DIARIO
DELL'ORATORIO!!
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BUONA
LETTURA!!
Quella mattina,
a scuola, c'era un po' di agitazione. Nel cortile, un'autoambulanza, a sirene
spente, faceva bella mostra di sé, mentre, nell'androne e per le scale di tutto
l'edificio, si incontravano dei sorridenti vigili del fuoco. «Fosse successo
qualcosa di grave??», pensò in mente sua Francesco. Ma erano tutti troppo
tranquilli e sorridenti per fargli credere che ci fosse davvero un pericolo.
Così, un po' perplesso, ma per nulla preoccupato, Francesco raggiunse di corsa
la sua classe.
Era l'ultimo, in ritardo come sempre. Chiuse la porta e si
sedette al suo banco. La maestra spiegò alla classe che quella mattina si
sarebbe tenuto un incontro sulla sicurezza: dei vigili del fuoco avrebbero
spiegato loro come bisognava comportarsi, a scuola, durante un incendio o un
terremoto e poi, tutti insieme, avrebbero svolto un'esercitazione. Il pompiere
che parlò alla classe fu rassicurante, chiaro e disponibile. Spiegò che, in una
situazione di pericolo, era fondamentale innanzitutto non farsi prendere dalla
paura, poi cercare riparo ed infine disse che ogni componente della classe ERA
CHIAMATO ad un compito preciso e prezioso. Francesco ascoltò con attenzione,
ma, basso e magro com'era, non si immaginava capace di chissà quale impresa
eroica, anzi, pensava di essere piuttosto inutile ad aiutare i suoi compagni di
classe. Marco e Giovanni, invece, alti e forzuti, loro sì che sarebbero stati
all'altezza della situazione. «Ragazzo mio», disse prontamente il pompiere,
notando lo sguardo demoralizzato di Francesco, «c'è una missione per tutti,
anche per i più piccoli!!». E subito lo rassicurò, assegnandogli il suo
incarico. Francesco sarebbe stato il ragazzo apri-fila, con il compito di
aprire la porta e ricordarsi il percorso esatto che la sua classe avrebbe
dovuto compiere per raggiungere l'area di raccolta. Sarebbe stato la guida dei
suoi compagni! «Mica male!!», pensò Francesco con una certa soddisfazione. Ma
chissà se anche nel suo libro preferito c'era la storia di qualche piccoletto
che era stato capace di diventare un leader?!
Un giorno,
gli anziani del popolo di Israele si presentarono a Samuele, giudice e profeta
del Signore, e gli dissero: «Noi non vogliamo essere diversi dagli altri
popoli; anche noi vogliamo avere un re che ci tenga uniti, ci governi con
giustizia e guidi il nostro esercito nelle battaglie che combattiamo contro i
nostri nemici». Samuele allora rispose loro: «Noi abbiamo già un re: è il
Signore!». Ma gli anziani insistettero e il Signore disse a Samuele:
«Ascoltali. Regni pure un re su di loro. Tu sceglierai come re colui che io ti
indicherò, e lo consacrerai». Dopo qualche tempo accadde che un giovane, di
nome Saul, girasse da un villaggio all'altro, alla ricerca di certe asine di
suo padre, che si erano smarrite. Passando vicino alla casa di Samuele, Samuele
vide che Saul era un giovane bello, forte ed alto e comprese che era proprio
Saul il prescelto dal Signore a diventare re.
Allora prese l'ampolla dell'olio
e gli versò l'olio sul capo: in questo modo lo consacrò, e gli spiegò quello
che Dio aveva deciso a suo riguardo. Qualche tempo dopo essere divenuto re,
Saul mosse guerra contro un popolo vicino, e il profeta Samuele si presentò a
Saul per dirgli: «Il Signore sarà con te e ti darà la vittoria; ma tutto il
bottino deve essere offerto al Signore. Né tu né alcun soldato dovete tenere
qualcosa per voi stessi». Saul partì per la guerra e davvero vinse i suoi
nemici, ma disobbedì al Signore, perché, insieme con i soldati, trattenne il
meglio del bottino invece di offrirlo al Signore. Allora il Signore parlò a
Samuele e gli disse: «Mi pento di avere scelto come re Saul, perché egli si è
allontanato da me e non ha ascoltato la mia parola. Va' a Betlemme, nella casa
di Iesse: tra i suoi figli ho scelto il re che deve succedere a Saul». Samuele
partì, e quando fu nella casa di Iesse volle vedere tutti i figli maschi. Iesse
gli presentò il primo e Samuele si chiese se fosse lui l'eletto del Signore. Il
Signore gli rispose: «Non badare al suo aspetto o alla sua imponente statura;
io l'ho scartato, perché l'uomo guarda l'apparenza, ma io guardo il cuore».
Iesse allora fece venire avanti il secondo dei suoi figli, e poi il terzo, il
quarto e così via fino al settimo. A quel punto Samuele chiese: «Sono tutti qui
i tuoi figli?». In verità, ne mancava ancora uno, il più piccolo che, in quel
momento, era fuori a pascolare il gregge. Il giovane pastore fu fatto venire e
il profeta Samuele lo vide. «È lui che ho scelto» gli disse il Signore. Allora
Samuele gli versò l'olio sul capo e così lo consacrò in mezzo ai suoi fratelli.
Quel giovane pastore, di gentile aspetto, si chiamava Davide. Egli divenne in
seguito il più grande re d'Israele.