MOMENTI DI LIBERTA' NELLA SOFFERENZA
Gesù non ha inventato
la croce, l’ha trovata anche Lui sul proprio cammino come ogni uomo e come,
sicuramente, l’ha provata ciascuno di noi. Così la croce si è fatta strada che porta alla vita. La croce
trasmette un messaggio d’amore, sorgente di calore che trasforma l’uomo. La croce ci consegna un incarico nella nostra
vita personale, nella nostra famiglia, nell’ambito delle nostre amicizie e
conoscenze, quello di non scoraggiarci o avvilirci se incontriamo o
incontreremo tante croci. Pensiamo alle famiglie dei giovani reclusi ai loro
sentimenti e ai loro risentimenti amari che covano dentro per i figli che soffrono.
Tutto in Gesù parla di
compassione e di misericordia. In Questo
carcere minorile di Nisida si è vissuto una
“via Crucis” in una maniera indelebile, emozioni smisurate, soprattutto nell'
ultima stazione dove, l’apertura del cancello di ferro ha permesso di far
partecipare i ragazzi carcerati alla nostra preghiera.
Se ci penso mi viene ancora da piangere per le forti emozioni provate, la preghiera fatta con il cuore è diventata più intensa, e non vi dico quando quei cancelli si sono chiusi davanti ai nostri occhi: il mio ed nostro tormento è stato nel costatare che loro sono tornati indietro, privati della libertà, scoraggiati per una difficile e reale futura prospettiva di riabilitazione e di reintegrazione, mentre noi siamo rientrati, liberi, nelle nostre case per essere restituiti ai nostri cari.
Il Vescovo di Pozzuoli
e Ischia S.E. Don Carlo Villano ha rammentato
ai giovani presenti come in questo anno giubilare, in cui la chiesa ci
invita a riscoprire la speranza, dobbiamo ricordare che la croce di Cristo non
è l’ultima parola: essa è il segno di un amore che vince ogni disperazione, che
apre strade nuove proprio quando non sembra
esserci più speranza.
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