Alle ore 19 del 25 marzo, nella
chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Siracusa il parroco, don G. Silluzio, ha celebrato la Messa in “Coena Domini”, cioè la “Cena del
Signore”. Si tratta dell'Ultima Cena che
Gesù tenne insieme ai suoi discepoli prima dell'arresto e della condanna a
morte.
Tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa "degli Azzimi", ossia la Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in casa di un loro seguace.
Tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa "degli Azzimi", ossia la Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in casa di un loro seguace.
un pasto (la cena pasquale); in tale periodo è permesso mangiare solo pane senza lievito da cui il termine “Azzimi”. Gesù con gli Apostoli non mangiarono solo secondo le tradizioni, ma il Maestro per l’ultima volta aveva con sé tutti i dodici discepoli da lui scelti e a loro fece un discorso dove s'intrecciano commiato, promessa e consacrazione.
Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l'episodio della lavanda dei piedi.
Bisogna sottolineare che all’epoca di Gesù si camminava a piedi su strade
polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i
piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine
giornata. La lavanda dei piedi era una
caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo
verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e
veniva effettuata con un catino apposito e con un asciugatoio che alla fine era
divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.
Lavando i piedi ai propri discepoli Gesù da loro una grande lezione, questi dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.
LM