Sul tema della libertà religiosa:
"L' Evangelizzazione."
Paolo VI ci
ricorda, nell’esortazione postsinodale “Evangelii nuntiandi”, che per evangelizzare
al primo posto ci dev’essere la
testimonianza della vita.
Una
testimonianza non ostentata, ma naturale, genuina come quella del fuoco che di
sua natura – oltre a riscaldare – illumina. Le parole del Papa: “Ed essa (la
buona novella) deve essere anzitutto proclamata mediante la testimonianza, (principio fondante del movimento dei Cursillos di cristianità).
Allora con
tale testimonianza senza parole,
questi cristiani fanno salire nel cuore di coloro che li vedono vivere, domande
irresistibili: perché sono così? Perché vivono in tal modo? Che cosa o chi li
ispira? Perché sono in mezzo a noi?
L’avvicinarsi
a Cristo viene causato dalla testimonianza di vita che suscita ammirazione,
come riferisce Tertulliano quando scrive che i pagani vedendo i cristiani erano
soliti meravigliarsi tanto che dicevano: “Guardate i cristiani come si amano”.
Ebbene, una
tale testimonianza è già una proclamazione silenziosa, ma molto forte ed
efficace della Buona Novella.
“Vi è qui
un gesto iniziale di evangelizzazione”.
Poi Paolo
VI soggiunge: “Tuttavia ciò
resta sempre insufficiente, perché anche la più bella testimonianza si rivelerà
a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata, esplicitata
da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù.
La Buona
Novella, proclamata dalla testimonianza di vita, dovrà dunque essere presto o
tardi annunziata dalla parola di vita.
Non c’è
vera evangelizzazione se il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il
Regno, il mistero di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati”.
Nel
prossimo post parleremo del proselitismo.
Non mancate di leggerlo.