sabato 16 aprile 2016

DIARIO DELL'ORATORIO 15

Sabato pomeriggio, all'Oratorio, abbiamo parlato di bulli e prepotenti, prendendo spunto dalla vicenda di Francesco, il personaggio guida di quest'anno, e dalla storia di Zaccheo, il pubblicano che si convertì, dopo l'incontro con Gesù. Per tutti c'è una seconda possibilità, se il cambiamento è sincero! Con i ragazzini della scuola media, poi, commentando un monologo dell'attrice Paola Cortellesi, ci siamo
chiesti quale sia la strategia da usare per rispondere alla violenza. Gesù mette in crisi i violenti, noi, che vediamo il Lui il nostro modello, anche possiamo farlo attraverso un gesto spiazzante, come un abbraccio!! Buona lettura!! E complimenti sempre ai nostri bambini per i capolavori con cui rendono coloratissima e comunicativa la nostra bacheca!! BRAVISSIMI!!!!

Era appena suonata la campanella che avvisava della fine della ricreazione quando l'attenzione di Francesco e del suo amico Andrea fu catturata dalle grida di un gruppetto di ragazzini di quinta. «Quattrocchi, quattrocchi, quattrocchi!!!» stavano urlando tutti in coro, come una cantilena, schierati davanti ad un bambino che, inciampando, era caduto a terra e aveva perso i suoi occhiali da vista. 
Francesco ed Andrea non ci pensarono due volte e subito si fecero spazio tra quei prepotenti e aiutarono il bambino caduto a terra a rialzarsi e a recuperare i suoi occhiali. Poi ne dissero quattro a quei bulli. «Ci trovate qualcosa di divertente nel prendere in giro gli altri?!» chiese Andrea. «Pensate di essere più simpatici e di guadagnarvi più amici comportandovi da prepotenti??!» continuò Francesco. 

Allora il più spavaldo di tutto quel gruppetto di bulli guardò Francesco ed Andrea con aria di sfida ed era pronto ad assalirli con calci e pugni quando, invece, furono proprio Francesco ed Andrea a puntare dritto contro di lui e... lo abbracciarono!! Loro non volevano rispondere alla prepotenza con altra prepotenza, loro avevano imparato cosa significasse il perdono e che a tutti si potesse dare un'altra occasione per rimediare. Loro credevano nell'amicizia, nell'amicizia che fosse alla maniera di Gesù!! Quei bulli rimasero sorpresi dal gesto di Francesco e di Andrea: non se lo sarebbero mai aspettato!! 
Ma compresero la lezione, chiesero scusa al bambino che avevano preso in giro e, da quel giorno, cambiarono atteggiamento. Ma chissà se anche a Gesù fosse mai capitato di incontrare qualche prepotente?? E addirittura di diventarne amico?!

Gesù arrivò con i suoi discepoli nella città di Gerico, dove si radunò una gran folla, curiosa di vederlo. Tra gli altri, c'era un tale che tutti conoscevano, di nome Zaccheo. Zaccheo era abituato al fatto che la gente ridesse di lui per la sua piccolissima statura, eppure, molti avevano paura di Zaccheo perché era un uomo potente, era il capo degli esattori delle tasse. Se qualcuno non pagava, Zaccheo gli sguinzagliava dietro i soldati romani. E guadagnava bene, era un uomo ricco. Qualche volta, però, non si sentiva tanto a posto. Non era mica piacevole sapere che in città nessuno lo sopportasse! E neppure sapere di imbrogliare la gente. Comportandosi così come si comportava lui ci si poteva arricchire, ma non si poteva essere felici! Zaccheo aveva tanto sentito parlare di Gesù. Adesso voleva anche vederlo. Gesù veniva a Gerico e quella era l'occasione buona. Ma anche tanta altra gente era venuta con la stessa intenzione e quasi tutti erano molto più alti di lui! Potete immaginarvi la rabbia di Zaccheo quando vide tutta quella folla. E potete anche credere come la gente che conosceva Zaccheo non fosse disposta a fargli largo per lasciarlo arrivare in prima fila e dargli modo di vedere qualcosa. Ma Zaccheo trovò un sistema: vide un albero, ci si arrampicò e si sedette su un ramo. Proprio un buon posto! Da lì si poteva vedere senza essere troppo notati dagli altri. Quando Gesù arrivò, tutti gli sguardi furono puntati su di lui. Gesù avanzava lungo la strada, ma, improvvisamente, si fermò e, proprio sotto l'albero sul quale stava appollaiato Zaccheo, Gesù alzò gli occhi e disse: «Zaccheo, scendi subito da lì, perché oggi mi fermerò a casa tua!» Chi avrebbe mai pensato che Gesù notasse quel piccoletto seduto là sopra l'albero? Zaccheo scivolò giù in un baleno e accompagnò Gesù a casa sua. Non si curava di quel che la gente mormorava alle loro spalle: «Come può Gesù alloggiare in casa di un pubblicano, un esattore delle tasse?» «Ci sono uomini migliori a Gerico! È uno scandalo!» Gesù non ebbe bisogno di dir nulla a Zaccheo. Quando si è in colpa, quando si vive imbrogliando gli altri, si sa benissimo da soli cosa fare per cambiare. Zaccheo sapeva di aver preteso pagamenti troppo alti. Sapeva di aver mentito alla gente, e di averla anche, spesso, ricattata. Doveva restituire tutto quel che aveva guadagnato di troppo. Risarcire tutti. Rimettere le cose a posto. Aiutare i poveri... Decise di farlo immediatamente, e subito si senti il cuore leggero. Gesù gli disse: «Oggi sarà donato alla tua casa più di quanto hai pagato: l'amicizia di Dio. Perché è per questo che io sono venuto in questo mondo: per cercare quelli che si erano perduti e riscattarli». Zaccheo, come potete immaginare, non si senti più un uomo piccolo e spregevole. Da quel giorno in poi sarebbe vissuto onestamente. Forse la gente di Gerico non gli credette subito, ma, col tempo, riuscì certamente a dimostrare di essere cambiato sul serio.