FACCIANO UN PO' DI CHIAREZZA
IL
proselitismo è
l’attività svolta da una religione per cercare e formare nuovi seguaci.
Oggi alla parola proselitismo viene dato un significato deteriore, quello di
fare seguaci attraverso un indottrinamento.
Le religioni soprannazionali
tendono, partendo dalla convinzione di essere la vera religione, non legata a
un singolo popolo, ma valida per tutti e di rappresentare la via di salvezza
per ogni individuo umano, mossi da ideali soteriologici (soteriologìa=
dottrina della salvezza) cercano di conquistare il maggior
numero di proseliti.
L’attività missionaria
è una forma organizzata del proselitismo.
Ma per comprendere bene la portata di questa parola è necessario rifarsi alla
Sacra Scrittura che parla più volte di proseliti.
proselitismo Nel giudaismo, il nome di proselito (ebraico
gēr) è dato in un primo tempo allo straniero dimorante nel territorio
israelita, ma passa ben presto a designare il convertito alla religione di
Israele .
Si tratta di persone provenienti dal paganesimo che si erano aggiunte ai giudei
ed erano insieme con loro osservanti della legge, delle feste e del culto.
Proseliti erano presenti accanto ai giudei nel giorno di Pentecoste e udivano
gli apostoli annunciare nelle proprie lingue le grandi opere del Signore (At
2,11)
A questa
parola “proseliti” la Bibbia di Gerusalemme annota: “Proseliti: sono coloro
che, pur non essendo giudei di origine, hanno abbracciato la religione giudaica
e accettato la circoncisione e così sono divenuti membri del popolo eletto (cfr
At 6,5 e 13, 43; Mt 23,15).
«Giudei» e
«proseliti» non sono quindi nuove denominazioni di popoli, ma solo termini
qualificanti quelli già enumerati” (nota a
At 2,11).
Gli Ebrei
erano persuasi che vi è un unico Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra.
E se vi è un solo Dio, allora Dio non è il Dio di un solo popolo ad esclusione
di altri.
Di qui la necessità di condurgli gli stranieri e fare degli stranieri dei
proseliti, che letteralmente sta ad indicare “coloro che sono venuti ad
aggiungersi, i nuovi venuti”.
I giudei
erano dunque contenti di fare dei proseliti, i quali però rimanevano sempre
proseliti.
San Paolo
nella sua predicazione converte a Cristo sia giudei che proseliti, come appare
da At 13,43: “Sciolta l’assemblea, molti Giudei e prosèliti credenti in Dio
seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di
persuaderli a perseverare nella grazia di Dio”.
Luigi Majorca