Molto si è scritto sulla Madonna, da San Francesco d'Assisi ad Alda Merini nei giorni nostri. Tante poesie hanno magnificato la Santa Vergine Maria sotto profili diversi, così si è sublimato il rapporto tra Maria e Gesù nel contesto del vangelo e della sua passione (Jacopone da Todi, Donna de Paradiso nella rielaborazione della crocifissione di Cristo). Non trovo tuttavia espressioni artistiche che riguardano l’aspetto vocazionale, così come è sovrabbondante nella poetica di don Raffaele Aprile.
Questa bella poesia dal titolo “Vergine delle lacrime” è l'ultima creatura della sua inesauribile produzione
artistica recitata ed interpretata in inglese da
Pascal Meyer SJ (potete ascoltarla cliccando sul seguente link https://youtu.be/EvWymlUEXSE).
Madonna
delle Lacrime, perché piangi?
Le tue lacrime sono
amore, gioia e speranza.
Il tuo pianto, o Maria,
non ha il sapore
di una storia giunta al
termine,
al contrario... ne apre
una nuova,
non più come quella di
prima.
Le tue Lacrime, o
Madre, ... nel tuo volto,
sono come una rugiada
di pace che scende sulla nostra vita;
sono Lacrime come di un
battesimo
che ci confermano
ancora
di essere figli di Dio.
Tu, o Maria, sei viva,
perché il Vivente è in te!
E tu, o figlio, va... e
dì a tutti il mio Amore con la tua vita.
Ricordare che la decisione di abbracciare il sacerdozio da parte di don Raffaele sia da ricondurla al culto della Vergine delle Lacrime nel suo santuario di Siracusa, ci lascia pensare ad una grande fede, presupposto necessario per la produzione artistica volta ad indicarci che le lacrime di Maria hanno una finalità etica insopprimibile in chi crede e si stupisce di fronte a questa realtà che è ben lungi da ciò che il cuore desidera.
Non è difficile individuare in don Raffaele l’aspetto pratico
del miracolo della Madonna delle Lacrime che assume, non solo per lui ma per
tutti i credenti, un’importanza decisiva tanto da collocare l’amore per Maria
al vertice della propria vita.
La poetica di don Raffaele è strettamente collegata “alle lacrime di Maria”
ma non è bidirezionale e sovrapponibile, nel senso che non è Maria che ha
bisogno dell’artista ma è l’artista, don Raffaele, che ha bisogno di Maria.
Luigi Majorca
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