sono   u n   ideale  utopistico,  una   meta irraggiungibile, lontana dalla concretezza della vi ta; non ci suggeriscono  u na  sorta  di  fuga spiritualistica dal  mondo; non  sono u n   insegnamento  praticabile  unicamente  da  una  élite;  non  ci presentano soltanto  una promessa  che si  dissolve  i n  un  lontano futuro.
Sono anzitutto un  dono, sono un  annuncio di  ciò che Dio  fa per noi, di ciò  che Dio  è per  noi. Le Beatitudini  ci  presentano  il Dio della Beatitudine, il Dio che vuole la nostra felicità. Le Beatitudini  diventano  concretamente  visibili   nella   persona   di Gesù, che rivela nella  sua  vita  l'amore  e  la  misericordia  del Padre. I Gesù il primo « povero », « mi te», « affamato e assetato della giustizia )>, « misericordioso )>, « operatore di pace>), « perseguitato ). Nel Discorso della montagna, proclamato da Gesù , noi troviamo una valenza autobiografica. Gesù è la trasparenza delle Beatitudini,  è  il  modello delle  Beatitudini.
Allora sono <beati> i veri discepoli di Gesù, coloro che lo seguono  e  conformano  la  propria  vita  alla  vita  di  lui .  Sono
« beati )> coloro che assumono la  stessa  mentalità  di  Cristo, il suo stesso  modo di  pensare, di  sentire, di  volere, di  agire.
Questa  è  la  santità,  la  santità   fondata  sul  Vangelo  delle
Beatitudini. Questa è l'identi cristiana, quella che rifiuta le seduzioni del mondo. Il mondo ha altre beatitudini da  proclamare, beatitudini diametralmente opposte a c.1uellc del Vangelo. 11 cri stiano è colui che, accogliendo e seguendo il messaggio evangelico, non teme di andare contro-corrente rispetto alla mentalità mondana: egli sa che le Beatin1dini evangeliche sono una  sfida  lanciata  alle  idee  correnti;  ma  su  questa  Parola  del
Vangelo egli gioca la sua vita.

Mons. G. Greco