venerdì 10 maggio 2019

"Tempo Pasquale" di Don Angelo Saraceno


Tempo dello Spirito e della Chiesa

Tempo di Pasqua è il periodo di 50 giorni nel quale a partire dal Triduo Pasquale, come dalla sua fonte di luce (CCC n° 1168) si celebra, come in un solo giorno di festa, la Pasqua del Signore, e si conclude con la Pentecoste.
Sono tutte domeniche di Pasqua.
Sono giorni nei quali, in modo del tutto speciale, si canta l’Alleluia.
-         Il cero pasquale verrà spento con la Pentecoste.
-         I tratti essenziali delle tematiche delle letture bibliche possono essere così sintetizzate:
gli eventi pasquali sono per noi, affinché siamo partecipi della vita del Risorto e ciò avviene per opera dello Spirito, in modo particolare nella celebrazione eucaristica che è la nostra pasqua.
Celebrazione eucaristica che è la nostra pasqua.
La vita pasquale come “vita secondo lo Spirito” in attesa della pasqua escatologica.
La Chiesa è vero nasce dall’atto del sacrificio di Cristo, ma soltanto 50 giorni dopo la Risurrezione, lo Spirito Santo è donato alla prima comunità cristiana. Questo tempo è fondamentale per gli apostoli chiamati ad essere il fondamento della Chiesa.
Per consolidare questa loro vocazione essi hanno dovuto percorrere un itinerario di fede, per acquisire piena consapevolezza del nuovo modo di presenza di Gesù risorto in mezzo a loro. In questi 50 giorni Gesù risorto educa gli Apostoli attraverso le varie apparizioni a comprendere i segni nuovi della sua presenza e azione nel mondo; gli Apostoli sperimentano nuove pratiche nell’esercizio della fede, sempre tentati dall’incredulità, fino a quando saranno investiti dalla forza dello Spirito.
Il tempo pasquale celebra la presenza di Cristo in mezzo ai discepoli, la sua manifestazione dinamica nei segni che diventano il prolungamento del suo corpo glorioso: la Parola, i Sacramenti, l’Eucarestia.
Ma Cristo vive nella Chiesa, continuazione della sua presenza storica.
Si avverano le parole di Gesù: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Don Angelo Saraceno