Un grande
ed indicibile dolore.
Il 27 giugno del 2021 mio fratello in
Cristo, Rodolfo Dierna, ha lasciato questo mondo e si è portato con sé gran
parte della mia vita vissuta con lui in fraterna condivisione personale e
professionale. Ci siamo conosciuti nel 1968 e abbiamo convissuto una intera
vita dividendo pensieri, programmi, stili di vita ed anche le più piccole
complicità.
Capodanno 2016 in famiglia![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPX7Y3szZ77rDB9aCNncySupKsff21VNwag-TyqJBgkwrGAbZNlb34ZUILcF6I8vFhbiqHkM2MNUsN9-KBMsFhqlkaYedU7bt86utVhZxCsrY8lo61TNnb0JYNs2LxltP-Xv3IBU9JKKo/s320-rw/Cefal%25C3%25B9+07+019.jpg)
Castelbuono di Sicilia 2007
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcO_G6w193l4ccZJlZp_bv-FmPw1x9dtpJJo7bzwOwgQ6tJDzQ5tiOG5eAChO0wCyHQbP8pzXBDakT-cFrZrb8VuxKKdOJLqYRrvV2Qo1ZtcP7a3pLMZCwYd9RkhUyzfCa1wX4kPxENLI/s320-rw/Gita+con+Rodolfo+2997+011.jpg)
Assisi
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Recco 206
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Casmene Buccheri
Non ho scritto questo articolo nella
immediatezza della sua dipartita, perché sarebbe passato inosservato insieme
alle tante dediche che, meritoriamente, si sono fatte nella triste circostanza.
Rodolfo è stato un avvocato assai
intelligente, lucido e razionale, ha avuto tra gli altri pregi quello della
concretezza. Quando abbiamo iniziato insieme la nostra avventura professionale,
ai più appariva essere un esperimento di poca durata perché avevamo clientele
separate e modi organizzativi diversi, pur senza mai negarci la più stretta
collaborazione nei casi di necessità. Mai questo giudizio è stato più sbagliato perché, non solo il rapporto
professionale non ebbe alcuna incrinatura, ma nel tempo si consolidò e si tramutò in una amicizia di tale qualità che
il nome di uno di noi richiamava il nome dell’altro. Gli amici ci dicevano che
eravamo complementari ed indivisibili. Ci punzecchiavano bonariamente dicendo
ecco arrivano la corda ed il secchio.
La vita professionale di Rodolfo, tuttavia, si era
indirizzata su un binario diverso, era
sempre meno impegnata con la sua clientela avendo spostato la sua attenzione verso gli “altri”.
Cultore di S. Paolo mi ricordava «So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e
proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio
ci chiama a ricevere in Cristo Gesù» (Fil 3,13).
La partecipazione al “Cursillo”,
un piccolo corso del movimento dei” Cursillos di Cristianità in Italia” nel
lontano 1982 a Ragusa fù per lui una scoperta ed una “grazia”, subì una conversione
a 360 gradi che lo portò a riconsiderare la sua esistenza. Gli sono grato per
avermi coinvolto, in un momento di grave
incertezza della mia vita, suggerendomi di partecipare all’11° Cursillo Uomini svoltosi
nel 1990 presso la villa S. Metodio, seminario diocesano.
11° Cursillo Uomini 1990Non ha mai dimenticato di appartenere al movimento dei “Cursillos”,
partecipando ai momenti più significativi della sua evoluzione con interventi e
relazioni, ma soprattutto con l’esempio della sua vita sempre “vicina a
Cristo”.
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Convegno Perugia
Da lui ho imparato ad
affidarmi alla Provvidenza Divina nei momenti di difficoltà, mi ha fatto comprendere
cos’è la generosità allo stato puro, la compassione, la pietà, l’amore, la bontà, la misericordia, mi ha fatto conoscere e frequentare i poveri, che amava oltre ogni
misura.
In cucina Alla mensa della Caritas
La sua conversione gli suggerì un apostolato tanto
importante quanto faticoso. Nel 1988 (33 anni fa), grande sostenitore dell’amore e dell’accoglienza
per il prossimo, fu componente del gruppo che fondò la Caritas diocesana di
Siracusa, di cui poi divenne figura
fondamentale, ricoprendo vari incarichi, sempre con encomiabile disponibilità e
dedizione: dapprima Responsabile dei rapporti tra Obiettori di coscienza in
servizio sostitutivo civile ed il Distretto militare di Catania, poi
Vicedirettore ed in ultimo Direttore, dal 2009 al 2014, del nostro Organismo
Pastorale.
Il momento in cui ha appreso la sua nomina a Direttore della Caritas diocesanaContestualmente si era impegnato in azioni di volontariato
diventando membro
dell’Associazione Comunità di San Martino di Tours.
Non ha mai chiesto o ricevuto nulla per il suo
impegno pastorale sempre gratuito, pregio per il quale i colleghi, che ne
riconoscevano le grandi doti di cultura giuridica, non capivano perché non li
utilizzasse anche per un suo maggiore
profitto. Per questo gli volevo e gli voglio molto bene.
La comunità diocesana deve molto a questo “Uomo
di Dio” che si è speso per gli altri specialmente per i più poveri e dovrebbe essere ricordato nel tempo come un esempio di
altruismo e di carità da imitare. Non lasciamo cadere il fratello nell’oblio
perché Rodolfo muore veramente se sarà dimenticato.
Luigi Majorca