OMELIA II domenica di Quaresima. Anno C
Lc 9, 28b-36
Tutto è trasformazione e questa è la legge della vita:
Esiziale è rifugiarsi in sogni riguardo al passato o al futuro.
“Muori e divieni” dice Goethe. Muori al tuo piccolo io e sperimenterai il Dio che matura in te. E poi dagli credito, lascialo agire, lascia che si dilati in te e ti porti a compimento.
Il Vangelo di oggi ci riconcilia con i nostri fallimenti e i nostri naufragi esistenziali.
Vivere fino in fondo il dolore e il fallimento, le nostre morti quotidiane può essere premessa perché si riveli qualcosa di nuovo. Spesso è il medesimo veleno maligno che ci ha feriti a morte a rivelarsi l’antidoto migliore per la guarigione.
La cura del dolore sta sempre nel dolore.
Gesù molte volte invita a riconoscere nel naufragio della propria vita non tanto la fine e la sconfitta, ma un’opportunità di vita nuova. Gesù è l’uomo fallito che accogliendo sino in fondo la realtà in un abbandono totale, ha sperimentato il cominciamento di una vita nuova e per sempre.
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