venerdì 20 dicembre 2019

GLI EREDI DELLA CHIESA


È vero, ammette il liturgista, che le prime celebrazioni della cena del Signore avevano luogo in case private (cf At 2,46) e questo continuò almeno per altri due secoli, ma ciò avveniva perché queste case erano di fatto l’unico luogo possibile per convocare la comunità locale (= domus Ecclesiae/casa della Chiesa).
I Siciliani appartenenti alla scomparsa civiltà contadina erano molto religiosi; se ne trova conferma nella letteratura e nei proverbi dialettali, ma anche nella stessa vita reale dei campi.   i Siciliani di allora intervallavano il loro duro lavoro con le preghiere. Allora si mieteva sotto il sole infuocato e si lavorava anche sotto la pioggia dallo spuntare del sole fino al tramonto, con la schiena rotta dalla fatica, pur di potere portare a casa qualche "vastedda" di pane per i propri familiari.
“LA CHIESA VENIVA A TROVARLI”.
Nei paesini montani, nei primi decenni del 900, i contadini, distanti tra di loro e lontani dal centro cittadino, tenevano nelle loro case rurali un armadio a muro, molto ben protetto, dove conservavano i paramenti sacri e le particole per la santa comunione.
La difficoltà di potersi recare in chiesa la domenica li costringeva a riunirsi, alternativamente,   nelle case degli amici più vicini per poter tutti insieme  partecipare alla santa messa officiata dal sacerdote che veniva a trovarli.
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Il 16 dicembre del 2019 don Gaetano Silluzio, parroco della parrocchia del S.Cuore di Gesù di Siracusa, è venuto nel mio condominio di ronco a via Tisia per celebrare la santa messa di Natale partecipata dai condonini e dai loro familiari malati.
I NUOVI EREDI DELLA CHIESA
La vita in condominio, si sa, non è tutta rose e fiori. Le situazioni, a volte difficili  mettono a dura prova i nervi dei condomini e gli equilibri di convivenza all’interno degli stabili. Molti di queste hanno origine da una condizione di disagio, di solitudine, di malattia, di povertà e spesso chi le vive non chiede aiuto, perché non sa di averne diritto, per vergogna o per pudore.
Ecco che allora la “santa messa” intende ripropone un proposto, un gesto che mette in risalto l’invito ad essere portatori di luce, di una testimonianza bella, gratuita e generosa nel mondo.

Luigi Majorca