Mt 26,36-46 – Lc 22,39-46 – Mc 14,
32-42
“Il mio cibo è fare
la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 4,34).
In questa obbedienza
sta il culto perfetto in spirito e verità, quello che non si esaurisce in
pratiche esteriori, ma diventa comunione con Dio e salvezza per tutti.
Il nuovo culto in
spirito e verità è l’obbedienza d’amore al disegno del Padre.
Salmo 17 : “Mi
assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno: mi
portò al largo, mi liberò perché mi volle bene”.
La volontà di Dio
è il suo volermi bene.
“Questa è infatti la
volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha
dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39).
Se la volontà di Dio
è il desiderio del nostro bene, che cos’è allora l’obbedienza a questa volontà?
Dall’eccomi di
Abramo (Gn 22,2) fino all’eccomi di Maria, dall’eccomi di Gesù all’eccomi di tutti
coloro che ne hanno seguito le orme, essa si rivela come un canto nuziale
sgorgante da un cuore desideroso di cooperare al divino disegno di salvezza.
L’obbedienza non è
fredda esecuzione di severi ordini, è un appassionato coinvolgimento di
tutte le persone in un fiducioso abbandono a colui che è, si, onnipotente,
ma anche Padre: altissimo, ma pure Emmanuele. Dio – con noi.
L’obbediente
incontrerà momenti di fatica nel suo cammino, ma sempre sentirà accanto
a sé i passi di colui che ci precede portando per nostro amore la sua – nostra
croce.
“Chi fa la volontà
del Padre mio, è per me fratello, sorella, madre …” (Mc 3,35).
Eravamo soli, ora
siamo tuoi familiari, siamo tra noi fratelli: ci sentiamo tra noi uniti in una
dolce e forte solidarietà. Sempre il tuo amore ci sostenga e ci spinga a vivere
con te per tutti.
Fare la volontà di
Dio è collaborare con lui alla redenzione degli uomini liberandoli dalla morte
chiamando gli altri a seguire il Signore, a fidarsi di Lui, a camminare con
lui, a saper vivere in comunione con i fratelli.