venerdì 19 aprile 2024

RIABILITIAMO IL POVERO TOMMASO.


UNA RIFLESSIONE di Leonardo Verrando.

 Cari amici eccomi di nuovo a voi per una riflessione su Tommaso, l’Apostolo che è diventato un proverbio, un modo di dire, quasi che solo lui abbia mostrato diffidenza e incredulità alla notizia che gli altri Apostoli gli dissero di aver visto Gesù risorto.

 


Ma davvero Tommaso è stato l’unico ad avere dubbi, mentre gli altri discepoli sarebbero arrivati in modo facile e immediato a credere nel Risorto? Non pare proprio che le cose siano andate così.

Nel Vangelo di Marco si dice che Gesù apparve agli undici «e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che Lo avevano visto risuscitato» (Mc 16,14). Nel Vangelo di Luca il Risorto si rivolge agli apostoli stupiti e spaventati e chiede: «Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?» (Lc 24,38). Nell’ultima pagina del Vangelo di Matteo si dice addirittura che quando Gesù apparve ai discepoli su un monte della Galilea (quindi molto tempo dopo le apparizioni a Gerusalemme) «alcuni ancora dubitavano» (Mt 28,17).

Tutti dunque hanno dubitato, non soltanto il povero Tommaso! Come mai allora l’evangelista Giovanni sembra voler concentrare su di lui i dubbi che invece hanno attanagliato anche gli altri? Vediamo di capire.

Quando Giovanni scrive (verso l’anno 95 d.C.) Tommaso è morto da tempo, dunque, l’episodio non è certo riferito per mettere in cattiva luce questo apostolo.  La ragione è un’altra: l’evangelista vuole rispondere agli interrogativi ed alle obiezioni che i cristiani delle sue comunità sollevano con crescente insistenza.

Si tratta di cristiani della terza generazione, di persone che non hanno visto né conosciuto il Signore Gesù.  . Fanno fatica a credere, si dibattono in mezzo a tanti dubbi, vorrebbero vedere, toccare, verificare se il Signore è veramente risorto. Si chiedono: quali sono le ragioni che ci possono indurre a credere?  


L’unica prova che è offerta a chi cerca ragioni per credere é lo stesso Vangelo.   Non ci sono altre prove all’infuori di questa stessa Parola.


Ma dove si può ascoltare questa voce? Dove risuona questa parola? Avremo sicuramente notato che ambedue le apparizioni avvengono di domenica.



I discepoli si trovano riuniti in casa. L’incontro al quale Giovanni allude è chiaramente quello che avviene nel “giorno del Signore”, quello in cui, ogni otto giorni, tutta la comunità viene convocata per la celebrazione dell’eucaristia.


Quando tutti i credenti sono riuniti, ecco comparire il Risorto. Egli, per bocca del celebrante, saluta i discepoli e augura, come nella sera di Pasqua e “otto giorni dopo”: «La pace sia con voi».

Gesù dice infine a Tommaso: “ Non essere incredulo, ma credente”. Anche a noi che viviamo le nostre giornate, spesso spettatori davanti ai video e tele schermi che ci bombardano di ogni tipo di informazione, Gesù ci dice: “Non essere credulone, ma credente.” E ancora in altro passo del Vangelo: “ Abbiate fede in Dio e anche in me, io sono la via, la verità e la vita”.

(Questa è una sintesi, il testo integrale nella pagina DOCUMENTI cartella VERRANDO.)

Nessun commento:

Posta un commento