domenica 3 marzo 2019

“Fare la volontà di Dio” di don Angelo Saraceno


Mt 26,36-46 – Lc 22,39-46 – Mc 14, 32-42



“Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 4,34).
In questa obbedienza sta il culto perfetto in spirito e verità, quello che non si esaurisce in pratiche esteriori, ma diventa comunione con Dio e salvezza per tutti.
Il nuovo culto in spirito e verità è l’obbedienza d’amore al disegno del Padre.
Salmo 17 : “Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno: mi portò al largo, mi liberò perché mi volle bene”.
La volontà di Dio è il suo volermi bene.
“Questa è infatti la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39).
Se la volontà di Dio è il desiderio del nostro bene, che cos’è allora l’obbedienza a questa volontà?
Dall’eccomi di Abramo (Gn 22,2) fino all’eccomi di Maria, dall’eccomi di Gesù all’eccomi di tutti coloro che ne hanno seguito le orme, essa si rivela come un canto nuziale sgorgante da un cuore desideroso di cooperare al divino disegno di salvezza.
L’obbedienza non è fredda esecuzione di severi ordini, è un appassionato coinvolgimento di tutte le persone in un fiducioso abbandono a colui che è, si, onnipotente, ma anche Padre: altissimo, ma pure Emmanuele. Dio – con noi.
L’obbediente incontrerà momenti di fatica nel suo cammino, ma sempre sentirà accanto a sé i passi di colui che ci precede portando per nostro amore la sua – nostra croce.
“Chi fa la volontà del Padre mio, è per me fratello, sorella, madre …” (Mc 3,35).
Eravamo soli, ora siamo tuoi familiari, siamo tra noi fratelli: ci sentiamo tra noi uniti in una dolce e forte solidarietà. Sempre il tuo amore ci sostenga e ci spinga a vivere con te per tutti.
Fare la volontà di Dio è collaborare con lui alla redenzione degli uomini liberandoli dalla morte chiamando gli altri a seguire il Signore, a fidarsi di Lui, a camminare con lui, a saper vivere in comunione con i fratelli.