Sabato
pomeriggio, all'Oratorio, abbiamo parlato di bulli e prepotenti, prendendo
spunto dalla vicenda di Francesco, il personaggio guida di quest'anno, e dalla storia
di Zaccheo, il pubblicano che si convertì, dopo l'incontro con Gesù. Per tutti
c'è una seconda possibilità, se il cambiamento è sincero! Con i ragazzini della
scuola media, poi, commentando un monologo dell'attrice Paola Cortellesi, ci
siamo
chiesti quale sia la strategia da usare per rispondere alla violenza. Gesù mette in crisi i violenti, noi, che vediamo il Lui il nostro modello, anche possiamo farlo attraverso un gesto spiazzante, come un abbraccio!! Buona lettura!! E complimenti sempre ai nostri bambini per i capolavori con cui rendono coloratissima e comunicativa la nostra bacheca!! BRAVISSIMI!!!!
chiesti quale sia la strategia da usare per rispondere alla violenza. Gesù mette in crisi i violenti, noi, che vediamo il Lui il nostro modello, anche possiamo farlo attraverso un gesto spiazzante, come un abbraccio!! Buona lettura!! E complimenti sempre ai nostri bambini per i capolavori con cui rendono coloratissima e comunicativa la nostra bacheca!! BRAVISSIMI!!!!
Era appena
suonata la campanella che avvisava della fine della ricreazione quando
l'attenzione di Francesco e del suo amico Andrea fu catturata dalle grida di un
gruppetto di ragazzini di quinta. «Quattrocchi, quattrocchi, quattrocchi!!!»
stavano urlando tutti in coro, come una cantilena, schierati davanti ad un
bambino che, inciampando, era caduto a terra e aveva perso i suoi occhiali da
vista.
Francesco ed Andrea non ci pensarono due volte e subito si fecero spazio
tra quei prepotenti e aiutarono il bambino caduto a terra a rialzarsi e a
recuperare i suoi occhiali. Poi ne dissero quattro a quei bulli. «Ci trovate
qualcosa di divertente nel prendere in giro gli altri?!» chiese Andrea.
«Pensate di essere più simpatici e di guadagnarvi più amici comportandovi da
prepotenti??!» continuò Francesco.
Allora il più spavaldo di tutto quel
gruppetto di bulli guardò Francesco ed Andrea con aria di sfida ed era pronto
ad assalirli con calci e pugni quando, invece, furono proprio Francesco ed
Andrea a puntare dritto contro di lui e... lo abbracciarono!! Loro non volevano
rispondere alla prepotenza con altra prepotenza, loro avevano imparato cosa
significasse il perdono e che a tutti si potesse dare un'altra occasione per
rimediare. Loro credevano nell'amicizia, nell'amicizia che fosse alla maniera
di Gesù!! Quei bulli rimasero sorpresi dal gesto di Francesco e di Andrea: non
se lo sarebbero mai aspettato!!
Ma compresero la lezione, chiesero scusa al
bambino che avevano preso in giro e, da quel giorno, cambiarono atteggiamento.
Ma chissà se anche a Gesù fosse mai capitato di incontrare qualche prepotente??
E addirittura di diventarne amico?!
Gesù arrivò
con i suoi discepoli nella città di Gerico, dove si radunò una gran folla,
curiosa di vederlo. Tra gli altri, c'era un tale che tutti conoscevano, di nome
Zaccheo. Zaccheo era abituato al fatto che la gente ridesse di lui per la sua
piccolissima statura, eppure, molti avevano paura di Zaccheo perché era un uomo
potente, era il capo degli esattori delle tasse. Se qualcuno non pagava,
Zaccheo gli sguinzagliava dietro i soldati romani. E guadagnava bene, era un
uomo ricco. Qualche volta, però, non si sentiva tanto a posto. Non era mica
piacevole sapere che in città nessuno lo sopportasse! E neppure sapere di
imbrogliare la gente. Comportandosi così come si comportava lui ci si poteva
arricchire, ma non si poteva essere felici! Zaccheo aveva tanto sentito parlare
di Gesù. Adesso voleva anche vederlo. Gesù veniva a Gerico e quella era
l'occasione buona. Ma anche tanta altra gente era venuta con la stessa
intenzione e quasi tutti erano molto più alti di lui! Potete immaginarvi la
rabbia di Zaccheo quando vide tutta quella folla. E potete anche credere come
la gente che conosceva Zaccheo non fosse disposta a fargli largo per lasciarlo
arrivare in prima fila e dargli modo di vedere qualcosa. Ma Zaccheo trovò un
sistema: vide un albero, ci si arrampicò e si sedette su un ramo. Proprio un
buon posto! Da lì si poteva vedere senza essere troppo notati dagli altri.
Quando Gesù arrivò, tutti gli sguardi furono puntati su di lui. Gesù avanzava
lungo la strada, ma, improvvisamente, si fermò e, proprio sotto l'albero sul
quale stava appollaiato Zaccheo, Gesù alzò gli occhi e disse: «Zaccheo, scendi
subito da lì, perché oggi mi fermerò a casa tua!» Chi avrebbe mai pensato che
Gesù notasse quel piccoletto seduto là sopra l'albero? Zaccheo scivolò giù in
un baleno e accompagnò Gesù a casa sua. Non si curava di quel che la gente
mormorava alle loro spalle: «Come può Gesù alloggiare in casa di un pubblicano,
un esattore delle tasse?» «Ci sono uomini migliori a Gerico! È uno scandalo!»
Gesù non ebbe bisogno di dir nulla a Zaccheo. Quando si è in colpa, quando si
vive imbrogliando gli altri, si sa benissimo da soli cosa fare per cambiare.
Zaccheo sapeva di aver preteso pagamenti troppo alti. Sapeva di aver mentito
alla gente, e di averla anche, spesso, ricattata. Doveva restituire tutto quel
che aveva guadagnato di troppo. Risarcire tutti. Rimettere le cose a posto.
Aiutare i poveri... Decise di farlo immediatamente, e subito si senti il cuore
leggero. Gesù gli disse: «Oggi sarà donato alla tua casa più di quanto hai
pagato: l'amicizia di Dio. Perché è per questo che io sono venuto in questo
mondo: per cercare quelli che si erano perduti e riscattarli». Zaccheo, come
potete immaginare, non si senti più un uomo piccolo e spregevole. Da quel
giorno in poi sarebbe vissuto onestamente. Forse la gente di Gerico non gli
credette subito, ma, col tempo, riuscì certamente a dimostrare di essere
cambiato sul serio.