UNA RIFLESSIONE di Leonardo Verrando.
Cari amici eccomi di
nuovo a voi per una riflessione su Tommaso, l’Apostolo che è diventato un
proverbio, un modo di dire, quasi che solo lui abbia mostrato diffidenza e
incredulità alla notizia che gli altri Apostoli gli dissero di aver visto Gesù
risorto.
Ma davvero Tommaso è stato l’unico ad avere
dubbi, mentre gli altri discepoli sarebbero arrivati in modo facile e immediato
a credere nel Risorto? Non pare proprio che le cose siano andate così.
Nel
Vangelo di Marco si dice che Gesù apparve agli undici «e li rimproverò per la
loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che Lo
avevano visto risuscitato» (Mc 16,14). Nel Vangelo di Luca il Risorto si
rivolge agli apostoli stupiti e spaventati e chiede: «Perché siete turbati e
perché sorgono dubbi nel vostro cuore?» (Lc 24,38). Nell’ultima pagina del
Vangelo di Matteo si dice addirittura che quando Gesù apparve ai discepoli su
un monte della Galilea (quindi molto tempo dopo le apparizioni a Gerusalemme)
«alcuni ancora dubitavano» (Mt 28,17).
Tutti
dunque hanno dubitato, non soltanto il povero Tommaso! Come mai allora
l’evangelista Giovanni sembra voler concentrare su di lui i dubbi che invece
hanno attanagliato anche gli altri? Vediamo di capire.
Quando
Giovanni scrive (verso l’anno 95 d.C.) Tommaso è morto da tempo, dunque,
l’episodio non è certo riferito per mettere in cattiva luce questo apostolo. La ragione è un’altra: l’evangelista vuole
rispondere agli interrogativi ed alle obiezioni che i cristiani delle sue
comunità sollevano con crescente insistenza.
Si
tratta di cristiani della terza generazione, di persone che non hanno visto né
conosciuto il Signore Gesù. . Fanno
fatica a credere, si dibattono in mezzo a tanti dubbi, vorrebbero vedere,
toccare, verificare se il Signore è veramente risorto. Si chiedono: quali sono
le ragioni che ci possono indurre a credere?
L’unica
prova che è offerta a chi cerca ragioni per credere é lo stesso Vangelo. Non ci
sono altre prove all’infuori di questa stessa Parola.
Ma
dove si può ascoltare questa voce? Dove risuona questa parola? Avremo
sicuramente notato che ambedue le apparizioni avvengono di domenica.
I
discepoli si trovano riuniti in casa. L’incontro al quale Giovanni allude è
chiaramente quello che avviene nel “giorno del Signore”, quello in cui, ogni
otto giorni, tutta la comunità viene convocata per la celebrazione
dell’eucaristia.
Quando
tutti i credenti sono riuniti, ecco comparire il Risorto. Egli, per bocca del
celebrante, saluta i discepoli e augura, come nella sera di Pasqua e “otto
giorni dopo”: «La pace sia con voi».
Gesù
dice infine a Tommaso: “ Non essere incredulo, ma credente”. Anche a noi che
viviamo le nostre giornate, spesso spettatori davanti ai video e tele schermi
che ci bombardano di ogni tipo di informazione, Gesù ci dice: “Non essere
credulone, ma credente.” E ancora in altro passo del Vangelo: “ Abbiate fede in
Dio e anche in me, io sono la via, la verità e la vita”.
(Questa
è una sintesi, il testo integrale nella pagina DOCUMENTI cartella VERRANDO.)