Il
fatalismo ha un tratto quasi
superstizioso o magico. Sembra proporre l’idea del mondo come un palcoscenico
sul quale Dio si muove con un potere
dispotico e cieco. All’uomo non resta che sottostare a questa forza.
L’uomo è come un burattino destinato
a subire l’azione di Dio, senza
poter far nulla per opporvisi, per
contrastarla . Dio è il forte e l’uomo
davanti a lui non ha che da accettare ciò che lui vuole
I credenti
sanno che Dio è presente nella storia umana e nella vita delle persone, ma non
come un potere capriccioso che fa
accadere ciò che gli pare . Se scoppia
una guerra, chi ha fede sa che non è colpa
di Dio, ma degli uomini che hanno
portato i rapporti tra le nazioni ad una
situazione di conflitto esplosivo; Certo che Dio è presente nella storia umana,
ma nel rispetto della libertà degli uomini e della loro responsabilità. Dio è
presente anche nel dolore di chi è colpito dalla guerra, è privato della casa, dei propri beni ed anche delle
persone care. Dio è presente in loro e con loro continua a morire, a soffrire e
ad essere profugo . . . E se una grave
malattia ci colpisce ed è fonte di tutta la sofferenza che una simile
situazione porta con se, da credenti sappiamo
che non è Dio che la vuole. Ci
ammaliamo perché il nostro corpo è
fragile, perché forse abbiamo un regime di vita sbagliato, perché il dolore e
la morte fanno parte della vita umana. Non è Dio che ci fa ammalare. Chi crede in Dio sa che Lui ci ama e vuole
solo il nostro bene e la nostra gioia, ma nel rispetto della libertà delle persone e delle leggi
della natura. Lui non è un fato crudele, ma un Padre che ama.
Che idea
abbiamo di Dio? Quest’espressione “ Dio
ha voluto così” mette in gioco la nostra idea di Dio. Crediamo in un Dio che
entra arbitrariamente nella storia umana e personale o in un Dio che non ci
abbandona, dentro lo sviluppo delle vicende e delle leggi della natura?
Dio vuole
che tutti gli uomini siano felici, che i piccoli si sappiano amati, che quelli
che soffrono non si sentano soli e siano alleviati dal loro dolore. Che vi
siano per tutti gioia, senso, amore.
Allora invocare che la volontà di Dio sia fatta non è desiderio di sottomissione; è la preghiera della
CONDIVISIONE della volontà di bene del
Padre.
Quando dentro di noi il desiderio di bene prevale su tutto, allora
anche le realtà più difficili possono diventare un’opportunità di crescita nel
nostro cammino. Dio non smette mai di volere il bene; e nelle scelte buone dei suoi figli vi è la
testimonianza che egli è amore e non smette mai di sostenere la loro vita,
anche quando si trovano nella prova.
(Riduzione della
catechesi di P. Angelo Saraceno.