giovedì 27 febbraio 2020

Quaresima 2020 di don Angelo Saraceno



In cammino verso la Risurrezione di Gesù

Il cammino liturgico del tempo quaresimale prepara alla Pasqua . In questa luce ripropone ai cristiani l’esperienza Salvezza che ci viene donata attraverso Gesù: è al tempo stesso un itinerario di conversione personale e comunitaria in quanto ogni comunità cristiana è invitata a rendere ragione, di fronte al mondo, della propria Fede – Speranza e Carità . Il tempo quaresimale è un costante invito alla penitenza.                    
Si tratta di combinare il nostro sguardo nei confronti di Dio e della nostra esistenza, si tratta di entrare in un atteggiamento di disponibilità continua alla vera  conversione  del cuore. Dio è colui che vuole riconciliarci con Lui, noi siamo invitati a lasciarci riconciliare. 

Don Angelo Saraceno

domenica 23 febbraio 2020

BUONA DOMENICA CON IL COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Amate i vostri nemici

"Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli". 
La perfezione alla quale ci chiama Gesù ha nome AMORE. 
Amore generoso che non conosce limiti,
amore puro senza secondi fini,
amore fraterno.

Ignori l'amore e prendi le distanze da Dio,
cancelli l'amore dalla tua vita e annulli la tua umanità, 
sporchi l'amore dandoti ai vizi e sprofondi nel caos.

Ami e dai colore e sapore alla vita,
ami e rendi solare ogni tuo pensiero, ogni tua azione,
ami e fai migliore il mondo,
ami e dai concretezza ai tuoi sogni,
ami e scacci via la paura,
ami e dai senso alla vita.

Amare è dare a Dio il primo posto,
amare è osservare la sua legge,
amare è fidarsi e affidarsi a Dio,
amare è fare della vita un dono di amore,
amare è vedere nel prossimo un amico, un fratello, Gesù, 
amare è accogliere, ascoltare, andare incontro all'altro, sovvenire ai suoi bisogni, condividere, usare misericordia, perdonare,
amare è vivere di Dio con Dio per Dio ogni istante della nostra vita.

Amare è vivere.

Don Raffaele Aprile

lunedì 17 febbraio 2020

VENIAMO ADESSO AL PROSELITISMO.


 
FACCIANO UN PO' DI CHIAREZZA

IL proselitismo è l’attività svolta da una religione per cercare e formare nuovi seguaci.
Oggi  alla parola proselitismo  viene dato un significato deteriore, quello di fare seguaci attraverso un indottrinamento.
Le religioni soprannazionali tendono, partendo dalla convinzione di essere la vera religione, non legata a un singolo popolo, ma valida per tutti e di rappresentare la via di salvezza per ogni individuo umano, mossi da ideali soteriologici (soteriologìa= dottrina della salvezza) cercano di conquistare il maggior numero di proseliti.
L’attività missionaria è una forma organizzata del proselitismo.

Ma per comprendere bene la portata di questa parola è necessario rifarsi alla Sacra Scrittura che parla più volte di proseliti.
proselitismo   Nel giudaismo, il nome di proselito (ebraico gēr) è dato in un primo tempo allo straniero dimorante nel territorio israelita, ma passa ben presto a designare il convertito alla religione di Israele .

Si tratta di persone provenienti dal paganesimo che si erano aggiunte ai giudei ed erano insieme con loro osservanti della legge, delle feste e del culto.
Proseliti erano presenti accanto ai giudei nel giorno di Pentecoste e udivano gli apostoli annunciare nelle proprie lingue le grandi opere del Signore (At 2,11)
A questa parola “proseliti” la Bibbia di Gerusalemme annota: “Proseliti: sono coloro che, pur non essendo giudei di origine, hanno abbracciato la religione giudaica e accettato la circoncisione e così sono divenuti membri del popolo eletto (cfr At 6,5 e 13, 43; Mt 23,15).
«Giudei» e «proseliti» non sono quindi nuove denominazioni di popoli, ma solo termini qualificanti quelli già enumerati” (nota a At 2,11).

Gli Ebrei erano persuasi che vi è un unico Dio lassù in cielo e quaggiù sulla terra.
E se vi è un solo Dio, allora Dio non è il Dio di un solo popolo ad esclusione di altri.
Di qui la necessità di condurgli gli stranieri e fare degli stranieri dei proseliti, che letteralmente sta ad indicare “coloro che sono venuti ad aggiungersi, i nuovi venuti”.
I giudei erano dunque contenti di fare dei proseliti, i quali però rimanevano sempre proseliti.

San Paolo nella sua predicazione converte a Cristo sia giudei che proseliti, come appare da At 13,43: “Sciolta l’assemblea, molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio”.

Luigi Majorca


domenica 16 febbraio 2020

COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE

Sesta domenica del Tempo Ordinario 

"Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge"

La gioia di essere e non solo di dirsi cristiani fa la differenza. 
Chi decide di seguire Cristo ascolta la sua parola, non si fa beffe della legge di Dio, ama la verità, si sforza di incarnarla,  la sua vita è retta dal si al Signore e dal no a tutto ciò che allontana da Lui. 
Autenticità fa rima con radicalità e i discepoli di Gesù sanno lottare perché la propria vita sia solare, retta, pura anche a costo di dover sacrificare se stessi, i propri interessi, i propri sogni.
Don Raffaele Aprile

sabato 15 febbraio 2020

"DIO HA VOLUTO COSÌ!" Di Don Angelo Saraceno



Fatalismo o fede profonda?

Il fatalismo  ha un tratto quasi superstizioso o magico. Sembra proporre l’idea del mondo come un palcoscenico sul quale Dio si muove  con un potere dispotico e cieco.  All’uomo  non resta che sottostare a questa forza. L’uomo è come  un burattino  destinato  a subire l’azione  di Dio, senza poter far nulla  per opporvisi, per contrastarla .  Dio è il forte e l’uomo davanti a lui non ha che da accettare ciò che lui vuole
I credenti sanno che Dio è presente nella storia umana e nella vita delle persone, ma non come un potere capriccioso  che fa accadere ciò che gli pare .   Se scoppia una guerra, chi ha fede sa che non è colpa  di Dio, ma degli uomini  che hanno portato i rapporti tra le nazioni  ad una situazione di conflitto esplosivo;    Certo che Dio è presente nella storia umana, ma nel rispetto della libertà degli uomini e della loro responsabilità. Dio è presente anche nel dolore di chi è colpito dalla guerra, è privato  della casa, dei propri beni ed anche delle persone care. Dio è presente in loro e con loro continua a morire, a soffrire e ad essere profugo . . .  E se una grave malattia ci colpisce ed è fonte di tutta la sofferenza che una simile situazione porta con se, da credenti sappiamo  che non è Dio che la vuole.  Ci ammaliamo  perché il nostro corpo è fragile, perché forse abbiamo un regime di vita sbagliato, perché il dolore e la morte fanno parte della vita umana. Non è Dio che ci fa ammalare.  Chi crede in Dio sa che Lui ci ama e vuole solo il nostro bene e la nostra gioia, ma nel rispetto  della libertà delle persone e delle leggi della natura. Lui non è un fato crudele, ma un Padre che ama.           
Che idea abbiamo di Dio? Quest’espressione  “ Dio ha voluto così” mette in gioco la nostra idea di Dio. Crediamo in un Dio che entra arbitrariamente nella storia umana e personale o in un Dio che non ci abbandona, dentro lo sviluppo delle vicende e delle leggi della natura?  
Dio vuole che tutti gli uomini siano felici, che i piccoli si sappiano amati, che quelli che soffrono non si sentano soli e siano alleviati dal loro dolore. Che vi siano per tutti gioia, senso, amore.
 Allora invocare che la volontà di Dio  sia fatta non è desiderio  di sottomissione; è la preghiera della CONDIVISIONE  della volontà di bene del Padre.   
 Quando dentro di noi  il desiderio di bene prevale su tutto, allora anche le realtà più difficili possono diventare un’opportunità di crescita nel nostro cammino. Dio non smette mai di volere il bene;  e nelle scelte buone dei suoi figli vi è la testimonianza che egli è amore e non smette mai di sostenere la loro vita, anche quando si trovano nella prova.                                                                                                     
(Riduzione della catechesi di P. Angelo  Saraceno.

domenica 9 febbraio 2020

COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE



 Va domenica del tempo ordinario.


"Fai esplodere la bellezza che è in te"


Chi si ciba della parola di Dio che è parola di vita eterna, 
chi si lascia modellare da Cristo, luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo,
rende preziosa la sua vita, 
l'arricchisce col sale della divina sapienza,con la luce della verità che è Cristo e fa liberi,
e rende presente in tal modo Cristo nel mondo.
La nostra vita diventa insipida e tenebrosa e non siamo certamente sale e luce del mondo se ci adattiamo e  uniformiamo alle logiche del mondo.
Don Raffaele Aprile

mercoledì 5 febbraio 2020

EVANGELIZZAZIONE E PROSELITISMO 2a PARTE


Sul tema della libertà religiosa:

 "L' Evangelizzazione." 

Paolo VI ci ricorda, nell’esortazione postsinodale “Evangelii nuntiandi”, che per evangelizzare al primo posto  ci dev’essere la testimonianza della vita.
Una testimonianza non ostentata, ma naturale, genuina come quella del fuoco che di sua natura – oltre a riscaldare – illumina. Le parole del Papa: “Ed essa (la buona novella) deve essere anzitutto proclamata mediante la testimonianza, (principio fondante del movimento dei Cursillos di cristianità).
Allora con tale testimonianza senza parole, questi cristiani fanno salire nel cuore di coloro che li vedono vivere, domande irresistibili: perché sono così? Perché vivono in tal modo? Che cosa o chi li ispira? Perché sono in mezzo a noi?
L’avvicinarsi a Cristo viene causato dalla testimonianza di vita che suscita ammirazione, come riferisce Tertulliano quando scrive che i pagani vedendo i cristiani erano soliti meravigliarsi tanto che dicevano: “Guardate i cristiani come si amano”.
Ebbene, una tale testimonianza è già una proclamazione silenziosa, ma molto forte ed efficace della Buona Novella.
“Vi è qui un gesto iniziale di evangelizzazione”.


Poi Paolo VI soggiunge: “Tuttavia ciò resta sempre insufficiente, perché anche la più bella testimonianza si rivelerà a lungo impotente, se non è illuminata, giustificata, esplicitata da un annuncio chiaro e inequivocabile del Signore Gesù.
La Buona Novella, proclamata dalla testimonianza di vita, dovrà dunque essere presto o tardi annunziata dalla parola di vita.
Non c’è vera evangelizzazione se il nome, l’insegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati”.
Nel prossimo post parleremo del proselitismo
Non mancate di leggerlo.

martedì 4 febbraio 2020

LE NUOVE POESIE DI DON RAFFAELE 2020


La poesia di febbraio di don Raffaele

SENTO UN FRUSCIO

Sento un fruscio, 
mi accorgo di ciò.
Ciò mi spaventa.
Forte è il vento , bussare non teme , 
le gambe tremano, 
ma poi mi accorgo della leggerezza con cui mi accarezza. 
Il tremore sparisce e sento un calore.
Il Divino mi infiamma è il vento a far tutto,
che bellezza straordinaria è la sua presenza .
È questo l'Amore vero . Io amo.



Don R. Aprile

sabato 1 febbraio 2020

COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA DI DON RAFFAELE

IV domenica del tempo ordinario.
Presentazione del Signore. 
  
Dal Vangelo emergono alcune figure come Il vecchio Simeone e la profetessa Anna che  esultano di gioia nel vedere Gesù, l'atteso delle genti, il salvatore, e con slancio, dettato dalla gioia, benedicono Dio per tanto dono.
La salvezza dell'uomo si realizzerà attraverso la passione, morte e risurrezione di Cristo, anche Maria sua madre condividera' la sua passione: " una spada trafiggera' la tua anima ".
La presentazione di Gesù al tempio, che  avviene in ottemperanza al precetto mosaico, svela quanto grande è l'amore di Dio per noi e come la salvezza passa attraverso il mistero della croce.
Dobbiamo tutto a Dio, al suo amore che non ha limiti, alla sua infinita misericordia.
Accogliere il suo amore e da figli docili e obbedienti disporci a  fare la sua volontà è il segreto di una vita salvata dal sacrificio di Cristo, felice.
A darci forza e infonderci coraggio accanto a noi c'è  la madre di Gesù e madre nostra Maria.
Come ha accolto Gesù, lo ha accudito, nutrito, curato con la tenerezza che solo una madre sa dare, nello stesso modo la Vergine santa si prende  cura di noi.
Felici noi se ci lasciamo guidare da questa tenera e dolcissima mamma, con lei sperimenteremo la bellezza di stare con Gesù, saremo salvi, assaporeremo cos'è la vera gioia.
Sbarra la porta del tuo cuore alle chiacchiere inutili e menzognere,
rifugiati nel chiostro del cuore dove incontrerai Gesù che vuole 
avvolgerti e modellarti con il suo amore, 
farti sperimentare la bellezza dell'essere amati e dell'amare, 
aprirti ad orizzonti solari di speranza,
donarti le regole adatte per fruire della gioia vera.
Don Raffaele Aprile