domenica 30 agosto 2020

LA VIA DELLA CROCE NON E' UNA SCONFITTA , di don Raffaele

Ecco il vero guadagno: perdere la nostra vita per Cristo

 


"Va' dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".

L'annuncio della sua passione mette paura, procura  sconcerto e Pietro nella sua spontaneità in un certo senso vuol correggere quel che Gesù ha detto e quasi quasi lo rimbrotta: "Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà!"


La reazione di Gesù non lascia spazio ad equivoco alcuno: "va' via da me, satana..." 
Pietro come gli altri apostoli pensavano che seguendo Gesù avrebbero avuto un posto privilegiato nella società.
Erano lontani mille miglia dal pensare che la sequela di Gesù comportasse  rinnegare se stessi, prendere la croce e seguirlo.
La condizione prima e indispensabile che Gesù chiede a chi si pone alla sua sequela è rinnegare se stessi, cioè mettere il proprio io al posto giusto, non dargli il primato, perché il primato spetta a Dio: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso".

L'iper io porta all'egolatria con le conseguenze amare che questo comporta: l'io stabilisce ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che è giusto e ciò che non è giusto, con la conseguenza che tutto è relativo, non esistono regole morali oggettive, la verità è "così è se ti pare".
L'umanità, colpita dal virus dell'iper io, brancola nel buio,  sbanda miseramente, vive le tragedie di guerre, di sorprusi, di ingiustizie, di indifferenza dilagante.

Il Signore ci conceda la grazia di seguire Gesù, di fare tesoro del suo insegnamento, di abbracciare con fede le croci della vita, di fare sempre e solo la sua volontà.
Don R. Aprile

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