Un grande
ed indicibile dolore.
Il 27 giugno del 2021 mio fratello in Cristo, Rodolfo Dierna, ha lasciato questo mondo e si è portato con sé gran parte della mia vita vissuta con lui in fraterna condivisione personale e professionale. Ci siamo conosciuti nel 1968 e abbiamo convissuto una intera vita dividendo pensieri, programmi, stili di vita ed anche le più piccole complicità.
Rodolfo è stato un avvocato assai intelligente, lucido e razionale, ha avuto tra gli altri pregi quello della concretezza. Quando abbiamo iniziato insieme la nostra avventura professionale, ai più appariva essere un esperimento di poca durata perché avevamo clientele separate e modi organizzativi diversi, pur senza mai negarci la più stretta collaborazione nei casi di necessità. Mai questo giudizio è stato più sbagliato perché, non solo il rapporto professionale non ebbe alcuna incrinatura, ma nel tempo si consolidò e si tramutò in una amicizia di tale qualità che il nome di uno di noi richiamava il nome dell’altro. Gli amici ci dicevano che eravamo complementari ed indivisibili. Ci punzecchiavano bonariamente dicendo ecco arrivano la corda ed il secchio.
La vita professionale di Rodolfo, tuttavia, si era indirizzata su un binario diverso, era sempre meno impegnata con la sua clientela avendo spostato la sua attenzione verso gli “altri”. Cultore di S. Paolo mi ricordava «So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere in Cristo Gesù» (Fil 3,13).
La partecipazione al “Cursillo”, un piccolo corso del movimento dei” Cursillos di Cristianità in Italia” nel lontano 1982 a Ragusa fù per lui una scoperta ed una “grazia”, subì una conversione a 360 gradi che lo portò a riconsiderare la sua esistenza. Gli sono grato per avermi coinvolto, in un momento di grave incertezza della mia vita, suggerendomi di partecipare all’11° Cursillo Uomini svoltosi nel 1990 presso la villa S. Metodio, seminario diocesano.
Da lui ho imparato ad affidarmi alla Provvidenza Divina nei momenti di difficoltà, mi ha fatto comprendere cos’è la generosità allo stato puro, la compassione, la pietà, l’amore, la bontà, la misericordia, mi ha fatto conoscere e frequentare i poveri, che amava oltre ogni misura.
Contestualmente si era impegnato in azioni di volontariato diventando membro dell’Associazione Comunità di San Martino di Tours.
Non ha mai chiesto o ricevuto nulla per il suo
impegno pastorale sempre gratuito, pregio per il quale i colleghi, che ne
riconoscevano le grandi doti di cultura giuridica, non capivano perché non li
utilizzasse anche per un suo maggiore
profitto. Per questo gli volevo e gli voglio molto bene.
La comunità diocesana deve molto a questo “Uomo
di Dio” che si è speso per gli altri specialmente per i più poveri e dovrebbe essere ricordato nel tempo come un esempio di
altruismo e di carità da imitare. Non lasciamo cadere il fratello nell’oblio
perché Rodolfo muore veramente se sarà dimenticato.
Luigi Majorca
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