FORMAZIONE - "La testimonianza"
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mi sono imbattuto in alcune meditazioni redatte, con un linguaggio semplice e
assolutamente comprensibile, dal sacerdote Massimo Bianchi. Ma chi è Massimo
Bianchi ? Massimo Bianchi é un sacerdote cursillista già animatore spirituale
della diocesi di Tortona e già animatore spirituale del territorio 8 nel
precedente triennio.
Incuriosito, ho
voluto contattare il fratello per essere autorizzato a pubblicare le sue
relazioni e, avutene il consenso, ho scelto “L’azione” nel contesto del
TREPIEDI. Perché l’Azione? Perché da sempre noi cursillisti ci siamo chiesti
cos’è veramente una “testimonianza”, ma tra una imprecisione ed un’altra ci
siamo affidati agli esempi che vengono suggeriti nella scuola Responsabili
senza scendere a esaminare l’essenza di quell’azione che diventa testimonianza.
(Pubblichiamo uno
stralcio della meditazioni che troverete in forma integrale nella pagina
“Documenti” nella cartella Scuola Responsabili).
L’AZIONE
“Possiamo
chiederci: che cosa rende un’azione una testimonianza? Non ogni azione, fosse
anche un’azione “religiosa”, è automaticamente testimonianza evangelica, cioè
azione apostolica. E allora che cosa
rende l’azione una testimonianza? La testimonianza di cosa è frutto? Per prima
cosa: la testimonianza non è frutto del nostro sforzo di testimoniare. Non che
sforzo e impegno non siano coinvolti, ma la testimonianza non viene da lì.
Nemmeno dal nostro progettare certe azioni o opere perché siano testimonianza.
Gesù, preparando i suoi a dare testimonianza davanti a chi li metterà sotto
giudizio, dice loro: “Non preoccupatevi di come o di cosa direte, perché vi
sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire” (Mt 10,19). Ma allora, verrebbe da
pensare, i rollos sono il contrario di quello che dice Gesù, visto che li
prepariamo accuratamente prima?! No, non è a questo a cui allude Gesù. Gesù
indica proprio che la testimonianza evangelica non viene da un’efficacia
programmata o dallo sforzo di fare qualcosa che “convinca”, ma viene dal
CONOSCERE VIVENZIALMENTE ciò di cui parli o per cui agisci, dall’averne pieno
il cuore. Provo a spiegarmi meglio. Perché nel TREPIEDI l’Azione è presentata
per ultima? Non è un ordine casuale.
PIETÀ
è la relazione autentica col Signore, è la conoscenza d’amore di Lui. Non si
conosce se non ciò/colui che si ama. È quel conoscere l’altro in un modo e ad
una profondità che solo nella relazione d’amore si può raggiungere.
STUDIO è la conoscenza che si fa consapevole,
meditata, e quindi comunicabile. Il cuore intuisce, la mente scopre le ragioni
di ciò che il cuore già sa. Nella Pietà viviamo la relazione d’amore, nello
Studio la comprendiamo nei suoi vari aspetti. (NB: Pietà e Studio non sono
momenti successivi: li presentiamo come tali per comunicarli, ma procedono di
pari passo, si alimentano e approfondiscono insieme e a vicenda. Così è per
l’Azione)
Ora
possiamo capire che l’AZIONE è testimonianza solo se scaturisce dalla Pietà e
dallo Studio,
solo se il desiderio che muove all’azione è frutto della Pietà e dello Studio,
cioè dal VIVERE e CONOSCERE l’amore di Dio (dall’averne il cuore pieno).
Altrimenti rischia di essere attivismo o proselitismo o strumentalizzazione
dell’altro. Detto in termini teologici: l’azione diventa testimonianza solo per
opera dello Spirito Santo. Se no è proselitismo.
La
presenza dello Spirito Santo nel cuore si comunica all’altro attraverso l’opera
e la parola del testimone, le abita, e così le trasfigura. L’altra persona,
allora, avverte “un di più” in quei gesti e quelle parole. Non sono i gesti e
le parole in sé, ma è quel di più avvertito che costituisce la testimonianza, e
quel di più è proprio l’opera (la presenza) dello Spirito di Dio. Quando il cuore è colmato da Dio, dal suo
Spirito, ogni azione è testimonianza (così come ogni azione di una madre è
testimonianza per il figlio dell’amore materno, perfino la sgridata . Se hai
l’amore nel cuore in ogni cosa agisci con amore e l’altro avverte in
quell’agire la forza dell’amore. OGNI
AZIONE sarà adatta a comunicare l’amore che hai, perché in ogni azione entrerà
l’amore, come riversandosi dal cuore: nel sorriso, nelle parole, nel silenzio,
nell’aiuto, perfino nel rimprovero…
Chiunque è in grado di dare una carezza o un
bacio. Ma se nel suo cuore non c’è amore per la persona accarezzata o baciata
l’inganno si svelerà presto.”
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