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I Siciliani appartenenti alla scomparsa civiltà contadina
erano molto religiosi; se ne trova conferma nella
letteratura e nei proverbi dialettali, ma anche nella stessa vita reale dei
campi. i Siciliani di allora intervallavano il loro
duro lavoro con le preghiere. Allora si mieteva sotto il sole infuocato e si lavorava
anche sotto la pioggia dallo spuntare del sole fino al tramonto, con la schiena
rotta dalla fatica, pur di potere portare a casa qualche "vastedda"
di pane per i propri familiari.
“LA CHIESA
VENIVA A TROVARLI”.
Nei
paesini montani, nei primi decenni del 900, i contadini, distanti tra di loro e
lontani dal centro cittadino, tenevano nelle loro case rurali un armadio a muro,
molto ben protetto, dove conservavano i paramenti sacri e le particole per la
santa comunione.
La
difficoltà di potersi recare in chiesa la domenica li costringeva a riunirsi,
alternativamente, nelle case degli
amici più vicini per poter tutti insieme partecipare alla santa messa officiata dal
sacerdote che veniva a trovarli.
Il 16
dicembre del 2019 don Gaetano Silluzio, parroco della parrocchia del S.Cuore di
Gesù di Siracusa, è venuto nel mio condominio di ronco a via Tisia per
celebrare la santa messa di Natale partecipata dai condonini e dai loro
familiari malati.
I
NUOVI EREDI DELLA CHIESA
La vita in condominio, si
sa, non è tutta rose e fiori. Le situazioni, a volte difficili mettono a
dura prova i nervi dei condomini e gli equilibri di convivenza all’interno
degli stabili. Molti di queste hanno origine da una condizione di disagio, di
solitudine, di malattia, di povertà e spesso chi le vive non chiede aiuto, perché
non sa di averne diritto, per vergogna o per pudore.
Ecco che
allora la “santa messa” intende ripropone un proposto, un gesto che mette in
risalto l’invito ad essere portatori di luce, di una testimonianza bella,
gratuita e generosa nel mondo.
Luigi Majorca