domenica 28 febbraio 2016

ORATORIO 10

DIARIO DELL'ORATORIO!!

                                                          
Ci si può vergognare di se stessi?! Si può avere paura di essere presi in giro?! Sabato pomeriggio ne abbiamo parlato all'Oratorio e, aiutati dal racconto di Francesco, il personaggio guida di quest'anno, e prendendo spunto anche dall'episodio biblico del trasporto dell'Arca dell'Alleanza a Gerusalemme, ad opera del re Davide, abbiamo capito che SE SIAMO NOI STESSI NON SAREMO MAI RIDICOLI!! Buona lettura a tutti!! E complimenti ai tutti i nostri piccoli e grandi artisti che rendono coloratissima e ricca di spunti di riflessione la nostra bacheca!!

«No, no e no!! Io l'apparecchio ai denti non lo metto!!», aveva urlato Francesco ai suoi genitori. Ma tutti i suoi pianti e le sue proteste erano stati inutili. Il dentista, durante l'ultima visita di controllo, aveva detto a Francesco e ai suoi genitori che l'apparecchio ai denti era ormai assolutamente necessario e che non potevano perdere più altro tempo. «Non sentirai nessun dolore», gli aveva assicurato il dentista. «Solo un po' di fastidio nei primi giorni, ma poi non ci farai più caso». 
Francesco, in verità, non aveva paura che l'apparecchietto gli facesse male, ma che i suoi compagni, a scuola, lo prendessero in giro. Già se li immaginava i loro commenti. Ma dovette rassegnarsi: quel pomeriggio il dentista gli avrebbe messo l'apparecchio ai denti. Rientrato a casa, Francesco trovò i nonni ad attenderlo, ma, nonostante la loro presenza, fu di cattivo umore per tutta la serata, tenne sempre il broncio e non parlò con nessuno. La nonna, vedendo il suo nipotino così intristito, gli disse: «Qualche anno fa, quando l'otorino mi consigliò di mettere l'apparecchio acustico, perché sentivo sempre meno, anch'io, com'è successo a te oggi, non avrei voluto, perché mi vergognavo e avevo paura di essere presa in giro dalle mie amiche, dai miei figli, dai miei nipoti. Pensavo che, con quel coso all'orecchio, tutti mi avrebbero considerata una vecchia inutile! Ma, poi, ho capito quanto fosse stupida quella paura!! Non dobbiamo mai vergognarci di quello che siamo e di quello in cui crediamo. Se siamo noi stessi, non saremo mai ridicoli, neanche con un apparecchietto ai denti o all'orecchio!!». Francesco finalmente sorrise e fece bella mostra del suo apparecchietto. La nonna lo aveva convinto. Andò a letto tranquillo, senza preoccuparsi dei commenti che avrebbe sentito il giorno dopo a scuola e, prima di addormentarsi, lesse qualche altra pagina del suo libro preferito. Chissà come andava a finire la storia di Davide?? E chissà se anche a lui era mai capitato di vergognarsi o di essere preso in giro?!

Dopo la morte di re Saul e di suo figlio Gionata, Davide fu ufficialmente proclamato re di tutto il popolo d'Israele. Il suo regno durò quarant'anni. Egli fu un buon re per il suo popolo: amministrò saggiamente la giustizia; celebrò la grandezza del Signore, componendo per Lui bellissime preghiere, dette Salmi, e diede ordine di mettere per iscritto la storia del popolo d'Israele, il popolo che Dio aveva protetto e aiutato in tante occasioni. Quando Davide ebbe conquistato la città di Gerusalemme, e decise di farne la capitale del regno d'Israele, si preoccupò di trasportare dentro la città l'Arca dell'Alleanza, cioè la cassetta d'oro che conteneva le tavole della legge, i dieci comandamenti dati da Dio al popolo, per mezzo di Mosè. 
L'Arca dell'Alleanza era quanto di più prezioso il popolo d'Israele possedesse ed era necessario che il trasporto a Gerusalemme si svolgesse in maniera molto solenne, degna del Signore. Per questo Davide convocò tutto il popolo a far festa all'Arca con canti e suoni, ed egli stesso, toltosi l'abito regale, precedeva l'Arca danzando. Sua moglie lo vide dalla finestra e, quando egli rientrò nel palazzo reale, ella disse a Davide parole di disprezzo, per essersi messo in ridicolo, danzando davanti a tutti come un uomo qualunque. Ma Davide le rispose: «Ho voluto così onorare il Signore. Ed era giusto, perché egli è stato tanto buono con me; ero un semplice pastore, un uomo da nulla, ed egli mi ha fatto diventare re del suo popolo!»