Gv 1,29-34 “Ecco l’agnello di Dio"…..”
Giovanni Battista nel
compiere la sua missione non fa sfogo di eloquenza, non si dà arie di
superiorità, non si monta la testa, non osa mettere avanti se stesso.
Ama definirsi voce di
colui che grida nel deserto: preparate la via al Signore.
Unico obiettivo della
sua missione è dover dare testimonianza al messia Salvatore annunciato dai
profeti.
Il suo messaggio è autenticato
dallo Spirito Santo che egli ha visto scendere su Gesù il quale volle
sottoporsi al battesimo di penitenza che lui amministrava presso il fiume
Giordano.
Il battesimo di Gesù
è un felice richiamo a quella realtà di grazia che ha cambiato la nostra
vita, l'ha arricchita, l'ha salvata dal dominio di satana.
Quale grande dono non ci
viene fatto con il battesimo!
Il sacerdote versa
dell'acqua sul nostro capo mentre invoca il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo e avviene il miracolo: muore l'uomo vecchio per dare posto
all'uomo nuovo creato da Dio nella giustizia e nella verità.
Divenuti figli di Dio
per grazia, a buon diritto possiamo invocare Dio come nostro padre.
Dio è il padre buono che
non manca mai di venirci incontro,
di usare
misericordia,
di darci il suo perdono
e di accogliervi a braccia aperte quando malauguratamente pecchiamo e
riconoscendo di aver tradito l'amore di Dio chiediamo perdono.
In forza del battesimo
siamo membri della Chiesa, corpo mistico di Cristo.
Ad essa ci affidiamo
come figli verso la propria madre.
Sì, la Chiesa è nostra
madre,
Essa è maestra e guida
che ha ricevuto da Cristo il mandato di trasmette fedelmente il Vangelo,
ci genera alla
grazia attraverso i sacramenti,
ci accompagna come solo
una madre sa fare a Cristo, unica ragione del nostro vivere su questa terra
nella prospettiva gloriosa del cielo.
Quale grande dignità e
quale grande responsabilità non comporta tutto questo bene da parte nostra!
Prenderne coscienza e
cercare di vivere con coerenza la nostra fede,
dare spazio a Dio e meno
al nostro io,
fare dell'amore a Dio e
al prossimo la ragione del nostro vivere,
aspirare ardentemente
alla santità,
tendere decisamente e
con tutte le forze alla perfezione,
rende la nostra vita
solare, interessante, significativa, preziosa agli occhi di Dio e del prossimo.
È ora di svegliarci dal
sonno, di scrollarci di dosso tutti quei convivevoli del mondo che non hanno
nulla a che fare con il Vangelo, di dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare
quel che è di Cesare.
Riprendiamo in mano la
nostra vita se per caso ci fossimo lasciati andare e ci fossimo avventurate ad
andare su vie non buone.
Vale la pena di vivere
secondo il Vangelo.
Il Vangelo fa respirare
aria pura che ossigena il nostro spirito, ci fornisce le ali per volare e non
strisciare terra terra.
Dio Padre Figlio e
Spirito Santo sia il nostro unico amore e la chiesa la madre che ci aiuta
a fare della nostra vita un dono di amore a Dio e ai fratelli.
Don Raffaele Aprile