di Carlo De Benedetti
Alla fine della relazione resa nella convivenza di studio nazionale del luglio 2022 il coordinatore Callo De Benedetti offre dei suggerimenti pratici ai cursillisti. Ne indichiamo e commentiamo i primi 4, evidenziando qualche aspetto peculiare e senza ritenere di essere esaustivo su tutte le sfaccettature che le proposte prospettano.
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“Avere
sogni e desideri più grandi delle paure.
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Saper
fare proposte profetiche.
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Non
ricorrere agli arroccamenti ecclesiali e clericali.
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Aprirsi
verso i movimenti e verso le novità come risorsa."
LE RIFLESSIONI di Luigi Majorca
“Avere sogni e
desideri più grandi delle paure.”
Il sogno si
lega a ricordi, i cursillisti ripensano
ad immagini, sensazioni e pensieri
che si manifestano durante il sonno od uno stato di subcoscienza, e si
chiedono: “Perché non torniamo al carisma fondazionale? Perché il nostro
movimento è in crisi? “Cosa possiamo fare? Cosa posso fare io?. Il cursillista
si sveglia e pensa la suo desiderio, un'aspirazione verso qualcosa che vuole realizzare ma che ha
paura di non riuscire a concretizzare: “la vertebrazione degli ambienti”. Allora ripensiamo quanto a detto Papa Francesco “Non
abbiate paura di sognare cose grandi”:
Formare i formatori: questa l’antica sfida,
assunta da san Giovanni Battista de la Salle come vera e propria missione.
Quante volte abbiamo argomentato sul tema che una scuola responsabili è un contenitore vuoto se i responsabili non
sono adeguamenti formati. In verità il territorio 1 della Sicilia in un non
recente passato aveva organizzato un convivenza territoriale per affrontare
questo tema, che purtroppo non ha avuto seguito mostrando così la scarsa
attenzione ad una problematica di tutto rilievo. Il tema
mostra ancora oggi tutta la sua attualità e la sua portata profetica. Bisognerebbe
ripensare seriamente ad una nuova struttura e composizione della scuola,
confidando nei carismi di ciascuno.
Non ricorrere agli arroccamenti ecclesiali e clericali.
Tutto il magistero di Papa Francesco può essere riletto “come
una sfida al clericalismo, all'atteggiamento
del credente che si concentra sul segno, l'istituzione, e dimentica Cristo. Il clericale, chierico o laico che sia, vuole una
Chiesa dove comandi solo il clero, rigida e legalista”. Dobbiamo uscire da questa logica errata per rientrare in un
viatico sinodale dove il confronto e le osservazioni di chi non è d’accordo con
noi può darci spunti originali e creativi.
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Aprirsi
verso i movimenti e verso le novità come risorsa.
Spingere le persone a uscire
dalla propria “comfort zone” per sperimentare nuove attività e nuovi approcci significa ampliare il bacino di
competenze su cui fare affidamento. Significa anche
uscire dalla proprie parrocchie per un percorso diverso, aperto ai lontani
ricercando le vere vertebre nei loro ambienti.
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